è giusto informare

🔺DOPO ALBERI KILLER ADESSO ANCHE PALI ILLUMINAZIONE KILLER
In Potenza capoluogo di regione più alto di Italia 🇮🇹 un utente, parcheggia lungo via del Gallitello, e un palo dell’illuminazione collassa sull’auto Fiat Panda
Sul posto gli agenti della Polizia Locale e i sanitari del 118
Poteva avere conseguenze più gravi quanto accaduto stamattina a Potenza in via del Gallitello quando, probabilmente a causa del vento, un palo della pubblica illuminazione è collassato finendo su una Fiat Panda.
Il proprietario dell’auto aveva appena parcheggiato al margine della strada e si trovava ancora nell’abitacolo quando ha visto il palo collassare precipitosamente e rovinosamente sulla propria autovettura
👉🏾 Fortunatamente non ha riportato ferite ma solo un grosso spavento.
#sapevatelo2023
Rapporto CESI RICERCA
SSE – Sviluppo dei Sistemi Elettrici
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3.5 I pali
La norma UNI EN 40 contiene specifiche prescrizioni riguardo ai pali per illuminazione che sono definiti come sostegni destinati a far da supporto ad uno o più apparecchi di illuminazione e costituiti da una o più parti: un fusto, eventualmente un prolungamento e all’occorrenza un braccio.
Questa normativa si applica ai pali diritti di altezza nominale minore o uguale a 20 m ed ai pali con mensola di altezza nominale minore o uguale a 18 m; inoltre si applica sia ai pali diritti per apparecchi di illuminazione con attacco cima-palo sia ai pali con sbraccio per apparecchi di illuminazione con attacco laterale.
La norma specifica i materiali da utilizzare per la costruzione dei pali per illuminazione pubblica, fornisce raccomandazioni sui procedimenti di protezione contro la corrosione da adottare per la produzione dei pali e fissa le caratteristiche degli alloggiamenti elettrici, dei passaggi dei cavi e dei morsetti di messa a terra dei pali diritti.
Per ciò che riguarda l’installazione dei pali, sia con plinto che con piastra di ancoraggio, occorre attenersi in modo particolare a quanto dispongono le seguenti norme:
UNI EN 40-2: Pali per illuminazione. Dimensioni e tolleranze.
UNI EN 40-5: Pali. Alloggiamenti elettrici e passaggi dei cavi.
Secondo la normativa attualmente in vigore i pali per l’illuminazione possono avere diverse forme: pali diritti, conici o rastremati, con sbraccio singolo o doppio.
I pali per l’illuminazione pubblica e per l’arredo urbano, devono adattarsi per quanto possibile al contesto ambientale, senza alterare le caratteristiche.
Le prestazioni / caratteristiche a cui devono soddisfare i pali sono indicate di seguito.
Resistenza alla spinta del vento ed alle sollecitazioni meccaniche
Resistenza alla corrosione
Minime esigenze di manutenzione, con riferimento a:
- dimensioni proporzionate;
- presenza di finestra di ispezione.
Le distanze dei sostegni e dei relativi apparecchi di illuminazione dai conduttori di linee elettriche aeree non essere inferiori ai valori indicati nelle norme. Il distanziamento può essere ridotto per le linee in cavo acreo e, quando ci sia l’accordo fra i proprietari interessati, anche per le linee con conduttori nudi.
La distanza minima tra l’impianto di illuminazione e i limiti della carreggiata, presupposta un’altezza massima di 5 metri dalla pavimentazione stradale, deve essere:
- per le strade urbane dotate di marciapiede con cordonatura = 0.5 m
- per le strade extraurbane e per quelle urbane prive di marciapiedi con cordonatura = 1.4 m
Non bisogna inoltre dimenticare la distanza di rispetto tra gli apparecchi, i sostegni, le fondazioni e le opere circostanti.
