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PAPA FRANCESCO A 🔟 ANNI DA SUO PONTIFICATO PROCEDE CON AZIONI CONCRETE A TUTTO CAMPO OLTRE LE MURA VATICANE

“Non dimentichiamo di pregare per il martoriato popolo ucraino che continua a soffrire per i crimini della guerra”

Gli auguri di Francesco ai papà: san Giuseppe è modello di paternità 
Al termine dell’Angelus l’augurio del Pontefice a tutti i papà nell’odierna festa di san Giuseppe e il saluto ai partecipanti alla Maratona di Roma che hanno attraversato anche le strade adiacenti al Vaticano 

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Papa Francesco prega il “Padre Nostro” insieme a tutti i fedeli radunati in Piazza San Pietro. Lo fa in modo speciale per tutti i papà a cui in questo 19 marzo rivolge gli auguri e indica nello Sposo della Vergine Maria un punto di riferimento:

“che in San Giuseppe trovino il modello, il sostegno e il conforto per vivere bene la loro paternità”
Quindi il Vescovo di Roma saluta i partecipanti alla Maratona di Roma, congratulandosi “perché – dice loro – su impulso di Atlhetica Vaticana, fate di questo importante evento sportivo, un’occasione di solidarietà in favore dei più poveri”

Grande gioia in Piazza San Pietro quando il Santo Padre osservando dalla finestra le bandiere di vari paesi del mondo ha salutato i pellegrini provenienti da Colombia, Argentina, Polonia, Spagna e quelli di alcune parrocchie italiane.

Ad aggiudicarsi il primo posto della Maratona di Roma è stato il marocchino Taoufik Allam che ha concluso la Maratona di Roma in due ore, 7 minuti e 43 secondi, davanti ai keniani Wilfred Kigen e Rogers Keror. Il miglior italiano è stato Neka Crippa, arrivato sesto. Tra le donne ha trionfato la keniana Betty Chepkwony in due ore, 23 minuti e un secondo.


La 28ma edizione della Maratona di Roma è partita questa mattina alle 8 da via dei Fori Imperiali. 30mila i partecipanti fra cui oltre 14mila maratoneti, più della metà stranieri provenienti da 118 Paesi.

L’arrivo di Allam Taoufik, vincitore della Maratona di Roma 2023
L’arrivo di Allam Taoufik, vincitore della Maratona di Roma 2023
L’arrivo di Allam Taoufik, vincitore della Maratona di Roma 2023 
Il Papa: dobbiamo stupirci dei doni di Dio e aprire il cuore agli altri

Nella riflessione che precede la preghiera mariana dell’Angelus, Francesco parla dell’episodio evangelico che vede protagonista un uomo nato cieco al quale Gesù ridona la vista.
La miracolosa guarigione suscita però reazioni contrastanti fra la gente.
Emergono cuori chiusi, perché non vogliono cambiare, sono bloccati dalla paura, dice il Papa, che esorta a vedere le varie circostanze della vita come occasioni per operare il bene

Tiziana Campisi – Città del Vaticano

Un prodigio accolto in malo modo: si può descrivere così la guarigione da parte di Gesù dell’uomo cieco dalla nascita che suscita reazioni negative tra la gente.

All’Angelus, commentando il Vangelo domenicale, Papa Francesco le descrive una per una, evidenziando quanta poca apertura verso l’altro ci sia nel cuore dell’uomo ed invita a leggere la narrazione di Giovanni,

“che fa vedere come procede il cuore umano: il cuore umano buono, il cuore umano tiepido, il cuore umano timoroso, il cuore umano coraggioso”

I discepoli, per primi, si chiedono se quel cieco guarito non vedeva per colpa sua o dei suoi genitori e scadono nel chiacchiericcio, fa notare il Pontefice

Cercano un colpevole; e noi tante volte cadiamo in questo che è tanto comodo: cercare un colpevole, anziché porsi domande più impegnative nella vita.

Cuori chiusi ai segni di Gesù

Poi ci sono gli scettici, che dubitano possa trattarsi di quel cieco che molti avevano visto mendicare. La gente ha paura, insomma, spiega il Papa, e non si pronuncia.

In tutte queste reazioni, emergono cuori chiusi di fronte al segno di Gesù, per motivi diversi: o perché cercano un colpevole, o perché non sanno stupirsi, perché non vogliono cambiare, perché sono bloccati dalla paura. E tante situazioni assomigliano oggi a questo. Davanti a una cosa che è proprio un messaggio di testimonianza di una persona, un messaggio di Gesù, noi cadiamo in questo: cerchiamo un’altra spiegazione, non vogliamo cambiare, cerchiamo di cercare una via di uscita più elegante che accettare la verità.

Cristo dà piena dignità all’uomo

All’opposto l’uomo nato cieco, felice di vedere, testimonia con semplicità “quanto gli è accaduto”, fa notare Francesco, e dice: “Ero cieco e ora ci vedo” e “libero nel corpo e nello spirito, rende testimonianza a Gesù: non inventa nulla e non nasconde nulla”.

Non ha paura di quello che diranno gli altri: il sapore amaro dell’emarginazione lo ha già conosciuto, lo ha conosciuto per tutta la vita, ha già sentito su di sé l’indifferenza e,il disprezzo dei passanti, di chi lo considerava come uno scarto della società, utile al massimo per il pietismo di qualche elemosina.

Guarito, l’uono nato cieco, non teme più gli atteggiamenti sprezzanti della gente, perché Gesù gli ha dato piena dignità, specifica il Pontefice.

