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LENTO TRENO LUCANO

TACCO&SPILLO

La cosa che più ci affascina di questo centrodestra è la sua visione lunare delle cose che ama peraltro esibire col talento dell’improvvisazione acrobatica e della pesca miracolosa sullo scibile che più conviene. Ora se vogliamo questo particolare e non proprio specchiato gusto morale di gettare in faccia alla gente qualche numero non aiuta proprio la capacità d’autocritica che pur si dovrebbe avere non solo per potenziare il fare del governo ma anche per cogliere meglio e con più forza l’ordine previsionale delle scelte d’assumere. Così dopo l’accrocco apologetico sulla sanità arriva la doccia fredda del data journalism che la Gabanelli sul Corriere della Sera ha dedicato ai treni regionali che in tutt’Italia scorazzano milioni di pendolari e che dovrebbero darci pur il segno di quella rivoluzione sulla mobilità sostenibile di cui troppo spesso ci si sciacqua la bocca. Ora a guardare Dataroom si scopre che la Basilicata ha treni peggiori e più vecchi di Puglia e Sicilia, che certo non sono messe benissimo e che il divario col Nord è davvero impietoso tanto per rincuorarci sulle magnifiche e progressive sorti dell’autonomia differenziata che ci vuole appioppare il leghista Calderoli e che faranno andare l’Italia a due se non proprio a tre velocità. Canta Ivano Fossati:“Come i treni a vapore. Di stazione in stazione”.

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