AttualitàBlogIn evidenza

IL PRESIDE PAOLO FASCE SCRIVE UNA INTERESSANTE CIRCOLARE SULLO STUPRO DI GRUPPO IN PALERMO

La circolare del preside Paolo Fasce dell’Istituto Nautico “San Giorgio” di Genova e Camogli non passerà certamente inosservata. Già a partire dall’”oggetto” si intuisce subito dove il dirigente voglia andare a parare: “La carne è carne”, solo se sei complice

È GIUSTO INFORMARE

Preside dell’Istituto Nautico di Genova sullo stupro di Palermo:
“La carne è carne solo se sei complice”
Il preside dell’istituto nautico di Genova e Camogli, Paolo Fasce

Quelli a destra purtroppo li conoscete, l’uomo a sinistra forse no, si chiama Paolo Fasce, è un preside, e sullo stupro di Palermo ha scritto una Circolare a docenti e studenti di cui riporto qui alcuni passaggi, invitandovi a divulgarla.

Insegnanti e presidi contro lo stupro di Palermo, parla Paolo Fasce di Genova: “La carne è carne solo se si considera una donna come un oggetto”
Il preside dell’istituto nautico di Genova e Camogli, Paolo Fasce

Per prima cosa, ha scritto, “riporto” i commenti postati dai balordi che

“hanno preso parte allo stupro di gruppo la sera del 4 luglio, a Palermo.
Ritengo utile pubblicarli perché non è escluso che nelle chat dei nostri figli appaiano commenti che possono essere bestialità equivalenti espresse in contesti non degni di attenzione penale, ma il salto in quella direzione è solo questione di casualità ed occasioni”

“In rete ho intercettato una riflessione di Nicoletta. Perché è importante rendere pubblico questo orrore, parola per parola? Perché quando i vostri figli o le vostre figlie vi chiederanno di spiegare loro cosa significa cultura dello stupro, deumanizzazione dei corpi, cultura del possesso e della prevaricazione, del dominio, voi possiate raccontarlo con le parole giuste. La cultura dello stupro si combatte solo così, partendo dalla consapevolezza che il sesso nello stupro non c’entra niente, e nemmeno il piacere, c’entra solo il potere”

Quindi si è rivolto alle famiglie, al personale e agli studenti della sua scuola:

“Ciò che mi aspetto dagli studenti è che svolgano attivamente il delicato ruolo di bonificatori. Sminare il terreno dai discorsi che poi possono degenerare in atti depravati è molto più facile che opporsi quando queste situazioni si sono accese e, beninteso, se ci si ritrova in questo genere di contesti occorre frapporsi, se se ne ha la forza, o invocare le forze dell’ordine affinché intervengano, se questa non basta. Essere coinvolti in questo genere di situazione e poi recriminare perché ci si è accodati ad altri è una mera scusa psicologica che ignora il fatto che nelle dinamiche di gruppo si è trascinati e si trascina e sottrarsi è questione di adultità”

Per concludere in modo inequivocabile, a partire da una frase scritta da uno dei “balordi” (“che dovevo fare? La carne è carne”):

“La carne è carne, solo se consideri il corpo di una donna come un oggetto o una ‘cosa’ di cui disporre e se sei complice della violenza”

N.b.
Fate leggere questa lettera a tutti.
Qui nei social per prima cosa.
Poi a casa ai vostri figli e nipoti.
In classe ai vostri studenti se siete insegnanti, e ai giovanissimi dei vostri gruppi se siete invece animatori o anche catechisti, perchè il problema riguarda tutti.

E il corpo di una DONNA in questi anni vale meno di 0. Anche grazie a qualche giudice.

#STUPRODIGRUPPO
#ègiustoinformare
🔹Eppure quello stupro non ha soddisfatto i sette ragazzi di Palermo che la notte del 7 luglio scorso avrebbero violentato una diciannovenne in un cantiere abbandonato.
Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Cristian Barone, Christian Maronia, Samuele La Grassa, Elio Arnao: questi i nomi.

