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IL PARADOSSO TRICOLORE

Sanità privata, le ambizioni presidenziali di Quarto offuscano le idee a Fratelli d’Italia?
I Meloniani prima votano la Dgr e poi la «esaminano» chiedendo che «sia rivista»

Articolo di Massimo Dellapenna

La Dgr 189 che era stata annunciata dalla Giunta Bardi come risolutrice dei rapporti tra Regione e Sanità Privata, non piace (o è più coretto dire non piace più?) agli operatori privati della Sanità ma, soprattutto, non piace a Fratelli d’Italia (anche in questi caso “non piace più?”, visto che l’hanno votata anche gli assessori del partito della Meloni). In una nota diffusa ieri, infatti, e sottoscritta dai tre parlamentari, dal segretario regionale Quarto, dai due segretari provinciali Toto e Giuzio e dal Presidente del Consiglio Cicala, il partito della Premier ha rivendicato il ruolo di partito guida della coalizione e, nel ritenere che la delibera non rispetti gli accordi presi, ha chiesto la rivisitazione della delibera (sic!)

GALELLA E LATRONICO DORMIVANO? COVIELLO NON C’ERA?

Rispetto al precedente documento sottoscritto sul bilancio, si evidenzia subito nella comunicazione inviata ieri alla stampa da FdI che mancano le firme degli assessori Galella e Latronico e del capogruppo Coviello. Non sappiamo se questa mancanza è una decisione dei firmatari o se i tre non abbiano inteso sottoscrivere una posizione perché non la condividono, quanto meno per non smentire se stessi, nel caso dei primi due. Certo esiste una discreta schizofrenia politica in un partito i cui rappresentanti votano in Giunta la Dgr per poi vedersela sconfessare dal segretario regionale, lunedì 3 aprile 2023 Primo Piano 9 www.lecronache.info dai parlamentari e dai segretari provinciali nonché da metà gruppo regionale. La mano destra non sa cosa fa la sinistra?, o, più semplicemente, abbiamo un partito che ad ogni piè sospinto cerca la polemica e lo scontro. Qual è la posizione di Fratelli d’Italia, quella espressa dagli assessori in Giunta o quella espressa dai non assessori nel comunicato stampa?

ROSA DI LOTTA E DI GOVERNO, LA LINEA RETTA DI MATTIA

Non è un segreto per nessuno che Gianni Rosa ha avviato da tempo una polemica con il Generale Bardi e, nel caso di specie, una linea di dialogo con le strutture private di sanità. Così come non è un segreto per nessuno che Alessandro Galella sia un fedelissimo del senatore, nominato assessore proprio in quanto ex fido Alfiere di Rosa, che da consigliere prima e assesore poi lo aveva comandato in Regione. Che senso ha che Rosa, insieme al fedelissimo Giuzio, chieda la revoca e la modifica di una delibera che il suo fedelissimo Galella ha votato? Ci piacerebbe sapere se Alessandro Galella condivide la posizione di Rosa e del partito in cui milita e, quindi, sconfessa ciò che ha votato in Giunta o condivide la posizione che ha votato in Giunta e, quindi, sconfessa la linea di Rosa e del Partito. Forse una telefonata preventiva e una lettura più attenta di ciò che si vota o si sottoscrive sarebbe utile prima di creare corto circuiti. Più lineare la posizione di Aldo Mattia che ha sempre saputo dove andare e agisce in piena sintonia con i suoi fedelissimi Cicala, Toto e Quarto smentendo anche l’idea secondo la quale il coordinatore regionale sarebbe uno dei cortigiani di Bardi, a questo punto. Ingolosito forse dal fatto che se al prossimo giro toccasse a FdI potrebbe essere proprio il segretario regionale il candidato presidente? Ad ogni buon conto sarebbe opportuno che FdI faccia chiarezza al suo interno e presto.

IL NODO PIENI POTERI

Quello che nessuno ha il coraggio di dire apertamente è che le responsabilità dello stallo politico e delle fratture che si consumano all’interno della maggioranza è anche (ma non solo, visti i tatticismi che iniziano a serpeggiare con l’avvicinarsi delle elezioni) nella cosiddetta “Pieni poteri” con la quale la politica ha rinunciato a essere protagonista dei meccanismi decisionali delegandoli per larga parte alla presidenza e il suo entourage. Una decisione voluta dalla Prima Giunta Bardi, quando Rosa e Leone erano nella Giunta Regionale e il primo puntava o riteneva di essere il consigliere privilegiato del Presidente.

SANITÀ E BILANCIO

Intanto tutto si ferma sul bilancio. I partiti hanno deciso che per adesso non lo si vota ma anche su questo Bardi ha avuto l’intelligenza di rilanciare. Al tavolo della Giunta ha chiarito che senza l’approvazione del bilancio si rischia il commissariamento della Sanità. Una situazione che mette in difficoltà la Lega il cui segretario regionale, pur essendo favorevole ad ogni ipotesi che favorisca le elezioni anticipate, deve fare i conti con le responsabilità di Fanelli. Va detto, in tutta onestà, che tra i compiti degli assessori regionali non c’è quello di verificare i conti, responsabilità che è in ca- po alla struttura dirigenziale e ai Dg nominati con la pieni poteri. E se la qualità è quella di Bortolan…

FERMATE IL TEATRINO, O GOVERNATE O SI VOTI

È evidente che siamo davanti ad una mediocre rappresentazione teatrale, un mix tra il teatrino della politica e le comiche finali. Non ha alcun senso approvare delibere di Giunta che poi vengono smentite dagli stessi partiti che le hanno votate. Così come non ha senso continuare a sospendere la votazione sul bilancio per poi votarlo così com’è, con piccole modifiche e tante promesse. Una situazione di stallo senza precedenti che si può sciogliere solo in due modi: andando a votare subito o agendo. Quello che è intollerabile è la lenta agonia della politica che danneggia i cittadini, ma anche i partiti stessi. Come scrive da tempo da queste colonne Devoti, infatti, queste beghe interne di piccolo cabotaggio sono il vero nemico del centro destra. Che ha la strada spianata per vincere anche le prossime regionali, a patto che però si resti uniti e non si continui questo inutile gioco al massacro.

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