E questo è chiaro, succede sempre: quando Gesù ti guarisce, quando Gesù ci guarisce, ci ridona dignità, la dignità della guarigione di Gesù; ma piena, una dignità che esce dal fondo del cuore, che prende tutta la vita.

Questa è la dignità ! di una persona che si sa guarita e riprende, rinasce”, rimarca Francesco.

Terremoto in Ecuador, la vicinanza di Francesco

La preoccupazione e la preghiera del Papa per le popolazioni colpite dal terremoto in Ecuador che ha provocato almeno tredici morti e 126 feriti

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

Appena terminata la preghiera dell’Angelus, il pensiero di Papa Francesco è rivolto al terremoto che ieri in Ecuador 🇪🇨 

“ha causato morti, feriti e ingenti danni”
“Sono vicino al popolo ecuadoriano e assicuro la mia preghiera per i defunti e per tutti i sofferenti”

Secondo gli ultimi bilanci, sono 13 i morti e 126 i feriti.

SISMA 6️⃣.6️⃣

Il sisma, con una magnitudo 6,6 Richter, ha colpito la provincia costiera di Guayas. Secondo il governo, la maggior parte delle vittime è stata registrata nella provincia di El Oro, al confine con il Perù.

Cinquanta le case colpite, 7 delle quali sono state distrutte.

Un rapporto generale della Segreteria per la Gestione dei Rischi menziona 17 unità educative e 31 centri sanitari colpiti.  

Il terremoto è stato avvertito in 13 delle 24 province del Paese ed è stato seguito da una serie di altre scosse di magnitudo 4,8, 3,7 e 3,6, con epicentro nell’estremo nord-est dell’isola di Punà, nel Golfo sud occidentale di Guayaquil.

Stupirsi dei doni di Dio

Tutto questo deve indurre a riflettere, osserva il Papa, a porsi delle domande: “come il cieco, sappiamo vedere il bene ed esser grati per i doni che riceviamo?”, e poi “testimoniamo Gesù oppure spargiamo critiche e sospetti? Siamo liberi di fronte ai pregiudizi o ci associamo a quelli che diffondono negatività e pettegolezzi?”. E ancora, continua il Papa, “siamo felici di dire che Gesù ci ama e che ci salva” o “ci lasciamo ingabbiare dal timore di quello che penserà la gente?” come “i tiepidi di cuore che non accettano la verità e non hanno il coraggio di dire: ‘No, questo è così'”. E come accogliamo le difficoltà e “le persone che hanno tante limitazioni nella vita? Siano fisiche, come questo cieco; siano sociali, come i mendicanti che troviamo per la strada”? Le vediamo “come una maledizione o come occasione per farci vicini a loro con amore?”. Da qui l’invito di Francesco a chiedere la grazia di stupirsi “ogni giorno dei doni di Dio e di vedere le varie circostanze della vita, anche le più difficili da accettare, come occasioni per operare il bene, come ha fatto Gesù col cieco”.

Il Papa: non dimentichiamo l’Ucraina che soffre per i crimini della guerra

Dopo la preghiera mariana dell’Angelus dalla finestra del Palazzo Apostolico Francesco ha rivolto ancora una volta il suo pensiero al martoriato popolo ucraino. Nel Paese non si ferma la violenza

Paolo Ondarza – Città del Vaticano

“Non dimentichiamo di pregare per il martoriato popolo ucraino che continua a soffrire per i crimini della guerra”

Prima di congedarsi dalla follla radunata in Piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus ancora una volta Papa Francesco rivolge il suo pensiero all’Ucraina dove nelle ultime ore è salito a dieci il numero dei feriti nell’attacco russo di ieri nella città orientale Kramatorsk nella regione di Donetsk.

Lo rendono noto le autorità locali.

Nel raid effettuato con bombe a grappolo contro un parco e un’agenzia di pompe funebri, hanno perso la vita due civili.

Danneggiati una dozzina di edifici e diverse automobili

Da parte loro, le autorità dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk affermano che un civile è stato ucciso in bombardamenti ucraini avvenuti nelle prime ore di oggi sulla capitale.

Intanto in quella che il servizio stampa del Cremlino citato dall’agenzia Tass definisce una “visita di lavoro”, Vladimir Putin ha ispezionato nella giornata odierna diversi luoghi della città di Mariupol, sempre nel Donetsk, e si è intratenuto a parlare con i residenti.

Il presidente russo è arrivato in elicottero, quindi a bordo di un automobile ha percorso diversi quartieri intrattenedosi con il vice primo ministro Marat Khusnullin il quale ha riferito in modo dettagliato sullo stato di avanzamento dei lavori di costruzione e restauro della città e dei suoi dintorni.

Sempre secondo il servizio stampa del Cremlino i due hanno discusso della costruzione di nuovi microdistretti residenziali, nuove strutture sociali ed educative, infrastrutture per alloggi e servizi comunali e istituzioni mediche.

Ieri Putin è stato invece in Crimea per una visita a sopresa nel nono anniversario dell’annessione.

Da parte sua nelle ultime ore Kyiv ha annunciato sanzioni contro russi e stranieri produttori di armi per Mosca.

Il presidente Volodymyr Zelensky ha chiesto che la Russia venga punita per la sua aggressione “non solo contro l’Ucraina, ma anche contro altri Paesi come la Siria 🇸🇾 “ annunciando su Twitter sanzioni contro russi, siriani e iraniani.

Secondo Zelensky il Cremlino é stato spinto a colpire l’Ucraina da un senso di impunità, dopo che la comunità internazionale non è riuscita a proteggere il popolo siriano dall’aggressione russa. 

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