“𝗙𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘂𝗯𝗿𝗶𝗮𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗼𝗶 𝗰𝗶 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗻𝗼𝗶”

“𝗧𝗶 𝗴𝗶𝘂𝗿𝗼, 𝘃𝗲𝗿𝗼, 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 è 𝘂𝗻𝗮 𝗽*𝘁𝘁𝗮𝗻𝗮, 𝗰𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶, 𝗲𝗿𝗮𝘃𝗮𝗺𝗼 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶, 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗮𝘀𝘀𝗼𝗹𝗮𝘁𝗮. 𝗘𝗿𝗮𝘃𝗮𝗺𝗼 𝘂𝗻 𝗰𝗮𝘀𝗶𝗻𝗼”.

“𝗘𝗿𝗮𝘃𝗮𝗺𝗼 𝟭𝟬𝟬 𝗰𝗮𝗻𝗶 𝘀𝗼𝗽𝗿𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗴𝗮𝘁𝘁𝗮, 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗹’𝗮𝘃𝗲𝘃𝗼 𝘃𝗶𝘀𝘁𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗻𝗲𝗶 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼 𝗽𝗼𝗿𝗻𝗼”.

“𝗗𝗼𝗽𝗼 𝘀𝗶 è 𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝘁𝗮 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗺𝗮𝗹𝗲, 𝘀𝗶 𝘁𝗼𝗰𝗰𝗮𝘃𝗮 𝗹à 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗶𝗲𝗴𝗮𝘁𝗮 𝗮 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮: “𝗰𝗵𝗶𝗮𝗺𝗮𝘁𝗲 𝘂𝗻’𝗮𝗺𝗯𝘂𝗹𝗮𝗻𝘇𝗮!”, 𝗺𝗮 𝘃𝗮, 𝗰*𝗰𝗮𝗰𝗶 𝗹𝗮 𝗺*𝗻𝗰𝗵𝗶𝗮! 𝗟’𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝘁𝗮 𝗹ì 𝗲 𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗻𝗱𝗮𝘁𝗶 𝘃𝗶𝗮…”.

“𝗟𝗲𝗶 𝗲𝗿𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗮 𝘂𝗯𝗿𝗶𝗮𝗰𝗮 – 𝗹’𝗮𝗺𝗶𝗰𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗹’𝗵𝗮 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝘁𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗮, 𝘃𝗼𝗹𝗲𝘃𝗮 𝗳𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶. 𝗔𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗰𝗮𝗽𝗿𝗶𝗰𝗰𝗶𝗼”. […] 𝗻𝗼𝗻 𝘃𝗼𝗹𝗲𝘃𝗮, 𝗳𝗮𝗰𝗲𝘃𝗮 ‘𝗻𝗼, 𝗯𝗮𝘀𝘁𝗮!, 𝗺𝗮 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗿𝘂𝗽𝗽𝗶ò 𝗱𝗶 𝗽𝗶ù” – “𝗮𝗺𝘂𝗻ì 𝗰𝗮 𝘁𝗶 𝗽𝗶𝗮𝗰𝗶” 𝗲 “𝗮𝗿𝗿𝗶𝗽𝗶𝗴𝗴𝗵𝗶𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗶 𝘀𝗶 𝘀𝘁𝗮 𝗮𝗺𝗺𝗼𝘀𝗰𝗶𝗮𝗻𝗱𝗼”.

” 𝗶 𝗽𝘂𝗴𝗻𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗲 𝗱𝗮𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗲 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗴𝗹𝗶 𝘀𝗰𝗵𝗶𝗮𝗳𝗳𝗶…”
“𝗧𝗶 𝗴𝗶𝘂𝗿𝗼, 𝗰𝗶 𝗳𝗮 𝗶𝗹 𝗽… 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗹’𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗱𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗹𝗮 𝗺…, 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗴𝗹𝗶𝗲𝗹’𝗵𝗮 𝗶𝗻𝗳𝗶𝗹𝗮𝘁𝗮 𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮𝘃𝗮 𝗱𝗶 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗴𝗹𝗶𝗲𝗹𝗼 𝗻𝗲𝗹…”.

“𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗮 𝗰𝗮𝘃𝗮𝗹𝗹𝗼, 𝗰𝗼𝘀ì, 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗹à 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗲 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗰𝗼𝘀ì”

“𝗙𝗶𝗴𝗴𝗵𝗶ò 𝗺𝗲 𝗹𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗶 𝗶𝗹 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗮 𝗺𝗲, 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗹à 𝗱𝗲𝗹 𝗙𝗼𝗿𝗼 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗰𝗼?”

