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LA QUESTIONE MORALE

TACCO&SPILLO

In vena di recuperi crociani dell’etica con l’estetica, che avrebbero fatto la gioia del ministro Sangiuliano, il governatore Bardi tempo fa aveva cercato di derubricare la questione morale ad un’ossessione della sinistra giacobina e radical chic, che pure ha già i suoi problemi d’immagine con i casi di Speranza e D’Alema. Ora lasciamo stare l’addendum giudiziario coi soliti balletti d’inchieste, sentenze ed appelli tra pm, gip ed avvocati e che alla fine consegna il reato di corruzione elettorale, reato ovviamente tutto da provare, ma così indecente da non poter essere nascosto nemmeno dal giochino vittimista della politica, perché a chi volesse inseguire la profondità di significato della questione morale basterà elencare anche la sola cronologia dei fattacci di questo centrodestra. Ci riferiamo, ad esempio, alla frastagliatura scomposta sulle nomine di vertice di Regione, sanità ed enti come al valzer surreale delle dimissioni dei fiduciari napoletani di Bardi e su cui il buon occhio del senatore di FdI Gianni Rosa ha posato la sua pungente ironia aviglianese o ancora agli insulti scambiati in piena cattività politica tra consiglieri, assessori, segretari, factotum e che fanno spesso vergognare la Basilicata. Canta Marco Mengoni:“Una questione morale ma puramente casuale dannatamente immorale ma immoralmente casuale”.

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