La parte 3-1 della normativa UNI EN 40 specifica i carichi da considerare nella progettazione dei pali per illuminazione fornendo le basi per il calcolo da effettuare nella fase progettuale della struttura di sostegno dell’apparecchio illuminante costituita dal palo. Nella medesima parte sono indicate le procedure per ricavare correttamente l’entità di carico dovuta all’azione del vento, nonché tutte le variabili di carico da tenere in considerazione.
La norma consente, di effettuare un calcolo dell’azione del vento su tutto il territorio nazionale, che viene suddiviso in nove aree geografiche a seconda dell’intensità del vento che le caratterizza. Essa fa riferimento direttamente alla norma UNI ENV 1991-2-4 e sulla base di questa fornisce la velocità del vento da considerare per il luogo di messa in opera considerato.
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La norma prescrive come la velocità di riferimento va a determinare la pressione di calcolo che deve a sua volta essere poi corretta applicando opportuni coefficienti relativi alla forma degli elementi, alle caratteristiche del luogo di messa in opera, alle caratteristiche fisico geometriche del palo, ecc..
Le azioni del vento vengono specificate in dettaglio nel capitolo 3.3 delle Norme tecniche per le costruzioni”, D.M. 14 Gennaio 2008.
La suddivisione del territorio nazionale in base alla intensitá del vento è illustrata nella successiva
Figura 30.
Figura 30: Zone del carico da vento
3.5.1
Esempi di Installazione su palo
L’installazione a palo rappresenta la modalità più utilizzata nella pubblica illuminazione esterna ed interessa tutte le applicazioni. Nella successiva Tabella 9 sono riportate schematicamente le tipiche varianti per le installazioni stradali (caso A), quelle urbane (caso B) e per le grandi aree (caso C), indicando a fianco di ogni variante i diversi casi di utilizzo
Tabella 9 – Supporti su palo
TIPICHE INSTALLAZIONI SU PALO
Caso A
Caso B
Caso C
MATERIALI
Acciaio saldato
Acciaio laminato
Alluminio
Vetroresina
Legno
X
FORMA
Conica
X
X
.
x
x
Rastremata
X
X
FINITURA
Cilindrica
Quadrata
Poligonale
Zincato
X
x
x
x
Zincato + Verniciato
X
X
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TIPICHE INSTALLAZIONI SU PALO INFISSIONE
In plinto
Su piastra
ALTEZZE FUORI TERRA
Varie, ma ve ne sono alcune consigliate dalla norma UNI EN 40
MODALITÀ
FISSAGGIO
APPARECCHIO
A testa palo
Su sbraccio
Caso A
Caso B
X
Caso C
X
Dai 6 ai 12 m
Dai 3 ai 9 m
circa
Oltre i 9 m
X
X
Nel caso in cui venga utilizzato uno sbraccio, le varianti della forma di tale sbraccio sono innumerevoli, specialmente in ambito urbano in cui si rientra in prodotti da arredo, mentre in ambito stradale si può distinguere semplicemente tra sbraccio curvo e dritto.
A volte lo sbraccio non è un elemento aggiuntivo ma ottenuto dalla curvatura del palo stesso.
Per quanto riguarda le sporgenze di tali sbracci, possono essere anch’esse innumerevoli, da qualche decina di centimetri fino a qualche metro, salvo rifarsi alla raccomandazione della norma UNI EN 40 che prevede di standardizzare le sporgenze in solo 12 possibilità (da 0,3 m fino a 4,5 m).
Gli sbracci possono essere anche più d’uno sullo stesso palo. Anche nell’installazione a testa palo è possibile installare più di un apparecchio, mediante l’applicazione di un accessorio che non è altro che uno sbraccio di lunghezza minima, anche se in tale maniera l’attacco dell’apparecchio non è più a testa palo, cioè da sotto, ma laterale.
