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LE GESTA DI BONAVENTURA POSTIGLIONE COMMUOVONO IL LUNGOMARE DI SAPRI

“Radio Potenza Centrale è una potenza di radio” è il grido volato da una piccola città del Sud fino alla Corte Costituzionale che ha poi liberalizzato l’etere

C’era una volta, fino a una cinquantina di anni fa, una Nazione dell’Occidente democratico nella quale se accendevi la radio ascoltavi solo la Radio di Stato. C’era una volta in Italia, una Radio di Stato che si chiama Rai ma fingeva di essere l’EIAR e voleva avere il monopolio dell’informazione, come se la libertà di stampa ed il pluralismo tipici delle democrazie non riguardassero l’Italia e la sua costituzione repubblicana. C’era una volta un uomo che, per primo, decise che questo monopolio doveva essere rotto e che per la libertà valesse la pena correre qualche rischio perché una Legge ingiusta può essere violata. C’era un uomo che decise per primo che in alcuni casi non fosse lecito limitarsi ad ubbidire ad un ordine.

RADIO POTENZA CENTRALE È UNA POTENZA DI RADIO

Quell’uomo si chiamava Bonaventura Postiglione ma tutti lo chiamavano Nino e da una macchina, con dei trasmettitori illegali iniziò a sfidare quel monopolio da regime. “Radio Potenza Centrale è una Potenza di Radio” fu il grido di libertà che invase l’etere e sfidò la Legge in nome della libertà. Lo fece per primo in Italia. Dopo di lui e soltanto dopo di lui lo fecero Vasco Rossi, Peppi- no Impastato, Milano International, Radio Parma e tanti altri. A Nino Postiglione, però, non bastava trasmettere voleva che fosse riconosciuto il diritto a trasmettere per tutti i privati.

LA FARFALLA CONTRO GOLIA

A sfidare Golia del monopolio Rai non fu il sasso scagliato da Davide ma una pacifica farfalla. La sfida fu lanciata pacificamente alla Camera di Commercio quando andò a denunciare la sua attività dicendo che voleva fa- re “radio e televisione”. «Il dipendente della Camera di Commercio non aveva un codice per registrare quell’attività e pensò che volesse aprire un negozio di elettrodomestici» ha raccontato il figlio Giuseppe a Sapri dove si è svolta l’ennesima cerimonia per ricordare il pioniere delle Radio Libere. Fu quella ed altre autodenunce e i processi che ne seguirono, la testardaggine di chi volle arrivare fino alla Corte Costituzionale a fare nascere quella sentenza della Corte che decretò che il monopolio Rai era contro la Costituzione.

IL COMMOSSO RICORDO A SAPRI

Ieri in una piazza affollata è stato Antonio Luppino, fondatore di Radio Sapri e consigliere dell’associazione che raggruppa le radio libere, a dedicare Piazza delle Radio Libere alla memoria di Nino Postiglione. Non ha nascosto il suo orgoglio meridionale quando ha detto che si contendevano il primato Radio Milano International e Radio Parma ma tutte e due sono state battute da Radio Potenza Centrale. Una piccola città del Sud, una città appenninica dove ci si deve arrivare per scelta oggi ed era ancora più difficile arrivare ieri ha avuto il merito di avere la prima Radio Libera d’Italia. Nella libertà dell’etere Potenza è arrivata prima di Milano, di Roma, di Napoli, Nino Postiglione è arrivato prima di Vasco Rossi. Una storia che una città come Potenza dovrebbe raccontare e mettere al petto come una medaglia.

UNA POTENZA DI COMMOZIONE

La commozione si tagliava a fette ieri a Sapri, si confondeva con l’orgoglio, la nostalgia e l’entusiasmo. «Radio Potenza Centrale e altre radio libere del Sud, in un tempo in cui non esistevano i social, furono le prime a coordinare i soccorsi per il ter- remoto del 1980» è stato ricordato ieri. La Radio non era soltanto un mezzo per fare mu- sica o per raccontare storie d’amore, era l’unico strumento per comunicare e, come accaduto nel 1980 anche per fare Protezione Civile ancora prima che fosse istituita. Sapri ha accolto con gran- de emozione le vicende umane e professionali di Nino Postiglione e la sua invenzione radiofonica. Prima di Sapri altre città da nord a sud hanno de- dicato una piazza a Nino Postiglione come pioniere delle Radio Libere. “Radio Potenza Centrale è una Potenza di Radio” ripete ancora oggi da anni la voce di Nino Postiglione sulla radio. Per molti è soltanto uno slogan storico che fa compagnia alla loro vita. Pochi sanno che quella frase è stata un grido di libertà che ha sconfitto il mono- polio della Rai che si credeva EIAR. Pochi sanno che quel grido di libertà che chiamò a raccolta giovani e meno giovani da tutta Italia partì per la prima volta da Potenza. A Sapri lo hanno ricordato, peccato che l’amministrazione di Potenza continui ad ignorarlo eppure c’era solo un’altra cosa che Bonaventura Postiglione amava quanto la libertà ed era la sua Potenza.

Di Massimo Dellapenna

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