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SIAMO ONDE RADIO PUNTATE NEL BLU

TACCO&SPILLO

Può piacere o no ma chi conosce a fondo e con le dovute proporzioni della storia gli anni lunghi e frastagliati che ci sono stati in Basilicata non può che tributare il giusto onore a Nino Postiglione che seppe essere vispo ed inquieto contro il pensiero unico e mantenere in sé una forza di giudizio e di libertà spassionata fin quasi all’irriverenza dialettica per smascherare molte facili iconografie del potere. Ora vedendo la caratura che c’è in giro, tra miracolati, narciso-egotici e patrioti con la psicoanalisi d’autore che li rincorre per farli sdraiare d’urgenza sul lettino, è più che giusto che nel Pantheon d’una Regione e dei suoi Comuni ci sia posto per quelli che hanno merito e fatto opere davvero uniche ed eccezionali e nel caso di Nino Postiglione aver dato voce e soprattutto antenne ai cittadini è stata una bella iconografia di salute della democrazia d’un popolo che aveva pur voglia di parlare, criticare, animarsi. Del resto chi come Nino Postiglione l’ha vissuta da protagonista quella stagione del ‘73, intessuta d’una trama fitta ed esplosiva di sogni e profezie sa benissimo della carica eversiva e quasi da pirateria dell’etere che si faceva quando si piazzava un microfono e s’ascoltava la bellezza d’una parola semplice, qualunque, comunitaria che sfidava l’indicibile su ogni forma, misura e compromesso, arrivando ad agitarsi perfino contro l’ordalia burocratica e frenante che era di moda politica a Palazzo Chigi. Cantano gli ORO:“Perché noi siamo ormai onde radio puntate nel blu. In un moto d’amore perpetuo che non smette più”.

 

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