Le Cronache Lucane
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MANUALE DEL DISASTRO, IL CASO PALINE

Potenza e trasporto pubblico, da De Luca a Guarente il pressapochismo cambia nome ma resta. Dagli impossibili attacchi alla rete elettrica alla risoluzione contrattuale: anni e soldi persi

“Lavori di fornitura, con relativa installazione, di paline con pannello informativo elettronico per il trasporto pubblico urbano della città di Potenza”, il titolo del contratto spiega (o meglio spiegava) esattamente qual era l’oggetto dell’appalto. Si trattava di installare i pannelli informativi per il Trasporto Pubblico Urbano, quei semplicissimi pannelli luminosi che indicano l’orario, il tempo d’attesa, le fermate e tutte quelle informazioni che si trovano in qualsiasi città dell’Occidente (forse anche nelle principali capitali asiatiche e africane). L’importo dei lavori era di 659.700,00 euro e, con un ribasso del 27%, se l’era aggiudicata la società BBS. La società aveva anche eseguito parte dei lavori, installando le 80 “paline”. In data 10 marzo 2017 il Direttore dei Lavori, Geom. Licciardi comunicava al Rup Ing. Laguardia che a quella data risultavano «installate tutte le 80 paline complete». I lavori, però, non potevano essere considerati conclusi perché «per quanto concerne l’allaccio delle stesse alla rete elettrica pubblica e l’attivazione dei software di gestione, si attesta che soltanto 15 paline sono regolarmente allacciate e, pertanto, per esse si potrà procedere al collaudo, per le restanti non è possibile procedere al loro allaccio in quanto i pozzetti di rete pubblica risultano avere delle criticità che di seguito si riportano». Segue un lungo elenco che va dai cavidotti schiacciati, tubazioni sature, pozzetti colmi d’acqua e terra, tubazioni interrate inutilizzabili etc….

IL COMUNE SISTEMERÀ LE COSE

Insomma, per essere semplici, il Comune aveva disposto la sistemazione dei pannelli in posti dove non era possibile completare il collegamento alla rete elettrica perché i pozzetti non erano perfettamente funzionanti. Il Comune di Potenza “Unità di Direzione Servizi alla Persona – Ufficio Trasporti” con lettera a firma Grano e Laguardia, in data 20 Aprile 2017 comunicava tutto ciò al Sindaco, all’Assessore Compente, al Segretario Generale e alla Società Appaltatrice. Nella lettera si specificava che «per le paline per le quali non è stato possibile ordinariamente realizzare il collegamento alla rete elettrica spetta all’Amministrazione provvedere a progettare e realizzare nuovi cavidotti dedicati ed al termine di questi lavori la società appaltante procederà all’infilaggio». Praticamente l’Ufficio competente informava la società e sindaco del problema e diceva che sarebbe stato compito del Comune rimuovere gli ostacoli che non avevano consentito la realizzazione dell’opera.

IL COMUNE CAMBIA IDEA E RISOLVE IL CONTRATTO

Con Determinazione 104 dell’08 febbraio 2018, però, il Comune di Potenza fa un ennesimo colpo di scena. Invece di intervenire come promesso decide di risolvere il contratto senza pagare niente all’appaltatore e ordinandogli di rimuovere gli impianti installati. A quel punto l’appaltatore decide di chiedere una Consulenza Tecnica Preventiva. Il Consulente incaricato dal Tribunale di Potenza alla domanda relativa alle cause della mancata elettrificazione delle paline testualmente rispondeva «secondo quanto è stato possibile evincere dalla lettura della documentazione in atti, nonchè alla luce di quanto riscontrato nel corso dei sopralluoghi e di fatto confermato dalle parti, la causa della mancata elettrificazione delle restanti 64 paline è da addebitarsi pienamente alla Stazione Appaltante, non avendo quest’ultima indicato i vari punti di allaccio e fornito i necessari supporti. I punti di installazione delle paline risultavano infatti preventivamente individuati solo sulla base di una cartografia in ampia scala, allegata al Capitolato d’oneri, documento certamente insufficiente a garantire la piena esecutività dell’intervento». Molto correttamente la BBS chiedeva al Comune di rivedere la propria volontà risolutiva anche alla luce delle determinazioni della Consulenza Tecnica disposta dal Tribunale che non assegnavano nessuna responsabilità alla società appaltatrice. Poiché il Comune confermava la propria volontà di risoluzione, la Società instaurava il contenzioso e, avendo ricevuto ordine dal giudice di cercare una transazione, avviava la mediazione.

IL COMUNE DI POTENZA PERDE IL FINANZIAMENTO

Nel frattempo, però, con “Delibera di Giunta Regionale n. 202200471 del 21.07.2022” la Regione Basilicata visto il lungo tempo trascorso decide di definanziare l’opera e chiede al Comune di Potenza la restituzione di € 201.808,50 che il Comune aveva già incassato e non speso, cosa che l’Amministrazione comunale si guardava ben dal comunicare alla società con la quale era in corso il tentativo di mediazione. Proprio a causa del definanziamento e della mancata comunicazione alla società la mediazione non andava a buon fine. Per chiude- re la vicenda non troviamo parole migliori di quelle usate dall’Avv. Stefania Fiore (difensore di BBS) in una sua nota: «Il fatto che (quanto meno) dal dicembre 2022 (epoca a partire dalla quale la scrivente ha formalmente investito della questione il Comune di Potenza) il sindaco Guarente stia approfondendo il dato relativo all’avvenuto definanziamento dell’intervento relativo alla infomobilità lascia presupporre che tale dato sia stato volontariamente sottaciuto in spregio ad elementari doveri di correttezza o che gli Uffici a ciò preposti non siano in grado di reperire tale semplice dato, necessariamente ai loro atti. Entrambe le ipotesi non sono tranquillizzanti per la collettività che, di fatto, viene privata di un servizio che, lo si sottolinea per inciso a proposito della presunta “vetustà” dei manufatti, oltre ad essere in grado di fornire in tempo reale alla cittadinanza, notizie utili alla stessa, sarebbero stati in grado di dare risposta vocale agli utenti in merito ad orari e notizie relative ai trasporti locali, utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale, ben in anticipo sui tempi e le tecnologie attualmente in uso». Se volete una chiara immagine di cattiva amministrazione e di pressappochismo amministrativo è tutto riassunto in questa storia. Un progetto finanziato, un’Amministrazione che indica tombini saturi per fare i collegamenti e che, poi, risolve il contratto malgrado tutta la buona volontà della controparte di addivenire ad una transazione. Una lunga scia di tempo perso che si conclude con la Città Capoluogo che oltre alla faccia, perde anche 200 mila euro.

Di Massimo Dellapenna

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