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“BALENA BIANCA” NEL MARE DELLA NOSTALGIA

L’intervento di Michele Amato

Quello che è stata la Democrazia Cristiana in Basilicata è cosa nota nonostante negli anni le narrazioni si siano moltiplicate con un’inevitabile deformazione dell’eredità della Balena bianca sia nell’approccio ideologico che in quello ereditario. Il libro di Galli, presentato a Potenza grazie alla solerzia di Peppino Molinari, sempre più a suo agio nel ruolo di archivista e cultore della materia scudocrociata, ha palesato due cose. La prima è che la nostalgia (un po’ canaglia) riempie sale come non accadeva nel recente passato. La seconda è che la storia la scrivono i vincitori o, per lo meno, quelli che hanno perso un po’ meno e la Dc, sommersa dalla valanga di Tangentopoli, ha perso più di tutti. Certo alcuni sono stati abili a riciclarsi riuscendo a strappare qualche seggio in Parlamento anche dopo il 1993 ma con casacche diverse. Resta che nonostante la mole discritture più o meno alte la Dc da un solo partito è nelle ricostruzioni mille e mille cose diverse. A seconda di racconta e a seconda di chi ascolta. Il punto però non è il passato, ma il presente e soprattutto il futuro. Non c’è dubbio che quella sala gremita in ogni anfratto e con qualsiasi superficie orizzontale sfruttata a mò di poltrona regale – più per apparire in perfetto stile ‘Prima Repubblica’ che per alleggerire le gambe dall’intero sostegno del corpo – qualche riflessione la pone. I partiti oggi non hanno, se non raramente, capacità di attrazione simile se non in campagna elettorale. E così tra selfie con i “dinosauri” Enzo Scotti e Ortensio Zecchino e messaggi sui social dal sapore ‘la Balena bianca era bianca che più bianca non ce n’è, pare evidente che tutta una classe dirigente (poco politica ma molto notabile, borghese e benestante) non ce la faccia più a digerire quel variegato mondo dei partiti attuali nati dalle ceneri della Prima Repubblica che non dispongono di quella reale capacità di esercitare il fascino popolare che solo il pensiero espressione di una reale ‘Intellighenzia’ è capace di fare. E quindi? Viene spontaneo chiedersi. Il tutto è destinato a rimanere un sentimento volto al passato fin quando quelle teste ormai incanutite saranno anche loro, purtroppo, un ricordo? Probabilmente no perché anche la presentazione dello stesso libro se si fosse svolta anche solo 5 anni fa probabilmente avrebbe richiamato nemmeno la metà del numero degli astanti. Il tema dell’eredità resta complesso: non esistono ‘testamenti’ verga- tisu carta importante nemmeno lasciti di voti. Esi- ste però il sentimento. Quello esiste ed è evidente ma chi raccoglierà il testimone? In sala mancava- no parlamentari e presidenti mentre di ex ministri ed ex altro cento cose ce ne erano a iosa. Numerosi anche i “già” socialisti che si sa, pur se bravi e ca- paci per carità, non si potranno mai reinventare democristiani. Per carattere e phisique du role l’unico con qualche chance è Mario Polese ma dovrebbe assumersi più di qualche rischio per iniziare a vo- lare. E soprattutto crederci magari partendo dal cambiare cravatte e giacche. Ce la farà? Dipende da lui e da quanto gli ex “capi incanutiti” saranno capaci di credere non solo alla storia e al passato ma anche al futuro e a quello che dovrebbe essere.

Di Michele Amato

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