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LISTE D’ATTESA 2022 LA QUALITÀ DELLA RACCOLTA DATI A LIVELLO NAZIONALE

“Inoltre, dato che la gestione dei tempi di attesa rappresenta uno dei criteri per garantire l’accesso al nostro sistema universalistico, questa disomogeneità non permette la valutazione delle performance del sistema stesso e riduce l’opportunità di produrre informazioni indispensabili per attuare una programmazione sanitaria efficiente”

LISTE D’ATTESA 

Hi – Healthcare Insights, Osservatorio Indipendente sull’Accesso alle Cure a opera di Fondazione The Bridge, è uno strumento di monitoraggio sull’accesso al Sistema Sanitario Nazionale e ha la funzione di individuare, evidenziare e dare risposta alle lacune e criticità ostacolo a tale accesso con l’obiettivo di creare un’informazione libera, pubblica e accessibile a tutti.

L’Osservatorio HI – Healthcare Insights si è posto l’obiettivo di comprendere quanto il tema delle liste d’attesa sia gestito dalle Regioni in base al dettato normativo del PINGLA 2019-2021 (Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa).

I PROSSIMI STUDI

Gli obiettivi di analisi varieranno nel tempo tenendo conto delle diverse esigenze e priorità sociosanitarie del paese.
Ogni anno il Comitato Scientifico delineerà sia un macro-obiettivo, che verrà analizzato nel tempo, sia dei temi sviluppati attraverso delle ricerche spot che andranno a concludersi invece nel breve periodo. 

L’Osservatorio HI – Healthcare Insights si è posto l’obiettivo di comprendere quanto il tema delle liste d’attesa sia gestito dalle Regioni in base al dettato normativo del PINGLA 2019-2021 (Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa), considerato che, oltre a rappresentare un aspetto organizzativo di rilevanza fondamentale per tutto il sistema sanitario, si tratta di un ambito che pertiene sia alla comunicazione nei confronti della cittadinanza, nel rispetto dei principi di trasparenza e buon andamento di cui all’art. 97 della Costituzione, che alla qualità e confrontabilità dei dati condivisi. 

La raccolta dei dati inerenti ai tempi di attesa e la loro condivisione pubblica permettono alla popolazione generale di mantenersi informata in merito all’accessibilità delle singole prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale. Inoltre, si tratta di informazioni che permettono una costruzione razionale delle politiche sanitarie non solo regionali ma anche a livello nazionale; un attento monitoraggio regionale e nazionale permetterebbe di comprendere meglio trend e prospettive da cui derivare riflessioni e implicazioni per un eventuale policy-making.

Per tutti questi motivi, l’Osservatorio HI ha condotto due tipologie di analisi: la prima volta a restituire la qualità dei dati raccolti, la seconda ad approfondire, invece, le informazioni inerenti nello specifico le tempistiche d’attesa.

LISTE D’ATTESA 2022

LA QUALITÀ DELLA RACCOLTA DATI A LIVELLO NAZIONALE

La normativa nazionale sul monitoraggio delle liste d’attesa, fornendo più metodologie di rilevazione dei dati, lascia, di fatto, libertà alle Regioni nella scelta di quali adottare il che comporta, da un punto di vista qualitativo, una differenziazione rilevante a livello locale. Per poter restituire una lettura d’insieme della situazione nazionale in base alle informazioni ricevute dalle Regioni, l’Osservatorio HI ha individuato e adottato alcuni parametri di valutazione, analizzati attraverso l’impiego di indicatori di performance che concorrono a renderli i più esaustivi possibili.

L’indagine è stata condotta sulla base dei tre parametri già individuati per la precedente edizione, cioè:

  • l’accessibilità, indicante la facilità del reperimento del dato richiesto;
  • l’usabilità, ossia la possibilità o meno di comprendere appieno le informazioni visualizzabili;
  • la completezza, rispetto alla qualità e alla quantità dei dati raccolti dalle Regioni

A questi si è aggiunto quest’anno il parametro della confrontabilità, ossia la possibilità di confrontare i dati di una medesima Regione da un anno all’altro. Tuttavia, si è preferito privilegiare il confronto rispetto al Report precedente, e di conseguenza il parametro della confrontabilità non è stato considerato per il calcolo del punteggio finale.

