Alcune banconote da 50 Euro in un conta soldi bancario. 16 aprile 2018 a Genova. ANSA/LUCA ZENNARO

Quasi il 40% delle imprese del terziario, nel corso del 2023, ha ottenuto meno credito di quanto richiesto e 8 imprese su 10 hanno registrato un aumento del costo del credito a causa dell’inasprimento dei tassi di interesse; un peggioramento che ha costretto oltre il 40% delle imprese a rinunciare, in tutto o in parte, agli investimenti programmati, in particolare per la crescita, la sicurezza e l’innovazione, e a nuove assunzioni nel corso del 2024. Lo riferisce un’indagine di Confcommercio.

Una conferma della difficile situazione – sottolinea il presidente Confcommercio Potenza, Angelo Lovallo segnalata nel recente rapporto di Banca d’Italia sull’andamento dei primi mesi del 2023, secondo il quale la dinamica dei prestiti bancari erogati al settore produttivo ha continuato a indebolirsi: i finanziamenti hanno registrato ad agosto una flessione dell’1,1% su base annua, a fronte di una crescita del 2,0% del dicembre precedente. In particolare, il credito alle imprese più piccole, che già aveva registrato lo scorso anno un andamento peggiore, è diminuito del 5,6% ad agosto”.

Secondo l’indagine di Confcommercio, inoltre, la stretta del credito comporterà per il 45% delle imprese un peggioramento della situazione della propria liquidità, con il rischio di un impatto negativo sulla domanda dei consumatori a causa di una minore capacità delle imprese di fare sviluppo commerciale presso i propri clienti, e con una conseguente diminuzione dei ricavi e una minore capacità di fronteggiare l’aumento dei costi praticati dai propri fornitori.

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