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IL PARCO IMMOBILE

TACCO&SPILLO

Il mondo ha visto la luce in solo sei giorni e la Meloni, quella di “Dio, patria e famiglia” ci ha messo poco più d’una ventina di giorni per fare il suo governo. La stessa efficienza non sembra averla il Ministero dell’ambiente nella gestione del Parco dell’Appennino Lucano. Ora se anche i toni di Antonio Rubino, sindaco di Moliterno e presidente della Comunità del Parco, si sono svestiti della diplomazia con cui spesso arrotonda le sue parole ed hanno buttato fuori un’infinità di strali allora vuol dire che la situazione del Parco è grave perché pastoie burocratiche e cazzeggio politico rischiano di trasformare un Parco nazionale pieno di potenzialità in una specie di bozzetto bucolico. Per questo è davvero urgente che si possa assicurare una nuova e motivata governance al Parco per accompagnare territori e Comuni con azioni di sviluppo e su cui ormai il serafico governatore Bardi e tutta la politica regionale hanno il dovere istituzionale di far sentire la loro indignazione contro la lentezza e l’insufficienza gestionale del parco e con loro magari anche la truppa dei parlamentari lucani, peraltro sempre pronti a buttarla in caciara. Scrive William Burroughs: “La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili”.

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