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POTENZA, UNA CITTÀ FANTASMA

OLTRE IL GIARDINO : S’accende il dibattito tra centro storico abbandonato e malamovida, ma non va anche altro

Articolo di Massimo Dellapenna

C’ era una volta Potenza città Regione, la città che concentrava su di sé la gran parte degli investimenti pubblici, che garantiva i servizi a tutti, che stendeva la propria mano a volte materna a volte matrigna su tutto il territorio. Con la fine del Partito Regione è morta anche la Città Regione, le aree industriali e produttive sono lontano dalla Città Capoluogo, Matera è diventata il grande attrattore della cultura e del turismo, i luoghi del potere e dell’amministrazione si sono decentrati e si sono allontanati dal centro storico nelle immense periferie del non luogo. Il risultato è una città che sta perdendo o ha perso l’ani- ma e che fa difficoltà a ritrovarla. Se n’è parlato ad “Oltre il Giardino” condotto da Paride Leporace a Cronache TV visibile in tutta Italia sul canale 68 del Digitale Terrestre con i consiglieri Comunali Vincenzo Telesca e Francesco Flore e con il vicesindaco della città capoluogo Michele Napoli.

UN CENTRO STORICO SVENTRATO E SENZ’ANIMA

Il Centro Storico, basta vedere le fotografie di qualche anno fa, era il cuore della città, il luogo dove tutti volevano vivere e dove tutti facevano lo “struscio”, dove c’erano i negozi della città e i luoghi di ritrovo, dove si svolgevano le adunate politiche dei comizi di Colombo, di Almirante o di qualsiasi altro grande leader politico. Non è più così da tempo e ad inquadrare bene la causa è proprio Michele Napoli che evidenzia come il declino del Centro Storico non sia iniziato nel dopo sisma con la costruzione di alloggi fuori da esso ma con il grande sventramento dell’immediato dopo guerra, quando il centro storico ha perso l’anima snaturandosi. Un declino lento e progressivo difficile da ribaltare perché, come ci insegna la storia di qualsiasi Città, nel momento in cui ad un centro fai perdere la sua identità non è difficile farla rivivere. «Non c’è un centro, c’è una città storica, perché quel complesso di abitazioni, chiese, conventi, piazze e strade, e poi di persone e di attività, era una città a tutti gli effetti, fisici, sociali e comunitari. Non il centro di qualcos’altro», scrisse così Pierluigi Cervellati, storico esperto dei centri storici italiani e del loro possibile recupero. In questo senso inquadra bene la questione Vincenzo Telesca secondo cui la contrapposizione tra la movida e i residenti non solo è dannosa per tutti ma è anche falsa. «I residenti – precisa Telesca – vogliono che la movida si svolga in sicurezza» e chiede di poter mettere in funzione il servizio notturno dei Vigili Urbani. Idea questa condivisa anche da Flore che chiede maggiore sicurezza nel centro storico, in modo da impedire che i giovanissimi che vivono la città nelle notti d’estate si sentano non controllati e, quindi, in pieno diritto di poter fare qualsiasi co- sa. Una richiesta alla quale il Vicesindaco Napoli risponde precisando che il bilancio non consente l’effettuazione del servizio notturno dei Vigili Urbani e che il Comune si sta adoperando per la vigilanza a distanza ma che, comunque, la città non è un posto né pericoloso né sicuro. Ma è sull’identità del centro che il Vicesindaco insiste anche ricordando l’intervento di recupero della Torre Guevara. Purtroppo, aggiungiamo noi, non sarà possibile in nessun modo risolvere ed affrontare tutte le modifiche devastanti che negli anni so- no state portate alla Città nel suo centro che pre- senta in molti posti degli autentici mostri architettonici.

INTANTO IL CENTRO STORICO MUORE

Contesta i dati sullo spopolamento di attività commerciali nel centro storico Michele Napoli, precisando che il numero delle attività è sostanzialmente invariato. Un dato, però, che contrasta con la visione che ci viene offerta quotidianamente dalle vetrine con il cartello “fittasi” esposto. Diverse le idee per ripopolare il Centro Storico dei tre esponenti della politica cittadina. Secondo Vincenzo Telesca è necessario adibire tutto il centro storico ad area pedonale, idea questa già presente nel programma elettorale di Bianca Andretta per rendere Potenza simile a Perugia. Francesco Flore propone di imitare Via Sparano e costruire una via dei grandi marchi facilitando l’investimento delle grandi catene di Franchising e costruendo nuovi parcheggi al posto del cinema Ariston.

UNIVERSITÀ GRANDE ASSENTE

La grande assente in città è l’Università e ce lo ricorda, nel secondo spazio della trasmissione, proprio Gaetano Fierro indimenticabile ed indimenticato sindaco di Potenza che evidenzia come quando l’Università non c’era a Via Addone c’era il Circolo Universitario, adesso che l’Università c’è in città non c’è più un punto di riferimento universitario di nessun tipo. Un tracollo quello dell’Università bene evidenziato proprio da Gaetano Fierro che, dall’alto della sua longeva esperienza, ricorda come in passato c’erano oltre 600 studenti cilentani che venivano a Potenza a studiare mentre oggi l’Università non attrae e non sviluppa politiche di attrazione verso il nord Calabria o verso il Cilento e la Puglia. Un’università che, come ci ricorda proprio Paride Leporace, malgrado i nostri numerosi inviti si rifiuta di partecipare ad ogni confronto e che, come evidenziato proprio da Fierro, non ha lasciato al Sindaco di Potenza neanche lo spazio di un saluto durante le celebrazioni per l’anniversario della fondazione alla presenza del Presidente della Repubblica. Eppure l’Università, proprio rifacendosi al modello perugino rilanciato da Telesca, potrebbe essere un attento veicolo per rendere appetibile la città e rilanciarla se solo non si ritenesse un corpo estraneo al contesto sociale, lontano dalle esigenze territoriali e distante da ogni ipotesi di partecipazione popolare.

AL CENTRO DELLA DISCUSSIONE E DEL DIBATTITO POLITICO E SOCIALE

Oltre il Giardino e tutto il palinsesto e l’informazione di Cronache si dimostra sempre al centro della discussione e del dibattito, continueremo a parlare di Potenza e del suo destino così come continueremo a parlare di Università senza fare sconti a nessuno, cercando il confronto con chiunque lo voglia tentare. Come ha ricordato Fierro, infatti, Cronache è uno spazio di libertà e di approfondimento che vuole provare a far discutere ed essere trampolino e luogo di confronto. E’ nella nostra missione e nel nostro spirito anche se tutto ciò ai nostalgici del monopolio dell’informazione e agli urlatori diffamanti può non piacere e così andiamo avanti ricordandoci che ‘’deminimis non curat praetor’’.

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