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COVID, CHIESTO PROCESSO PER 3 MEDICI

Nel 2020 morirono il 26enne Marco, il 38enne vigile urbano in servizio a Melfi pino e il loro padre 66enne Paolo. Dramma famiglia Larotonda, per 3 responsabili nell’area Vulture l’accusa vuole il rinvio a giudizio

Il Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, Maurizio Cardea, ha chiesto il processo per 3 medici responsabili dell’emergenza Covid nell’area del Vulture-Melfese. È questo l’ultimo aggiornamento relativo alla drammatica vicenda che nel 2020 colpì la famiglia Larotonda di Rapolla che emerse all’attenzione pubblica nell’aprile di quell’anno a seguito del decesso del 38enne vigile urbano Pino, in servizio a Melfi, all’epoca la più giovane vittima del Coronavirus in Basilicata. Pino Larotonda morì nel reparto di terapia intensi- va dell’ospedale San Carlo di Potenza, dove era ricoverato da due settimane. Larotonda, che era in salute e senza patologie pregresse, era stato tra i primi casi di Covid 19 diagnosticati a livello regionale assieme alla sorella. Agli inizi del marzo del 2020 erano andati entrambi a Parma per riportare a casa il cadavere di un terzo fratello, poco più che 26enne, che si trovava lì in cura per una grave forma di fibrosi cistica. Proprio Marco Larotonda, fu la prima vittima Covid della famiglia. Poi toccò a Pino ed infine al padre 66enne Paolo. L’accusa più grave mossa dagli inquirenti di Potenza è quella, a carico di un medico dell’Asp all’epoca incaricato di gestire i casi sospetti, di disporre l’isolamento e chiedere il tampone, di responsabilità sanitaria e colposa nella morte del 66enne. Secondo l’accusa, il medico dispose il tampone per la sorella di Pino Larotonda, ma le comunicò un infondato esito negativo senza aver ricevuto i risultati dai quali, invece, risultava la positività. La ragazza così sarebbe tornata a convivere con i genitori contagiando il padre che poi morì. Lo stesso sanitario e altri due colleghi sono poi accusati di omissione di atti d’ufficio per aver ritardato la somministrazione di tamponi a vari membri della famiglia, inclusi Pino e Paolo. Archiviata la posizione del Direttore sanitario Asp Luigi D’Angola che ha dimostrato di aver correttamente assolto ai propri doveri. Sulla richiesta di rinvio a giudizio, in settimana la decizione del Gup di Potenza.

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