PENSIERO STIPENDIO, SE MI TINGO DI BIONDO
TACCO&SPILLO
A volte andrebbe confessato l’indicibile anche se non piace e così dobbiamo dire che davanti alle figuracce del sindaco leghista Guarente con tutta la sua giunta di miracoli svaporati e di bravura all’inconcludenza s’era pure nutrita una profetica fiducia che tra destra e sinistra, compresa la schiera degli indomiti patrioti, ci fosse un sussulto d’orgoglio tanto per far vedere innanzitutto d’essere vivi e con la cazzimma turca e poi per far capire che il governo d’una città ha bisogno d’altro che avere un fantasma di presidente, l’avanspettacolo del numero legale, la pratica machiavellica del trasformismo, perfino l’egotismo sorridente e nullafacente. Ora guardando lo stato dell’arte che c’è in giro per strade, rifiuti, illuminazione, verde, servizi e nonostante i milioni d’euro incassati per l’autovelox ed alla faccia di Salvini, ci s’aspettava quantomeno una fine programmata e di salutare autocoscienza ed invece l’aumento faraonico di stipendio acchiappato da Guarente e codazzo assessorile ha fatto passare a tutti la voglia di dimettersi o d’essere dimissionati. Viene in mente la parodia del mitico Crozza:“Pensiero stipendio. Se mi tingo di biondo”.