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SALA STAMPA NINO POSTIGLIONE

I figli Giuseppe e Antonio: «Le libertà non sono scontate, testimonianza transgenerazionale condivisa». Palazzo Giunta regionale, l’intitolazione al «pioniere delle Radio Libere». La moglie PalmaIda: «Una battaglia che continua»

POTENZA

Una giornata storica per la città di Potenza e per la regione Basilicata tutta si è concretizzata ieri mattina con l’intitolazione della Sala Stampa Mediafor – posta al piano terra del Palazzo della Giunta della Regione Basilicata – al potentino Bonaventura Postiglione, detto Nino, “Pioniere delle Radio Libere”, giornalista ed editore. La sala stampa dell’Ente regionale lucano, come tutti gli spazi destinati all’informazione istituzionale, aveva un nome decisamente anonimo e convenzionale (Mediafor). E la scelta di intitolare proprio un luogo del genere a colui che ha fatto della comunicazione e della informazione la propria ragione di vita, sicuramente non è casuale. Di fatto, in un luogo migliore e dalla forte valenza simbolica, senza alcun dubbio, il conferimento alla memoria di quello che venne definito l’ “Istrione lucano” non poteva essere fatto. L’iniziativa fa seguito a una mozione presentata dai con- siglieri regionali Giovanni Vizziello e Vincenzo Baldassarre, sottoscritta da uno dei primi promotori – il vicepresidente Mario Polese – e approvata poi all’ unanimità dal Consiglio regionale nel 2021. La volontà dei rappresentanti regionali è stata quella di manifestare «con un atto tangibile lo spirito di riconoscenza e gratitudine della Basilicata per l’impegno e l’opera di Nino Postiglione al servizio dell’informazione e del pluralismo democratico». Una mirabile intuizione quella concretizzata in via Verrastro a Potenza che, dopo anni, è stata riconosciuta anche grazie ad un approfondito studio della Rea, Radio televisioni Europee Associate, e che ha portato la Basilicata e il potentino Postiglione ad ottenere il primato di “Pionere delle Radio Libere”. Ovunque la voce di un popolo, le proprie idee, le proprie istanze e le proprie storie. E fu nel 1973 quando iscrisse la sua “Radio Potenza Centrale Uno” alla Camera di Commercio di Potenza e dalle montagne potentine trasmetteva con lo pseudonimo di Istrione. Un’avventura pericolosa, ma sicuramente coraggiosa e stimolante che poi è stata legittimata nel 1976 con la sentenza della Corte Costituzionale che pose fine al monopolio Rai. Ed è proprio alla luce di tutta questa storia, che è bene ricordare come quello di ieri, è solo l’ennesimo riconoscimento – tante sono ad oggi, infatti, le piazze a lui dedicate sul territorio regionale quanto nazionale – per ricordarne la memoria delle gesta di Nino nonché un monito da destinare alle giovani generazioni per far sì che la sua esperienza contribuisca ad alimentare i principi della democrazia e della libertà di espressione: «Ma voi sapete che cos’è la libertà? – dichiarò in una nota intervista Nino Postiglione – la libertà è un aggettivo, una situazione, una condizione, un modo di essere, è quello che evidentemente ciascuno di noi per poterla raggiungere deve pagare un prezzo. Oggi noi, siamo un popolo libero, grazie a Dio e grazie anche a coloro i quali ci hanno regalato questa possibilità», e tra questi c’è anche Nino Postiglione. Tanta la partecipazione alla cerimonia che ha reso omag- gio alla memoria dell’ “Istrione lucano” dove erano presenti non solo i consiglieri regionali promotori della mozione che ha fatto sì che il riconoscimento si concretizzasse, ma tanti esponenti regionali, comunali, istituzionali, politici e imprenditoria- li che – come specificato dall’editore Giuseppe Postiglione – prima di essere rappresentativi di tutto questo, sono «amici», tanti, e pezzi di famiglia che hanno reso omaggio all’anelito di libertà che Bonaventura ha rappresenta- to in Basilicata e in Italia.in generale. Erano gli anni ‘70 quando, infatti, decise di scommettere sulla radio: quel potente mezzo di informazione che attraverso le frequenze fm poteva portare ovunque la voce di un popolo, le proprie idee, le proprie istanze e le proprie storie. E fu nel 1973 quando iscrisse la sua “Radio Potenza Centrale Uno” alla Camera di Commercio di Potenza e dalle montagne potentine trasmetteva con lo pseudonimo di Istrione. Un’avventura pericolosa, ma sicuramente coraggiosa e stimolante che poi è stata legittimata nel 1976 con la sentenza della Corte Costituzionale che pose fine al monopolio Rai. Ed è proprio alla luce di tutta questa storia, che è bene ricordare come quello di ieri, è solo l’ennesimo riconoscimento tante sono ad oggi, infatti, le piazze a lui dedicate sul territorio regionale quanto nazionale – per ricordarne la memoria delle gesta di Nino nonché un monito da destinare alle giovani generazioni per far sì che la sua esperienza contribuisca ad alimentare i principi della democrazia e della libertà di espressione: «Ma voi sapete che cos’è la libertà? – dichiarò in una nota intervista Nino Postiglione – la libertà è un aggettivo, una situazione, una condizione, un modo di essere, è quello che evidentemente ciascuno di noi per poterla raggiungere deve pagare un prezzo. Oggi noi, siamo un popolo libero, grazie a Dio e grazie anche a coloro i quali ci hanno regalato questa possibilità», e tra questi c’è anche Nino Postiglione.



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