Per quanto riguarda più nel dettaglio le varie possibilità individuate nella tabella precedente, si può osservare:
– MATERIALI: il più utilizzato è l’acciaio; la vetroresina ha il vantaggio di consentire pali molto leggeri di facile movimentazione e che creano meno problemi di sicurezza in caso di incidente, ma rescalano dimensioni maggiori nei diametri che rendono molto tozzo il sostegno:
l’alluminio permette una maggiore lavorabilità del materiale che si traduce in una molteplicità di forme ottenibili, molto apprezzate a livello di arredo urbano, ma, pur con maggior di garanzia di durata nel tempo, presenta costi troppo elevati che non lo rendono appetibile sul mercato italiano (diverso è invece ad esempio il discorso in Francia dove è molto utilizzato). Il legno è utilizzato solo in determinate applicazioni legate ad interventi di arredo urbano in aree verdi e contesti di alto valore ambientale, in quanto presenta costi elevati e minor garanzie di durata nel tempo, pur se trattato in autoclave.
FORMA: attualmente la più utilizzata è la forma conica in lamiera saldata, anche se in passato si preferiva il palo rastremato saldato, che aveva costi minori; i pali quadrati e cilindrici vengono usati per lo più per basse altezze e in arredo urbano, mentre quelli poligonali presentano maggiore resistenza meccanica. Per l’arredo urbano vi sono inoltre numerosissime varianti e combinazioni di forme che non possono essere catalogate. Da ricordare la differenza tra il palo in lamiera saldata, e quello trafilato, di maggiore qualità, ottenuto mediante lavorazione a caldo dell’acciaio.
FINITURA: per garantire la tenuta nel tempo alla corrosione è necessaria la zincatura a caldo del sostegno, eventualmente associata alla verniciatura a polveri se si vuole un miglior risultato estetico che duri nel tempo (è il caso dell’arredo urbano e di impianti in ambito urbano).
INFISSIONE: Nella maggioranza dei casi viene predisposto il plinto in cui viene infisso il sostegno, tranne nei casi in cui vi sono problemi a scavare sotto una certa profondità (ad esempio per presenza di sottoservizi o rogge interrate) per i quali si prevede una piastra con tirafondi. Inoltre nella sezione di incastro del palo è opportuno proteggere il palo con una guaina termo- restringente o meglio ancora un manicotto in acciaio.
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3.6 Disposizioni delle sorgenti luminose
In merito alla disposizione dei punti luce possono esserci varie possibilità dettate da esigenze illuminotecniche e/o limitazioni e che determinano altrettante tipologie di impianto in relazione alle tipologie di strada o di tratti particolari di essa (incroci, curve, ecc.). Vengono fomite nel seguito alcune indicazioni sulle disposizioni, lasciando comunque alla fase progettuale l’individuazione della disposizione dei punti luce più adeguata.
3.6.1 Tratti Rettilinei
Le principali tipologie di impianto per tratti di strada rettilinea sono riportate schematicamente nella
Figura 31.
g Urichide
d) Asside
Figura 31: Tipologie di disposizione dei punti luce
Asticie ode bracci t) À calen
Con: l’impianto UNIFILARE – caso a) di Figura 31 => i centri luminosi sono disposti lungo un lato
della carreggiata. Tale disposizione è la più economica e va sempre utilizzata, quando si può
realizzare la condizione L 5h (con L = larghezza carreggiata e h = altezza palo)
impianto BIFILARE o Affacciato (detto anche contrapposto) – caso ) => i centri luminosi sono disposti lungo entrambi i lati della carreggiata alla stessa interdistanza;
impianto a QUINCONCE o alterato – caso c) => i centri luminosi sono disposti lungo entrambi i lati della carreggiata, ma sfalsati di mezza interdistanza;
impianto BIFILARE centrale o Assiale – caso d) => i centri luminosi sono disposti lungo l’asse della carreggiata, sullo spartitraffico che separa le due corsie di traffico. In questo caso il palo può essere dotato di due sbracci – caso e);
impianto a CATENARIA o a sospensione – caso f) => i centri luminosi sono disposti lungo l’asse della carreggiata attraverso una tesata. Gli apparecchi d’illuminazione sono sospesi sulla sede stradale mediante funi di sostegno tesate tra due edifici. Qualora uno o entrambi i lati della strada siano privi di edifici, se è comunque indispensabile realizzare l’impianto in sospensione, si ricorre all’utilizzo di pali detti “pali tiro-fune”.
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