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NON SOLO LA FESTA, CONTROLLI E REGOLE: TANTI INTERROGATIVI

La riflessione di Massimo Dellapenna

Mettere sotto processo la festa patronale e la modalità del suo svolgimento non è una cosa che noi vogliamo fare e non lo faremo. La morte di un ventinovenne non è responsabilità del Santo Patrono né degli organizzatori della festa. Certo in molti sono stati insensibili al grido di dolore che in tanti da tanti anni stanno lanciando verso una giornata che si trasforma troppo facilmente in un rito carnevalesco nel quale l’alcool scorre a fiumi e ragazzini bevono più di quello che dovrebbero e in tan- ti denunciano l’abuso di alcolici e droghe in pieno centro.

NON È SOLO LA FESTA

Non vogliamo anticipare l’eventuale risultato dell’autopsia né giungere a conclusioni affrettate. Se ci sono responsabilità, quali siano le cause del decesso di un ventinovenne saranno da accertare e non vogliamo anticipare nessun giudizio. Quello che vogliamo dire, però, è che la circolazione di droghe e alcool a Potenza ha superato il limite di guardia. La droga circola nei locali, nelle piazze e basta chiedere a qualsiasi under trenta per avere una mappa esatta dei luoghi dello spaccio, dei locali e dei bar dove circola tranquillamente in centro come al di fuori del centro. Basta girare i locali aperti la sera per vedere scene da zombie con ragazzi minorenni ma anche maggiorenni che bevono cocktail fino oltre l’ubriachezza. La Legge vieta di somministrare alcolici ai minorenni e a chi è in evidente stato di alterazione da alcolici. Perché nessuno controlla che ciò venga fatto rispettare? La polizia locale, le forze di polizia, il comitato per l’ordine pubblico che Sua Eccellenza il Sig. Prefetto convoca per parlare di qualsiasi cosa quando ha intenzione di fissare delle regole e disporre dei controlli? Davvero è utile solo lo score per provvedimenti sul “sesso degli angeli”?

È SCAPPATO IL MORTO

Quello che è certo è che è scappato il morto. Le buone amministrazioni agiscono prima che il morto ci scappi, cercano di agire sulle cause per evitare gli effetti. Le amministrazioni mediocri aspettano che scappi il morto. Quelle assolutamente insensibili restano indifferenti e non fanno nulla anche dopo che il morto è scappato. Sia chiaro, le ordinanze sugli orari e sui decibel dei locali sono assolutamente inutili. L’art.691 c.p. già punisce con l’arresto e la chiusura del locale l’esercente che somministri alcolici a chi è ubriaco. Il rispetto di questa legge impedirebbe senza ordinanze inutili le scene di ubriachezza molesta cui pure si assiste. Quello che serve, però, è che Prefetto, Questore e Sindaco decidano di farla rispettare. Cosa aspettano il comitato per l’ordine pubblico e il sindaco di Potenza per disporre efficaci controlli notturni nella movida? Se aspettavano il morto per agire, ora il morto c’è. Anche se in ritardo agiscano.

THE SHOW MUST GO ON?

“La notizia del 27enne (29enne, ndr) trovato moto nel centro storico è scioccante ed angosciante! È sempre più urgente una riflessione su questa festa del Santo Patrono, ma vi saranno tempi giusti ed occasioni per discuterne! Ritengo, però, che in questo momento la cosa più urgente e opportuna che Mario Guarente possa fare, è un provvedimento con cui dichiari il lutto cittadino e sospenda i festeggiamenti ad esclusione del programma religioso. Non si può restare indifferenti rispetto a questa tragedia e continuare a festeggiare come se nulla fosse accaduto. Una preghiera per il giovane scomparso”, lo scrive Rocco Fiore sul suo profilo facebook e pone una questione etica seria. Può continuare la festa come se nulla fosse? Un ragazzo morto merita la sospensione delle attività ludiche? Non lo ha ucciso la festa ma una comunità piccola come la nostra può decidere che tutto deve continuare anche con il morto a terra? Qualche tempo e qualche sensibilità fa forse si sarebbe fermato tutto. Non è un obbligo, sarebbe una scelta di rispetto. Ma forse chi deve decidere è convinto che lo spettacolo deve continuare, come se nulla fosse, come un inutile fastidio a chi deve continuare il suo rito orgiastico. The show must go on?

Di Massimo Dellapenna

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