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CARABINIERI, COLPITA FILIERA CRIMINALE INTERNAZIONALE

Perquisizioni e misure cautelari eseguite dai Carabinieri in diverse regioni: 16 arresti, 5 obblighi di dimora e firma. In tutto 51 indagati

È scattata nelle prime ore della mattinata di ieri, in Basilicata, Puglia, Abruzzo, Campania e Lazio e Puglia, l’ordinanza di applicazione di misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Trani, su richiesta dalla locale Procura della Repubblica, nei confronti di 21 soggetti tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo scavo clandestino, al furto, alla ricettazione e all’esportazione illecita di reperti archeologici e numismatici. Complessivamente sono 51 gli indagati e dei 21 provvedimenti cautelari emessi, le misure coercitive e le perquisizioni, ne sono state svolta circa 50, sono state eseguite in più comuni oltre che della Basilicata anche delle altre regioni citate, 16 riguardano l’arresto, tra detenzione carceraria e domiciliare, e 5 gli obblighi di dimora e firma. L’ordinanza è stata eseguita nell’ambito delle indagini dell’Operazione Canusium, dai Carabinieri per Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale, in collaborazione con il Ros di Roma, con i militari dei Comandi dell’Arma territorialmente competenti e con lo Squadrone eliportato “Cacciatori Puglia”. L’Operazione Canusium è stata avviata nel 2022 a seguito dell’individuazione aerea, nell’agro di Canosa, di diversi scavi clandestini. L’inchiesta, sviluppata e ampliata, anche sul piano internazionale, a partire dallo scorso autunno, supportata da attività tecniche, dinamiche e telematiche, ha consentito di individuare un’organizza- zione criminale composta dal classico repertorio strutturato di soggetti che compongono la filiera tipica del fenomeno delinquenziale in danno dei beni culturali e strutturata nel modo seguente: tombaroli, ricettatori di zona (1° livello) e areali (2° livello), nonché da trafficanti internazionali. Il sodalizio, con basi operative nella provincia di B.A.T., ma con dirama- zioni nelle altre regioni, aveva avviato un fiorente canale commerciale di monete archeologiche che, frutto di scavi clandestini eseguiti in Puglia e Campania, venivano poi cedute dai vari ricettatori ai diversi trafficanti internazionali, i quali provvedevano a immetterle sul mercato illecito globale, attraverso Case d’asta estere. Nel corso delle investigazioni sono state recuperate e sequestrate diverse migliaia di reperti archeologici, tra ceramiche e monete archeologiche in oro, argento e bronzo, 60 tra metal detector e arnesi idonei allo scavo clandestino, nonché documentazione contabile attestante le transazioni illecite in Italia e con l’estero. Durante le investigazioni si è rivelata di fondamentale importanza la consultazione della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” del Ministero della Cultura, in via esclusiva gestita, alimentata e sviluppata sul piano tecnologico dai Carabinieri dell’Arte. Il database la più grande del mondo nel suo genere, con oltre 1.3 milioni di files relativi a opere da ricercare. «Complimenti ai Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale – ha dichiarato il Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano commentando l’operazione “Canusium” – per la brillante operazione contro un’organizzazione criminale di tombaroli, ricettatori e trafficanti internazionali di reperti archeologici. La “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” del Ministero della Cultura, gestita in via esclusiva, alimentata e sviluppata sul piano tecnologico dai Carabinieri del Tpc, si è rivelata ancora una volta uno strumento di fonda- mentale importanza ai fini investigativi».

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