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STRAGI IN MARE E CDM A CUTRO

L’intervento di Antonio Tisci

“I politici non sono riusciti ad armonizzare la realtà perché sono stati incapaci di armonizzare prima, nel pensiero, gli elementi della realtà stessa. Essi ignorano la realtà, ignorano l’Italia in quanto è costituita di uomini che vivono, lavorando, soffrendo, morendo. Sono dei dilettanti, dei superficiali: non hanno alcuna simpatia per gli uomini. Sono retori pieni di sentimentalismo, non uomini che sentono concretamente. Obbligano a soffrire inutilmente nel tempo stesso che sciolgono gli inni alla virtù, alla forza di sacrificio del cittadino italiano.” Scriveva così Antonio Gramsci in un articolo del 1917 dall’evocativo titolo “politici inetti – una verità che sembra paradosso”. Mi è venuta in mente questa frase l’altro giorno a Cutro mentre assistevo in diretta alla duplice facciata della piazza: su un marciapiede pochissimi militanti politici di sinistra che contestavano il Governo Meloni, sull’altro marciapiede protetto da un cordone di polizia il Popolo di Cutro e i calabresi che applaudi Secondo la sua interpratazione , per Carmine Ferrone (Articolo uno), consigliere della Provincia di Potenza, «la decisione del Tribunale dei Ministri di archiviazione nei confronti dell’ex Premier Conte e dei già Ministri Speranza e Lamorgese assesta un duro colpo all’impianto accusatorio della Procura di Bergamo e contemporaneamente all’ignobile campagna scatenata dalla stampa di destra in particolare contro Speranza». Nel ripercorrere un passaggio della pronuncia del Tribunale dei Ministri, «non vi è dubbio che il Presidente del Consiglio, i ministri e i consulenti scientifici non hanno il possesso del virus né lo hanno diffuso e l’aver omesso, secondo l’assunto di una parte dei denuncianti, ma si sono occupati di provvedimenti di contrasto e di prevenzione», per Ferrone, «a questo punto si metta fine a strumentalizzazioni e speculazioni di basso livello». Dopo aver sottolineato un altro passaggio della pronuncia, «non è possibile ipotizzare e individuare violazione di regole cautelari generiche o specifiche nell’operato del Governo nel periodo preso in con- siderazione dalle denunce», Ferrone ha aggiunto: «Piuttosto il Governo di centrodestra pensi ad assicurare i Livelli essenziali di assistenza sanitaria e metta fine ai viaggi della speranza di tanti lucani costretti a curarsi fuori, viaggi destinati ad aumentare se dovesse passare l’Autonomia Differenziata». «Anche la Giunta Bardi – ha concluso Ferrone – deve pensare alle lunghe liste di attesa e alle cure territoriali perché non può solo scaricare sul Governo». «Un colpo per l’ignobile campagna scatenata dalla destra» Covid-19, il consigliere provinciale di Potenza Ferrone (Articolo Uno) sull’archiviazione di Speranza dal Tribunale dei Ministri vano all’arrivo del Governo e del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Una differenza plastica tra la realtà degli uomini e la narrazione ideologica di chi vede la prima volta della destra al Governo come un evento da distruggere anche a costo di ignorare la realtà. Quella sulla gestione degli sbarchi dei clandestini, sulla distinzione tra questi ultimi e gli immigrati regolari, tra aventi diritto all’asilo e non aventi diritto all’asilo è uno dei terreni della sfida della destra al Governo ed è anche l’argomento sul quale l’opposizione si prepara a dare battaglia anche a prezzo di gettare fango sulle istituzioni repubblicane riuscendo, però, a palesare l’incapacità di armonizzare gli elementi della realtà stessa per usare le parole di Antonio Gramsci. La strage commuove e non si può restare indifferenti davanti all’ennesimo evento che trasforma il Mediterraneo in un mare di sangue ma nessuno può credere veramente che la Guardia di Finanza, la Capitaneria di Porto, la Polizia di Stato della Repubblica Italiana, allertati da una richiesta di aiuto puntualmente lanciata, abbiano deliberatamente rifiutato i soccorsi. A prescindere da quale sia la maggioranza di Governo, dal colore politico del Presidente del Consiglio la logica ci invita ad avere fiducia nelle forze dell’Ordine e nel rifiutare una deliberata volontà da parte delle stesse di agire per non evitare la strage. E’ la storia delle forze armate democratiche italiane che ci dice che il loro impegno è stato sempre sul fronte di salvare le vite e garantire la legalità non certo quello di favorire, agevolare o lasciare che accadano stragi per omesso intervento. Di tutto questo sono certo sia consapevole anche l’opposizione che, però, si sente in dovere di soffiare sul fuoco della commozione nel tentativo di trasformarla in indignazione popolare. Impedire le stragi in mare dovrebbe essere un impegno di tutta la politica italiana, un impegno reale che non dovrebbe vedere distinzioni tra maggioranza ed opposizione proprio in nome e per conto di quel contrasto allo schiavismo e alla delinquenza dei mercanti di uomini che è proprio del migliore umanesimo italiano. Per farlo esiste un solo modo reale che non si trinceri dietro utopie ed è quello di fermare le partenze degli scafisti, inasprire le pene per chi fa tratta di essere umani e, contemporaneamente, creare cooperazioni internazionali per chi costruisce canali regolari e sicuri per l’immigrazione legale. Le misure adottate dal Consiglio dei Ministri riunito a Cutro vanno esattamente in questa direzione con l’introduzione del reato di “morte o lesioni come conseguenza di delitti in materia di immigrazione clandestina” che punisce con la reclusione da 20 a 30 anni i responsabili di fatti analoghi a quelli che hanno determinato la strage di Cutro da un lato e con normative stringenti sull’immigrazione che differenziano gli immigrati regolari dai clandestini e rendono efficienti i centri governativi per l’accoglienza o il trattenimento degli stranieri. Una dimensione che i cittadini italiani comprendono perfettamente e che riducono le proteste di piazza all’azione di pochissimi militanti di sinistra senza riuscire a convincere l’opinione pubblica e a coinvolgere la popolazione. L’immagine di Cutro con pochissimi militanti che contestano e i cittadini che applaudono il passaggio del Governo è la plastica rappresentazione di questa situazione ancor più di quanto lo siano i risultati delle elezioni.

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