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PADRI PUTATIVI, PROFUGHI E AMORE SCONFINATO

Il racconto di Antonella Pellettieri

La Sacra Famiglia è la famiglia che meglio di tutte le altre rappresenta la contemporaneità e le evoluzioni di questi tempi. Scrivo queste parole dopo il mio articolo di qualche giorno fa su San Giuseppe, padre putativo, perché mi sono arrivati molti input e messaggi. Alcuni padri mi hanno scritto parlandomi dei loro padri e dei loro figli e ho capito che mai come in questo momento, sia necessario parlare di famiglia e delle sue evoluzioni. Alcuni parlano di crisi della famiglia tradizionale ma io credo che non ci sia alcun crisi: c’è una evoluzione reale perché i cambiamenti reali si chiamano evoluzioni e non rivoluzioni. Di certo Gesù non nasce in una famiglia tradizionale ma a Sua causa(spero di non es- sere scomunicata!). Gesù per diventare uomo utilizza la maternità surrogata (si direbbe oggi) e la Madonna non viene inseminata “in maniera tradizionale”. Gesù è una divinità e divino è anche il Suo concepimento voluto dallo Spirito Santo. Nei secoli passati tra i vari modi di computare il tempo vi è anche quello ab Incarnacione Domini che fa cominciare l’anno il 25 Marzo, giorno del concepimento di Gesù e dell’Annunciazione. In realtà era un modo per far nascere il nuovo anno con l’Equinozio di Primavera e ridare valore al nome di alcuni me- si come Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre che sono il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo mese dell’anno secondo il calendario in uso fino al II secolo a.C. nell’antica Roma, quando il primo mese dell’anno era Marzo. A parte le cronologie e le cronografie, Gesù nasce da una non madre ma anche da un non padre: Giuseppe è il padre putativo. In- somma San Giuseppe e la Madonna “spacciano” Gesù come loro legittimo figlio: che bricconcelli questi spacciatori di divinità! Sia il padre sia la madre vengono avvisati dall’Arcangelo Gabriele: nel Vangelo secondo Luca l’Arcangelo Gabriele appare a Maria e le dice che diventerà Madre di Gesù anche senza “aver conosciuto” un uomo e partorirà vegliata da Dio. L’Arcangelo annuncia a Maria anche la nascita di un altro bambino che sarà partorito da Elisabetta, cugina di Maria, sterile e non più giovanissima ma che tramite lo Spirito Santo, era incinta già di sei mesi. Da Elisabetta nacque Giovanni Battista. Giuseppe ha un ruolo ugualmente molto difficile e lo capiamo dalle parole del Vangelo secondo Matteo: prima che i due promessi sposi andassero a vivere insieme, Giuseppe apprese che Maria era incinta. Per non farla lapidare – secondo la legge ebraica le adultere erano lapidate – decise di allontanarla in segreto ma gli apparve in sogno l’Arcangelo Gabriele che gli spiegò che era stata concepita dallo Spirito Santo perché si incarnasse il Figlio di Dio a cui bisognava mettere il nome Gesù. Giuseppe che era un uomo giusto accettò e prese Maria con se, la sposò che era incinta e la sostenne durante il parto e le doglie facendo nascere il Figlio di Dio che avrebbe salvato il mondo, in una mangiatoia al freddo e al gelo. Dopo pochissimi giorni, Giuseppe sogna ancora e salva Gesù dalla strage degli innocenti voluta da Erode e fuggendo in Egitto. San Giuseppe commette una serie di azioni criminose per salvare la moglie e il figlio…La storia della Sacra Famiglia raccoglie molti temi dibattuti con grande veemenza in questo periodo della storia contemporanea. Ad esempio, diventare profughi per salvare i figli: oggi molte più donne arrivano incinta sui barco- ni del Mediterraneo per poter partorire i figli su una terra libera e dove vi è qualche possibilità di offrire una vita e un futuro migliore alla prole. Fuggono dai regimi totalitari, dai luoghi dove i cambiamenti climatici portano carestia e fame, fuggono dalle guerre e dalle persecuzioni (me ne sono occupata in un altro articolo del 3 Dicembre 2022 titolato “Trasportatrici di vita” ma forse avrei fatto bene a titolarlo “Spacciatrici di vita”). Sempre grazie ai sogni, Giuseppe decide di lasciare l’Egitto per rientrare in Israele in terra di Giudea. Ma ancora un altro sogno avvisa Giuseppe di lasciare la Giudea dove regnava il figlio di Ero- de e di raggiungere la Galilea. Infatti Gesù e la sua particolare sacra famiglia vissero a Nazareth. Gli episodi del Vangelo sono il simbolo degli sbarchi e dei profughi che cercano di raggiungere la salvezza. Tutti questi avvenimenti avversi e di grande dolore e fatica fisica mi fanno ben capire che, anche se divinità, è davvero difficile essere profughi ma anche quanto sia doloroso non poter liberamente adottare un figlio, anche se è una divinità! Sono convinta fermamente che non conta chi sia il padre o chi la madre o se ci siano due padri o due madri conta solo come si crescono e si educano i bambini. Conta chi si sacrifica per i figli, viaggiando incinta sui barchini dei profughi e portando altri figli in tenera età e, in alcuni casi, “spacciandoli” per propri figli per poter assicurare a tutti i bambini in difficoltà un futuro migliore. Se si ama i bambini si diventa genitori di tutti. Perché i bambini sono tutti uguali e hanno tutti il diritto ad avere tutti i diritti. Noi solo il dovere di amarli al di là delle leggi, delle persecuzioni, delle guerre, delle carestie, dei cambiamenti climatici. E mi piace concludere questa riflessione lasciando i miei auguri al Signor Conchiglia di Gianluca Caporale che è candidato al Premio Strega Ragazzi e Ragazze 2023: una favola morbida e piena di quella leggerezza che riempie il cuore di speranze e buoni sentimenti. Almeno una volta, PENSATI SIGNOR CONCHIGLIA!

Di Antonella Pellettieri

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