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RAMELLI E LA LEZIONE DELLA SOTTOSEGRETARIA

L’intervento di Antonio Tisci

Sergio Ramelli era uno studente. Agli occhi dei suoi assassini la sua colpa fu quella di essere uno studente di destra e di aver detto che le Brigate Rosse erano dei terroristi. Lo aveva scritto su un tema e quel tema fu esposto al pubblico ludibrio da un professore della scuola dove Ramelli studiava. Fu minacciato e la scuola gli consigliò di cambiare istituto. Ciò non bastò ai suoi carnefici che lo uccisero davanti casa sua a colpi di chiave inglese. Un omicidio per il quale furono riconosciuti dopo molti anni i colpevoli, nel frattempo diventati medici e primari illustri che ebbero pene irrisorie rispetto all’azione compiuta. Sergio Ramelli per anni, insieme ad altri ragazzi uccisi dalla violenza solo perché di destra, è appartenuto soltanto alla memoria della destra italiana. Paola Frassinetti, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione del Merito, nell’andare ieri nella scuola che Sergio Ramelli frequentava e nella quale ha scritto il tema che gli costò la vita, ha riconciliato lo Stato con quella storia riconsegnandola alla memoria della Repubblica Italiana. «Sergio Ramelli – ha dichiarato l’On. Frassinetti – è stato ucciso da chi si dichiarava antifascista» sottolineando che l’antifacismo ha molte sfaccettature tra cui anche quella violenta dell’antifascismo militante che è costato tantissimo in termini di vite umane fino a sfocare nelle Brigate Rosse e nel terrorismo. Una scelta coraggiosa quella di Paola Frassineti che dimostra a tutti noi Commemorazione Sergio Ramelli, la lezione incompresa della Sottosegretaria all’Istruzione Nel 1975 l’assassinio, con la visita all’Istituto dove studiava Frassinetti ha riconciliato lo Stato con quella storia riconsegnandola alla memoria della Repubblica Italiana ma sia possibile fare politica in nome di ideali, di una visione del mondo e di una memoria. Una memoria che, però, evidentemente fa ancora paura a tanti. Fuori dalla scuola in cui Paola Frassinetti andava a commemorare uno studente ucciso a 19 anni Adl Cobas, Usb e Rete Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale inscenavano una protesta davanti ai cancelli della scuola, lo facevano gri- dando “fascisti carogne tornate nelle fogne” e chiedendo le dimissioni del sottosegretario. Immagini che credevamo superate per sempre ma che, invece, continuano a riproporsi e che pongono di stringente attualità la questione della violenza politica verbale e fisica che alcuni pezzi di sinistra continuano a riproporre convinti che sia ancora possibile e giusto colpire i militanti di destra a colpi di chiave inglese con l’intento di uccidere. Nel 1975 quel clima in cui “uccidere un fascista non è reato” armò la mano omicida di chi uccise Ramelli, quello stesso clima qualcuno sta cercando di ricostruire oggi dopo quasi quarant’anni da quel- l’omicidio. Esiste una differenza etica tra la calma carica d’amore con la quale Paola Frassinetti ha consegnato il ricordo di Ramelli alla storia della Repubblica Italiana mettendolo tra i martiri della libertà e la schiuma rabbiosa di chi fuori da quel cancello voleva e vuole che quella celebrazione non si svolga. «Totale e affettuosa solidarietà a Paola Frassinetti. Mi unisco al suo ufficiale ricordo di Sergio Ramelli a cui Milano, come molte altre città italiane, dedica un luogo pubblico. Nel piccolo parco a suo nome ogni anno anche il sindaco Sala porta una corona al cippo che lo ricorda. È vergognosa, al di là di ogni legittima posizione politica, la contestazione di sedicenti antifascisti che meglio sarebbe qualificare pretestuosamente ignoranti. Gli atti pubblici del processo contro i suoi assassini infatti, hanno confermato in sentenza che Sergio Ramelli mai si era reso responsabile di un qualsiasi gesto di provocazione e ancor meno di violenza. Bene ha fatto il Sottosegretario Frassinetti ad accomunare il suo ricordo a quello di Tinelli. Anche io, a Sergio, Fausto e Iaio, ho dedicato nel mio primo discorso al Senato da presidente, il mio commosso pensiero. Mi aspetto che tutte le forze politiche si associno al gesto di Paola Frassinetti. Senza se e senza ma». sono state le parole del Presidente del Senato Ignazio La Russa. In una Nazione seria tutte le forze politiche si unirebbero nel ricordo e nella commemorazione di Sergio Ramelli senza distinzioni di parte perché non è compatibile con la democrazia non prendere le distanze da chi crede che non sia giusto ricordare un ragazzo ucciso solo perché di destra. Le parole di La Russa e le azioni di Paola Frassinetti vanno nella direzione della pacificazione nazionale e nella costruzione di una Nazione nella quale nessuno venga ucciso per le proprie idee, la speranza è che in questa direzione inizino a remare tutte le forze politiche repubblicane.

Di Antonio Tisci

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