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IMPEGNO SÌ, RICORSO NO

Niente Corte Costituzionale, risoluzione per proporre al Ministero la rimodulazione dei numeri. Dimensionamento scolastico, parametro 900 studenti: il Consiglio regionale sceglie la diplomazia

POTENZA

Il futuro della scuola lucana al centro del Consiglio regionale. Dopo che le due Province, Potenza e Matera, hanno dato battaglia sul Piano di dimensionamento, inserito dal governo nella finanziaria 2023, che prevede tra due anni scolastici – dal 2024-25 – sui 31 istituti lucani che non raggiungono 900 alunni il rischio accorpamento anche in Consiglio regionale si è dibattutto a lungo sul tema. «Il Governo nazionale pensa bene di indebolire ancora di più il nostro sistema scolastico introducendo norme capestro in finanziaria» tuona il capogruppo del Pd Cifarelli aggiungendo che «La riforma decorre dall’anno scolastico 2024/25 e individua i criteri per l’assegnazione dei Dirigenti Scolastici e dei Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA), tenendo conto della popolazione scolastica regionale e consente allo Stato di stabilire unilateralmente i criteri per il dimensionamento della rete scolastica, in caso di mancato accordo in Conferenza Unificata entro il termine stabilito, sulla base di parametri rigidi che violano la competenza regionale in materia di istruzione e la leale collaborazione. Per l’a.s. 2024-2025, la norma alza il coefficiente ad un minimo di 900 studenti e non superiore a 1000 per poter avere un proprio dirigente e DSGA, col rischio, di fatto, di accorpamenti e riduzione del numero delle autonomie, e quindi delle scuole gestite dalle stesse, in particolare nelle aree interne, periferiche e nei comuni montani; In Basilicata si passerebbe dalle attuali 115 scuole con dirigente proprio ed autonome alle 84 previste per l’anno scolastico 2024-2025 con una riduzione del 31 per cento». «La Scuola non può essere ridotta a questione di ‘freddi’ numeri e di algoritmi». Ha invece esordito il vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, Mario Polese (Iv-RE) che in merito ha sottolineato come «La scuola per come dovrebbe essere intesa è anima e cuore. Comprendo che le istituzioni abbiano il dovere anche di ragionare sui tecnicismi e sulle finanze ma non dovrebbero mai perdere di vista che la scuola non può e non deve mai diventare una ‘azienda’. Non si può ragionare solo in termini di quello che conviene da un punto di vista finanziario perché altrimenti abbiamo fallito per principio». A fargli eco il capogruppo di Iv-Re Luca Braia che ha esortato l’Aula ad aggiungere al ricorso «la battaglia della Basilicata per riduzione numero alunni nelle classi» «Per salvare la didattica in Basilicata ed elevare la qualità della formazione, la posizione della nostra regione in merito dovrebbe essere chiara e ferma, facendo una battaglia aggiuntiva, oltre a quella del mantenimento delle istituzioni scolastiche con Dirigenza e autonomia, per la quale con i consiglieri di opposizione abbiamo chiesto una presa di posizione netta da parte di Bardi -ha continua Braia-. Si lotti anche, ai tavoli nazionali, per una deroga alla legge nazionale dei numeri con i quali si compone una classe, oggi pari a 27 circa, che scende a 20 in presenza di disabilità. Per noi, per regioni con caratteristiche simili alla nostra, tra aree interne, comuni montani e zone disagiate, dovrebbe essere abbassato tra 15 e 20. Ciò consentirebbe anche una migliore fruizione dell’offerta didattica e il vero diritto allo studio uguale per tutti». Per l’opposizione il tema del dimensionamento «oggettivamente» penalizzante per la Basilicata necessita del ricorso alla Corte Costituzionale. Per la maggioranza, invece, giusto discutere del tema con il governo nazionale ma non è il ricorso alla consulta la strada da percorrere. Infatti la mozione presentata dalla minoranza dopo il dibattitto è stata trasformata in risoluzione.

RIORGANIZZAZIONE SCOLASTICA: APPROVATA ALL’UNANIMITÀ RISOLUZIONE

Con il documento si impegna il Presidente e la Giunta regionale “a verificare se sussistono ancora i termini per l’impugnativa dei commi 557, 558, 560 e 561 dell’articolo 1 della legge 197/2022; a impegnarsi in sede di Conferenza unificata per l’applicazione, nelle regioni con scarsa densità demografica, con la quasi totalità dei comuni montani e svantaggiati e con calo demografico, di un coefficiente non superiore a 600 studenti per determinare il contingente dei Dirigenti scolastici e dei Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi e numero minimo di 400 studenti per la determinazione dell’autonomia scolastica in adesione a quanto deliberato dalle Province; a proporre al Ministero dell’Istruzione e del Merito la rimodulazione sostanziale del numero minimo degli studenti occorrenti per la formazione delle classi in territori montani-svantaggiati”. Con il documento si rileva che “la Basilicata ha una densità abitativa pari a 54,9 ab/kmq e che l’applicazione delle norme previste dalla legge 192/2022 penalizzerebbe oltremodo la nostra regione”.

AUTONOMIA E SANITÀ, ANCORA TUTTO DA VEDERE

A tenere banco anche il regionalismo differenziato. La seduta si è, infatti, aperta con la presentazione di una mozione su questo tema da parte di Giovanni Vizziello, consigliere di Basilicata Oltre, si chiede il ritiro dell’adesione al disegno di legge Calderoli manifestata dal presidente della giunta Vito Bardi in conferenza delle regioni. La mozione passa, non altrettanto la discussione immediata, per cui il regolamento del consiglio richiede almeno sedici voti favorevoli. Quorum non raggiunto. L’autonomia sarà, dunque, tema della prossima assise. Altrettanto per le questioni relative al Piano Sanitario. La necessità da parte delle opposzioni di avere un confronto chiaro e alla presenza dei membri della Giunta su un tema così centrale dopo un accenno di dibattitto è stato slittato alla prossima seduta.

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