Per un approfondimento ulteriore rispetto alle performance regionali sui singoli parametri, si rimanda al documento completo

“Liste d’attesa. La qualità della raccolta dei dati a livello nazionale.”

RISULTATI

Da un lato, sebbene in modo non coerente, non sempre chiaro e adottando criteri differenti, le Regioni dimostrano generalmente di poter fornire informazioni sui tempi di attesa delle prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale sia in modo diretto, a richiesta esplicita, che in modo indiretto, tramite interfacce online.

D’altro canto, alcune riflessioni meritano di essere compiute proprio su questa differenza di approcci. Ciò che di primo acchito potrebbe rappresentare l’ennesima conferma di un regionalismo poco coordinato su tematiche di rilevanza indubbia in ambito sanitario è frutto, in realtà, della stessa normativa nazionale sul monitoraggio delle liste d’attesa che, fornendo una pletora di diverse metodologie di rilevazione dei dati, lascia di fatto libertà nella scelta degli stessi.

LISTE D’ATTESA.
LA QUALITÀ DELLA RACCOLTA DEI DATI A
LIVELLO NAZIONALE
Aggiornamento dati al 31 dicembre 2021
REPORT MARZO 2023

https://www.hiosservatorio.it/wp-content/uploads/2023/03/Listedattesa_QUALITATIVA_def_su-2021.pdf

CONCLUSIONI 

Dall’analisi condotta sull’anno 2021 si possono trarre, in buona parte, le medesime conclusioni presentate nella precedente edizione del Report.
Da una parte, un significativo numero di Regioni conferma la capacità di fornire informazioni sui tempi di attesa delle prestazioni offerte dal Servizio Sanitario Nazionale. Tale capacità si esplica sia con diretta risposta a seguito di una richiesta esplicita, sia in maniera indiretta, attraverso la predisposizione di interfacce virtuali. Inoltre, la maggior parte delle Regioni si dimostra capace di fornire dati interoperabili, che permettono l’attività di studio da parte di un tecnico. L’unica Regione che non ha fornito dei dati intellegibili per tale studio, il Veneto, presenta comunque dati accessibili al cittadino.
Tuttavia, come già osservato nella precedente edizione del Report, sono da segnalarsi delle criticità, riferite in particolare alla varietà della metodologia di monitoraggio.
Infatti, il monitoraggio svolto dalle Regioni in base alla disciplina del PNGLA può essere descritto come non razionalizzato e spesso incompleto.

Non essendoci la possibilità di confrontare il risultato della presente analisi con le relazioni ministeriali che dovrebbero essere pubblicate annualmente a seguito dell’invio dei flussi di monitoraggio da parte delle Regioni,17 si sono riscontrate problematiche non indifferenti nell’interpretazione corretta di alcune informazioni.

Nuovamente, si ricorda che tali difficoltà sono da imputarsi non al regionalismo che, in base al riparto delle competenze stabilito all’art. 117 Costituzione,18 permea la materia sanitaria, quanto alla stessa normativa nazionale.
Infatti, il testo del PNGLA, fornendo diverse metodologie di raccolta dei dati tra cui scegliere, lascia ampio margine di discrezionalità alle Regioni.
Si deve così giungere alla conclusione che la libertà lasciata dal PNGLA comporta una indubbia frammentazione del sistema, con ripercussioni negative sulla possibilità di operare una confrontabilità effettiva dei dati.

Ciò comporta significative conseguenze: innanzitutto, ostacola gli sforzi di snellimento e alleggerimento del funzionamento del Servizio Sanitario Nazionale avvenuti negli ultimi anni.

Inoltre, dato che la gestione dei tempi di attesa rappresenta uno dei criteri per garantire l’accesso al nostro sistema universalistico, questa disomogeneità non permette la valutazione delle performance del sistema stesso e riduce l’opportunità di produrre informazioni indispensabili per attuare una programmazione sanitaria efficiente.
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