Questo è il quinto articolo che scrivo sulla frana di Castrocucco su questa testata giornalistica. Il primo è sta- to pubblicato il 12 Dicembre nel quale narravo la storia della vecchia Castrocucco disabitata già nel XV secolo certa che davvero pochissimi fossero a conoscenza che su quella rupe a picco sul mare non fosse un castello ma un paesino nato e morto durante l’Età Medioevale. Con il termine latino castrum si fa riferimento a un castello ma anche a un centro munito di fortificazioni come era l’antica Castrocucco. Spiegavo che in altri luoghi dove erano stati valorizzati paesi disabitati come Castrocucco erano sorti parchi archeologici e mete turistiche. E cosciente della gravità della frana per l’economia della zona concludevo l’articolo con le seguenti parole “ Fra i tanti progetti sulla riqualificazione di Maratea prima della frana ve ne era uno che a me pare molto interessante: la costruzione di un porto a Castrocucco. Se oggi ci fosse quel porto e attraverso un servizio di traghetti si potrebbe raggiungere il porto di Maratea per sbarcare e continuare a spostarsi con l’automobile…Di certo bisogna subito trovare una soluzione: immaginate il disagio degli studenti che devono raggiungere le scuole di Maratea dalla Calabria ogni giorno e tutti coloro che lavorano e devono fare lo stesso tragitto. In Estate quando questo tratto di costa verrà raggiunto da moltissimi turisti diventerà tutto ancora più complicato e difficile. La frana di Castrocucco ha diviso in due parti il Golfo di Policastro: da conoscitrice esperta di quel tratto di costa io so che sarà molto difficile prendere delle decisioni e trovare delle soluzioni in breve tempo. So anche che quella strada è problematica e soggetta a episodi ciclici di frane di piccole e grandi dimensioni. Bisogna scegliere coraggiosamente la soluzione più idonea perché Castrocucco non riviva nuovamente l’abbandono”. Non è piacevole sentirsi una rediviva Cassandra perché immaginavo la sofferenza di chi abita in quei luoghi e cosa sarebbe potuto succedere nei mesi successivi con l’arrivo della bella stagione. Ripeto era il 12 Dicembre 2022. Ho scritto su Castrocucco nuovamente il 3 Febbraio 2023 giorno della festa di San Biagio patrono di Maratea sperando in un miracolo “Ora è Maratea ad aver bisogno di tutti noi perché è ferita, molto ferita e insieme dobbiamo curarla e farla tornare bella come sempre! Maratea… deve trovare il modo per sopravvivere alla fragilità del territorio e cercare la soluzione più giusta anche se potrebbe essere severa. La luce deve tornare davvero: per oggi, auguri a tutti i marateoti per la festa di San Biagio”. Ancora il 16 Febbraio unisco la vicenda del Castello di Monteserico, preda di imprenditori di energie alternative senza scrupoli, con quella di Castrocucco e scrivo “Pochi Lucani conoscono il castello di Monteserico, quasi nessuno il paese disabitato di Castrocucco. Luoghi frequentati dagli addetti ai lavori e dai turisti più attenti ma questi due luoghi sono veri attrattori culturali perché conservano e trasportano verso il futuro la nostra identità. Meritano più attenzione, meritano i riflettori accesi notte e giorno…e io continuerò a tenere acceso questo riflettore sulle due vicende sperando che tanti seguiranno il mio esempio. Senza paura…”. E ancora il 20 Febbraio pubblico un articolo più tecnico grazie a un amico di Maratea che mi mostra una possibile soluzione in una strada sterrata di circa 800 m. da mettere in sicurezza e che potrebbe sostituire il tratto della SS 18 colpito dalla frana in attesa che si costruisca una galleria, unica vera possibilità per servire il territorio di un tratto di strada adatto alle esigenze del posto. Inoltre aggiungevo “A pochi anzi quasi a nessuno, oltre me visto che ne parlo solo io, interessano le sorti del castrum che potrebbe scomparire perché fatto esplodere o perché continuerebbe a precipitare nel mare franando con la montagna. La vecchia Castrocucco viene percepita dai più solo come un ulteriore problema. Mettere in sicurezza il castrum è altra operazione piena di difficoltà ma nessuno ne parla…si potrebbe cominciare a mettere in sicurezza la strada sterrata perché possa essere percorsa dalle automobili. E poi cominciare a occuparsi del castrum e della galleria. Prima della frana, da lontano le rovine del feudo di Castrocucco sembravano guglie che si ergevano al cielo cercando di raggiungerlo: vocate a raggiungere il cielo destinate a precipitare nel mare!… Trattasi di un problema di difficilissima gestione e, spesso, senza soluzioni, forse pieno solo di speranze…E malgrado l’abbandono da oltre seicento anni, Castroccuco ha resistito ed è ancora lassù mentre sembra spiare il mare affacciandosi pericolosamente sullo strapiombo: Castrocucco non vuole scomparire dalla scena della storia” Mi pare ben chiaro che scrivere e denunciare bruttezze serva a ben poco se, sempre dagli organi di stampa tradizionali ma anche dai social, apprendo che i lavori vanno a rilento, anzi sono fermi anche nei giorni di tempo buono e che il 23 Marzo si è svolto un incontro fra i cittadini e il comune e la regione ma non ho voglia di ripetere le terribili parole rivolte al sindaco di Maratea e all’assessore regionale alle Infrastrutture attraverso un comunicato stampa da parte degli stakholders della zona e la richiesta di dimissioni per entrambi per manifesta incapacità ad affrontare una situazione così grave. Non ho voglia di ripetere manco le scuse trovate sui finanziamenti e su cosa si potesse fare con questi soldi: la pletora di politici che andavano a Roma a chiedere super finanziamenti dove é finita? Passata la festa, gabbato lo santo? In un successivo comunicato stampa altri stakholders del territorio funestato dalla frana chiedono una maggiore attenzione da parte dell’Anas e sorveglianza da parte della Giunta Regionale perché si velocizzino i lavori e sia rispettato il crono programma. Con la precisazione che questa terribile frana non può essere trattata come un normale cantiere perché si tratta di una emergenza interregionale che andava trattata con misure nazionali rilevanti. Caz.o, intercalare di gran moda, dopo solo cinque mesi finalmente ve ne siete accorti e state usando le parole giuste e adeguate a questo bruttissimo evento!? Siamo sulla giusta strada: tempo passa e Dio provvede… ma mi auguro per tutti! Castrocucco non deve morire, niente e nessuno muore due volte a questo mondo! Che cosa succederà alla Perla del Tirreno…ma come ci insegna la Bibbia “… non date le vostre perle ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi…”(Matteo 7,6).
Di Antonella Pellettieri