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UN MONDO SEMPRE PIÙ IMMERSO NELLA “CONNESSIONE”, MA È SICURO?

Parlami di Tech – suggerimenti e istruzioni per non essere utilizzati dalla tecnologia

È praticamente impossibile parlare nelle poche righe di un articolo di giornale, di Sicurezza Informatica; è altrettanto inopportuno scrivere fiumi di parole complicate o redigere un trattato tecnico che soltanto pochi interessati perderanno il tempo a leggere. Ma nel 2023, considerando quello che quotidianamente accade, sinceramente, mi aspetterei delle campagne di informazione sull’ argomento, alla stregua di quelle messe in piedi dal Governo per propagandare come difendersi dal CoVID-19. Insomma, guardiamoci intorno, siamo totalmente immersi in un mondo connesso, ma non sappiamo capire a chi o a cosa lo siamo. Certo è difficile distinguere il bene e il male quando non si è neanche capaci di capire cosa si sta guardando. Sì, proprio come le facce di alcuni di noi, in un museo, di fronte ad un pezzo di “arte contemporanea”: avete presente? Eppure, l’avamposto della sicurezza, la prima linea di difesa, siamo proprio noi! Bisognerebbe cominciare dalle piccole cose per darci la possibilità di riguadagnare la riservatezza e il controllo. Ci indaffariamo e affanniamo a firmare milio- ni di moduli di privacy e consensi informativi e poi, scarichiamo un’App o apriamo una mail in cui, solo con la promessa di ricevere un prodotto gratis o un buono sconto, siamo disposti ad inserire tutti i nostri dati e a scambiare la nostra riservatezza per pochi spiccioli. Quei pochi dati inseriti serviranno a far capire che tipo di persona siamo! Lo chiamano “profiling”. Cominceremo a ricevere offerte via mail o web (avete presente i Cookie? No?), cliccare qualche link, rispondere (in modo più o meno educato) a centinaia di telefonate e nel frattempo il nostro profilo diventerà sempre più delineato e pronto per essere utilizzato contro noi stessi. Questo è solo uno dei mille modi di “rubarci l’identità”: fa paura a chiamarla così? Ciao ciao riservatezza! Parlavamo dei piccoli gesti. Il nostro bimbo, il nostro amico o il nostro collega, ci chiede di poter usare un nostro device (per essere chiari: stiamo parlando del nostro computer o del nostro smartphone…insomma il nostro cellulare!). Mentre lo usa, scarica – ovvero installa in modo permanente su un apparato collegato in rete al mondo intero – quel fantastico gioco o quell’App che tanto piace. “Questa ti fa vedere come sarai da vecchio…”. “Ma cosa succede? Mi chiede la password dell’account: e quale account? Vediamo…ok! Dai, inserisco quello che uso per la posta elettronica o meglio quello che uso per la banca. Ah, sono gli stessi! Ma…non funziona! Ah ecco, ora va e non vuole neanche più la password”! Ma vediamo meglio cos’è successo. Chi ha messo in circolazione quell’App, potrebbe aver compreso “tra le righe” del codice – beneficio del dubbio – qualche funzione per cui vi venga richiesto un paio di volte di digitare “i dati dell’account” (era quello della posta o quello della banca?) in modo da essere sicuro di collezionare almeno un paio di password, che poi potrà rivendere a persone specializzate nella forzatura dei vostri depositi informatici (alias account). In altri casi, i dati non vengono magari venduti, ma rubati… quando sentite notizie che parlano di dati di account rubati dagli archivi elettronici di questa o quella compagnia, siete co- sì sicuri che non includano anche i vostri? I Cookies di cui abbiamo appena parlato, in breve, possono essere usati per trasferire le vostre informazioni personali inviate ad un sito internet da una società ad un’altra, senza che ve ne accorgiate. Ciao ciao controllo! C’è una guerra in corso, proprio dietro l’angolo, e tutte le nuove tecnologie ce la fanno sentire sulla nostra pelle! Diventare parte di qualcosa, ci fa diventare empatici e ci fa immedesimare. Un altro peso da portare sulle spalle. Bene! Immedesimiamoci ora anche nel nostro vivere quotidiano! Ah, ho dimenticato di chiedere: ho indovinato dicendo che i dati di accesso che avete inserito in quella famosa App, ovvero nome utente e password di registrazione, sono gli stessi che usate sui vostri social personali e sul profilo del conto bancario? Mi piacerebbe concludere ogni mio testo con quella che chiamerei la “Parola Del Giorno”, che possa arricchire il vostro vocabolario di tecnologia. Social Profiling:” La profilazione utente si riferisce alla raccolta e all’analisi di informazioni sui comportamenti, le preferenze e le caratteristiche degli utenti su diverse piattaforme internet. Queste informazioni vengono poi utilizzate per creare un profilo dettagliato dell’utente, che può essere utilizzato per fornire pubblicità mirata, contenuti personalizzati e altre esperienze online. La profilazione degli utenti può essere utilizzata anche contro gli utenti stessi. Ad esempio, le informazioni raccolte possono essere utilizzate per manipolare l’opinione dell’utente o per creare contenuti che siano in linea con le sue opinioni pregresse, rinforzando così eventuali pregiudizi o convinzioni errate. Inoltre, le informazioni possono essere utilizzate per scopi non autorizzati, come il furto di identità o la violazione della privacy dell’utente. Per questo motivo, è importante prestare attenzione alle informazioni che si condividono online e fare attenzione a come vengono utilizzate dalle diverse piattaforme e applicazioni.” Se avete richieste o risposte, curiosità o comunicazioni, precisazioni o correzioni, potete scrivere a parlamiditech@lecronache.info

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