“𝗤𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗻𝗼𝗻 è 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗲 𝗻𝗲 𝘀𝗽𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗹’𝗮𝘃𝗲𝘁𝗲 𝘀𝘁𝘂𝗽𝗿𝗮𝘁𝗮? 𝗦𝘁𝗮𝗶 𝗮𝘁𝘁𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗮 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼” – “𝗠𝗮 𝗶𝗻𝗳𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗮𝗱𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗹𝗶 𝘀𝘁𝗼 𝗲𝗹𝗶𝗺𝗶𝗻𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶, 𝗹𝗼 𝘀𝘁𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗮 𝗰𝗵𝗶 𝗹𝗼 𝗱𝗼𝘃𝗲𝘃𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵é 𝗻𝗼𝗻 𝗻𝗲 𝘃𝗼𝗴𝗹𝗶𝗼 𝘀𝗮𝗽𝗲𝗿𝗲 𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮…”.

“𝗡𝗼𝗻 𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲” – “𝗠𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗽à, 𝘃𝗲 𝗹𝗼 𝗶𝗺𝗺𝗮𝗴𝗶𝗻𝗮𝘁𝗲 𝘀𝗲 𝘀𝗽𝘂𝗻𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝘁𝗲𝗹𝗲𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝗹𝗲? 𝗡𝗲𝗹 𝘁𝗲𝗹𝗲𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗶 𝘀𝗽𝘂𝗻𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼? 𝗠𝗶 𝗮𝗺𝗺𝗮𝘇𝘇𝗼 𝗳𝗶𝗴𝗴𝗵𝗶ò, 𝗶𝗼 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼 𝘀𝗰𝗮𝗽𝗽𝗮𝗿𝗲, 𝗺𝗲 𝗻𝗲 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗠𝗲𝘀𝘀𝗶𝗰𝗼!” – “𝗖𝗼𝗺𝗽à 𝗶𝗼 𝗶𝗻 𝗔𝗺𝗲𝗿𝗶𝗰𝗮, 𝗶𝗻 𝗩𝗲𝗻𝗲𝘇𝘂𝗲𝗹𝗮” – “𝗜𝗼 𝗺𝗲 𝗻𝗲 𝘃𝗮𝗱𝗼 𝗶𝗻 𝗧𝗵𝗮𝗶𝗹𝗮𝗻𝗱𝗶𝗮”.

– 𝗔𝗻𝗴𝗲𝗹𝗼 𝗙𝗹𝗼𝗿𝗲𝘀, 𝟮𝟮 𝗮𝗻𝗻𝗶
– 𝗚𝗮𝗯𝗿𝗶𝗲𝗹𝗲 𝗗𝗶 𝗧𝗿𝗮𝗽𝗮𝗻𝗶, 𝟭𝟵 𝗮𝗻𝗻𝗶
– 𝗖𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗮𝗻 𝗕𝗮𝗿𝗼𝗻𝗲, 𝟭𝟴 𝗮𝗻𝗻𝗶
– 𝗖𝗵𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶𝗮𝗻 𝗠𝗮𝗿𝗼𝗻𝗶𝗮, 𝟭𝟵 𝗮𝗻𝗻𝗶
– 𝗦𝗮𝗺𝘂𝗲𝗹𝗲 𝗟𝗮 𝗚𝗿𝗮𝘀𝘀𝗮, 𝟮𝟬 𝗮𝗻𝗻𝗶
– 𝗘𝗹𝗶𝗼 𝗔𝗿𝗻𝗮𝗼, 𝟮𝟬 𝗮𝗻𝗻𝗶.

Sul caso dello stupro di gruppo di Palermo si susseguono le dichiarazioni di personaggi pubblici, cantanti e divulgatori social. In questo contesto prendono parola anche i lavoratori del settore scolastico, come la professoressa di Palermo Giovanna Corrao e il preside dell’Istituto Nautico “San Giorgio” di Genova e Camogli Paolo Fasce. Parole dure, quelle delle figure professionali che seguono le e gli studenti nel loro percorso e il preside non è da meno.
Circolare dell’Istituto Nautico

Paolo Fasce, preside dell’Istituto Nautico “San Giorgio” di Genova e Camogli, ha voluto parlare ai propri studenti, colleghi, ai docenti e ai genitori sul tema della violenza sessuale di gruppo avvenuta in PALERMO la sera del 4 luglio.

