AttualitàBasilicataBlog

EIPLI, TRA I SINDACATI ED IL COMMISSARIO LO SCONTRO INIZIA IN MANIERA EPISTOLARE

Nuova società e futuro dei lavoratori: Decollanz scarica sulle gestioni precedenti che non hanno affrontato «con particolare efficacia» atavici problemi

All’Eipli, sindacati preoccupati per i lavoratori. Contrasti con il Commissario dell’Ente per lo sviluppo dell’Irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia, Luigi Giuseppe Decollanz, anche sull’accelerazione del processo di trasformazione dell’Eipli, con la costituzione di una nuova società: per i primi, la stessa, dato che «nulla è chiarito in merito al futuro dei lavoratori», rappresenta un «baratro con una via senza ritorno», mentre per il secondo una «concreta opportunità per tutti». Da ricordare che l’Eipli, istituito nel 1947, è commissariato dal 1979, nonchè soppresso e posto in liquidazione dal 2011. Già dal 2017 l’Ente risultava sottodimensionato in quanto la dotazione numerica di personale, tenuto conto dei collocamenti in quiescenza e delle specifiche esigenze operative, nella sua struttura complessiva, non era più sufficiente a garantire l’espletamento di tutte le funzioni da svolgere, oltreché a dare corso agli adempimenti più specificamente connessi alla gestione liquidatoria, e tanto pur in presenza di risorse umane contrattualizzate a tempo determinato. Negli anni, non a caso la concessione della deroga alla normativa vigente concessa con Legge nazionale nel 2021 che permetteva di ricorrere a personale con contratto a tempo determinato fino al dicembre prossimo, la situazione, tra collocamenti in quiescienza o impreviste dimissioni, è ulteriormente peggiorata con, di contro, l’implementazione dell’organico proprio attraverso assunzioni a tempo determinato. Tra gli «atavici problemi che attanagliano il personale dell’Eipli», i segretari nazionali della Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, rispettivamente Florindo Oliverio, Angelo Marinelli e Gerardo Romano con Federico Trastulli, hanno denunciato anche «i gravi danni provocati ai lavoratori in servizio, compresi quelli andati in quiescenza, per il mancato pagamento di parte del salario accessorio relativo al Fondo Risorse Decentrate, per gli anni 2012, 2013, 2014 e di tutto il salario accessorio degli anni 2015, 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021, e 2022». «La situazione dell’Ente – hanno segnalato i sindacati al Ministero dell’Agricoltura e al Ministero per la Pubblica amministrazione – è ancora più complicata in presenza di diverse forme contrattuali con cui i lavoratori prestano la loro opera. Ci sono i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, gran parte dei quali prossimi al collocamento a riposo e rimpiazzati sistematicamente, non potendo avviare regolari procedure concorsuali, con altri lavoratori con contratto a tempo determinato con diverse forme di reclutamento anche ricorrendo alla somministrazione. È indispensabile, inoltre, dare risposte certe ai tanti lavoratori con contratto a tempo determinato che hanno consentito, in assenza di piani assunzionali e conseguenti procedure concorsuali, di far fronte ai pensionamenti e ai lavoratori con contratto idraulico forestale, anch’essi chiamati in maniera strutturale a far funzionare tutta la macchina che gestisce una parte importate del sistema idrico meridionale». In conclusione, pena il ricorso alle sede competenti, dai sindacati chiesto di «aprire un tavolo di confronto serio e se necessario un vero e proprio tavolo di crisi che coinvolga tutte le istituzioni che hanno il potere di decidere sulle sorti dell’Ente e di tutti i lavoratori». In risposta, da parte sua, il Commissario Decollanz, in servizio da pochi mesi, ha sottolineato che lo stato di malessere lamentato dai lavoratori, così come i citati inadempimenti contrattuali, derivino «proprio dalla situazione nella quale l’Ente è stato posto sin dal lontano 2011 con il noto provvedimento soppressorio, e mai, a quanto pare, affrontato con particolare efficacia dalle gestioni commissariali precedenti». Da escludere i «tempi rapidi» invocati dai sindacati. «Non c’è dubbio alcuno – si legge nella risposta del Commissario – che la stratificazione dei molteplici e gravosi problemi che affliggono l’Ente, sia sotto il profilo finanziario sia sotto quello gestionale, ed il loro radicamento nel decennio precedente di certo non consentono una risoluzione immediata delle criticità esposte. Specie alla luce di un robusto e disarticolato contenzioso tutt’oggi in essere, che in passato sembra avere assunto toni aspri di non facile ricomposizione». Per questi ed altri motivi, per Decollanz l’unica salvezza, anche per i lavoratori, è il trapasso nella nuova costituenda società. «Diversamente opinando – ha concluso Decollanz – si finirebbe involontariamente per dare sponda a chi, in passato, ha inteso sostenere che lo status quo in cui verteva l’Ente non era frutto di variabili indipendenti contrarie all’esecuzione del disposto normativo, bensì di una precisa volontà». Che la gestione liquidatoria debba finire prima o poi, chissà se magari entro dicembre prossimo come da impegno di Decollanz, non è un dato dubbio. Il problema, tuttavia, resta quello posto dai sindacati, tempi rapidi o meno. Se è vero che la valenza dimensionale del patrimonio infrastrutturale in gestione all’Eipli, opere ed impianti che garantiscono l’erogazione di servizi strategici e di rilevante interesse pubblico ad ampie zone del sud Italia, interessando territori e stakeholder della Basilicata, Puglia, Irpinia e Calabria, risulta essere per estensione, funzionalità e consistenza, fra i più significati a livello europeo, altrettanto vero dovrebbe risultare sia la non correttezza dei disallineati inquadratamenti contrattuali che il ricorso massivo ai somministrati per tirare a campare con una liquidazione senza fine.

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti