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TRAGEDIA BALVANO IL 79°ANNIVERSARIO

Il ricordo di Emanuela Calabrese

Giungono notizie nefaste dalla Grecia, dove due treni si sono scontrati e vittime e feriti sono decine e decine. Una strage accaduta proprio in questi giorni e che inevitabilmente si lega ad un’altra terribile sciagura ferroviaria, forse la più tragica d’Europa per l’epoca, accaduta a Balvano, in Basilicata, il 3 marzo 1944. Una “titanic ferroviario”, per proporzioni e atrocità di quelle morti, che negli anni a seguire ha fatto sì che le fami- glie delle vittime erigessero una cappella cimiteriale a Balvano. Proprio qui anche quest’an- no la giornata è stata celebrata alla presenza dell’Arcivescovo Salvatore Ligorio che ha presieduto la Santa Messa presso la Chiesa Madre “Santa Maria Assunta”. Tragedia, quella della Galleria Delle Armi di Balvano e del treno 8017, che unisce due regioni: Basilicata e Campania. L’evento luttuoso si inserisce difatti in una pagina di storia flagellata dalla guerra, e per questo motivo per molto tempo accantonata, sepolta da storie più truci. Cronache non ha mai distolto l’attenzione su questa scia- gura ed ogni anno commemora il ricordo delle sue vittime.

LA STORIA DI UNA MORTE SILENZIOSA

Non si tratta di una storia lontana, o di una ferrovia dismessa: ancora oggi molti percorrono quella tratta, per studio o lavoro a bordo di un Intercity o Regionale, e le fermate sono le stesse di quel 3 marzo: Picerno, Baragiano, Bella-Muro, Balvano – Ricigliano e poi Eboli, Battipaglia, Salerno. Era il 1944, da molti mesi la Basilicata era sotto la conquista dagli Alleati, che continuavano l’avanzata verso Nord. Per alcune zone, in quei giorni confusi, era difficile garantire l’approvvigionamento di viveri sul posto; per cui, come succedeva nel Napoletano, quotidianamente centinaia di persone, giovani e adulte, partivano verso la Lucania, dove il raccolto offriva farina e prodotti alimentari non disponibili altro- ve. Una sorta di “baratto” in cui i contadini lucani cedevano generi alimentari ricevendo in cambio vestiario, coperte e molto altro. L’unico mezzo per arrivare sul posto era il treno: gli affamati si riversa- vano sui vagoni merce. Anche per questi motivi, quella tragica notte viene spesso ricordata come “la strage degli affamati”. Il convoglio, partito da Na- poli e diretto a Potenza entrò nella galleria poco dopo la stazione di Balvano, per non uscirne mai più. Incominciò a slittare nel tunnel ferrato, lungo 1692 metri: chi vi sta- va viaggiando morì avvelenato dalle esalazioni delle due locomotive a vapore. La lunghezza eccezionale del con- voglio composto da 47 vago- ni, per un totale di 479,30 metri, fu la sua sciagura e finì in una lenta processione a un chilometro e mezzo dall’uscita del tunnel. Poche ore dopo, accatastati sul marciapiede della stazione, centinaia di vittime, si parla di oltre 600, erano in fila, stesi, in attesa che in tutta fretta si scavassero le fosse comuni. Sul “Times” di Londra, si parla di “guasto ad un treno nel centro-sud dell’Italia”, di “Disastro a sud est di Napoli” sulla Gazzetta del Mezzogiorno.

LE TESTIMONIANZE DI IERI E DI OGGI SI FONDONO IN UNA GIORNATA DEDICATA

Il Sindaco Ezio Di Carlo raggiunto da Cronache racconta: «Non sarà un evento speciale, perché speciale lo è ogni anno, da quando si è deciso di riportare in vita il ricordo di quelle vittime, che per lungo tempo furono dimenticate. La cerimonia religiosa col Vescovo Ligorio, il ricordo di quella tragedia è vivo. Lo sarà anche tramite alcuni racconti di parenti. Nel tempo proprio queste testimonianze, che sono preziose, si sono andate diradando. Ecco perché è importante parlare e ricordare, per le nuove generazioni. Perché conoscano e sappiano. Sono stato felice che la mia Amministra- zione abbia accolto i colleghi amministratori del comune Campano di Pimonte, recatisi a Balvano per ricordare le 8 vittime pimontesi del tragico evento. Momenti di emo- zione insieme ai familiari del- le vittime, alla comunità piemontese e al parroco. Domenica invece andrò personalmente ad Olevano sul Tusciano, per lo scoprimento di una lapide dedicata. Per quanto riguarda invece la cappella dove riposano i resti delle vittime di quel disastro, ricordo che allora ero io il Sindaco, come oggi, e che come amministrazione accompagnammo il lavoro e la volontà delle famiglie nell’erigere questo luogo».

L’ISTITUZIONE DELLA “GIORNATA DELLA MEMORIA

Sul ricordo della sciagura il Consigliere regionale “Prospettive Lucane” Carlo Trerotola, che nel paese lucano è cresciuto e si è formato, depositò la proposta di una specifica Legge regionale per istituire in Basilicata il 3 marzo il “giorno della memoria in ricordo della sciagura ferroviaria di Balvano” ed oggi asserisce: «Per il secondo anno consecutivo, in applicazione della Legge Regionale n. 33/2021, di cui sono stato il promotore, viene celebrato il 3 marzo giorno della memoria in ricordo della sciagura ferroviaria di Balvano del 1944”. Nel 79° anniversario della tragedia della Galleria delle Armi avrà luogo la commemorazione il 4 marzo, in ricordo delle vittime con una solenne manifestazione organizzata dall’Amministrazione, cui faranno seguito alcune testimonianze del tragico evento e gli interventi di varie autorità. L’istituzione di questa peculiare giornata – prosegue l’esponente politico – restituisce dignità e rispetto alle famiglie delle circa 600 vittime del più grave incidente ferroviario per numero di morti verificatosi in Italia e rende un doveroso riconoscimento a interi territori lucani e campani martoriati da quella immane tragedia. Ribadisco la soddisfazione per aver contribuito a sottrarre dall’oblio una triste pagina di storia verificatasi in un territorio nel quale ho intensamente vissuto gli anni più belli e spensierati della mia vita ed al quale rimango visceralmente legato e mi auguro che si continui ad alimentare perennemente la memoria di quel tragico episodio, che ha sconvolto il tessuto umano e sociale di numerose comunità meridionali».

BASILICATA E CAMPANIA UNITE NEL RICORDO

A Salerno il Comune ha intitolato una strada nel quartiere Pastena al conduttore ferroviario salernitano Vincenzo Cuoco, che per salvare diverse persone non ebbe scampo, lasciando la moglie e 7 figli. E dentro quel tunnel nero rischiava di scomparire la storia di Cuoco, ma sua figlia, la signora Carmela, ha sempre raccontato tutto. Ha tenuto viva la memoria di suo padre, e all’epoca lei aveva soli 17 anni. Ed ancora, tra le oltre 600 persone morte, moltissime campane, 82 erano di Ercolano. Per tale motivo, nella vicina Campania, lo scorso ano è stato intitolato alla memoria delle vittime, lo spazio antistante l’ingresso del Cimitero di Ercolano. Il Sindaco Ciro Buonajuto ha dichiarato: «Il mio pensiero va a 82 cittadini di Ercolano che 79 anni fa, in un’Italia devastata dal secondo conflitto mondiale, perdevano la vita a pochi chilometri dalla stazione di Balvano per racimolare qualcosa da mangiare e percorreva chilometri per barattare quel poco che possedeva. Immagini tremendamente attuali, purtroppo, nel nostro quotidiano, se solo pensiamo a quanto sta accadendo in Ucraina e nel Mar Mediterraneo». Ad Olevano sul Tusciano la cerimonia discoprimento della lapide commemorativa si terrà nel centro storico di Monticelli il 5 marzo, con il Sindaco anche il collega di Balvano Di Carlo. Sulla lapide la scritta: «A perenne memoria di Preziosa Vaccaro, nata a Monticelli di Olevano sul Tusciano il 24 novembre 1927 e deceduta a 16 anni nella tragedia di Balvano del 3 marzo 1944”. Il Comune di Agerola sono stati ricordati i 5 concittadini, soffocati dal fumo delle locomotive, con la deposizione della corona di alloro presso la lapide. Ed anche Meta di Sorrento non ha dimenticato la tragedia, insieme a molti altri paesi legati dal ricordo.

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