Tra le tante parole dette in questi giorni, le più dure arrivano proprio da chi lavora con i giovani quotidianamente

(come il durissimo video virale della professoressa di Palermo Giovanna Corrao)

Sulla stessa scia il preside Fascia ha inviato una circolare esplicita già a partire dall’oggetto:

“La carne è carne, solo se sei complice”

Il contenuto della circolare

La circolare del preside si apre con l’intera lista dei messaggi che i giovani coinvolti nello stupro di gruppo si sono mandati nei giorni seguenti al fatto.
Secondo il preside Fasce infatti è “utile pubblicarli perché non è escluso che nelle chat dei nostri figli appaiano commenti o considerazioni che […] possono essere bestialità equivalenti espresse in contesti non degni di attenzione penale, ma il salto in quella direzione è solo questione di casualità e occasioni”.

Un’introduzione dura, ma che Fasce ci tiene a spiegare a partire dalle parole di Nicoletta Agostino, competente in linguistica e attivista per la parità di genere. Agostino dice che è importante rendere pubblico questo orrore, perché solo così i genitori saranno in grado di indicare cos’è la cultura dello stupro, la cultura del possesso e della prevaricazione.

L’invito alle famiglie

Il preside Fasce si è infine rivolto alle famiglie, al personale e agli studenti della scuola:

“Ciò che mi aspetto dagli studenti dell’istituto nautico […] è che svolgano attivamente il delicato ruolo di bonificatori”

Per il preside infatti c’è bisogno di opporsi a queste situazioni, frapporsi agli abusi e invocare le forze dell’ordine.
Infine il preside ha chiuso la circolare con toni duri, partendo da una delle frasi scritte dai ragazzi dello stupro di gruppo.

La carne è carne, solo se consideri il corpo di una donna come un oggetto o una ‘cosa’ di cui disporre e se sei complice della violenza”, ha commentato.

*^*

È l’indifferenza dell’Anima che genera mostri, l’educazione non si basa solo su norme, ma sugli affetti e i sentimenti profondi che vengono trasmessi dalla più tenera età, fondamenta solide entro cui si costruiscono sane relazioni, perché ciò che accade nella prima Infanzia resta nelle radici di ognuno.

E così succede che, in assenza di  empatia, l’intero mondo che si occupa di educazione, sia in grande difficoltà: la Scuola non ha più gli strumenti adeguati, le risorse per affrontare l’enorme, generale, crisi della Famiglia, prima e imprescindibile agenzia educativa che, oggi, sembra quasi rifiutare di trasmettere alle generazioni successive i valori, la memoria storica, l’autorevolezza della tradizione.

I figli ricevono tanti “servizi”, ma non “modelli” adeguati di vita, non imparano la reciprocità: i beni di fruizione hanno il sopravvento sui beni formativi ed ecco che la Scuola diventa spesso il luogo dove saltano all’evidenza e si raccolgono le fragilità dei Bambini, dei Ragazzi e delle loro famiglie le quali pretendono attese risolutive e immediate esponendo, a volte, gli insegnanti a critiche ingenerose, perché la qualità percepita non corrisponde alle aspettative dettate dalla superficialità del tutto e subito.

Vorrei ricordare ai genitori che anche insegnare le regole, l’educazione ai valori e alle norme sociali, sono espressioni di affetto che non si possono e devono delegare alla Scuola.

I valori che appartengono all’educazione familiare permettono ai Bambini ed ai ragazzi di riservarsi un posto in mezzo agli altri e la Scuola è e diventa strumento prezioso per capire, studiare, favorire il pensiero critico, indispensabile e fondamentale per avere una dimensione sociale e non solo social.

Una dimensione nella quale il BRANCO non venga minimamente contemplato.

Una dimensione che offra la possibilità di crescere e acquisire il senso profondo della propria esistenza.


Lettera firmata

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti