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L’AUTONOMIA LUCANA SPAVENTA

In Consiglio il Presidente lancia la strategia regionale: «Valorizzare al massimo le risorse della Basilicata». La seduta straordinaria non porta a nulla. Tra favorevoli e contrari si prende tempo e non si vota per il mandato esecutivo a Bardi

L’autonomia differenziata si conferma terreno di scontro nel Consiglio regionale lucano, tra la maggioranza di centrodestra e l’opposizione di centrosinistra. La seduta straordinaria convocata per ieri ha messo solo benzina sul fuoco. Per conoscere quale sarà l’approccio della Regione Basilicata sul tema bisognerà attendere. Ad oggi oltre alle riflessioni, sarebbe un eufemismo definirle dichiarazioni (considerato l’approccio ai lavori ndr.), dei consiglieri regionali e delle opportunità e dei rischi del provvedimento illustrati dal presidente Vito Bardi non c’è altro. Sono quasi sei anni che si discute di autonomia differenziata, ma per la prima volta c’è una maggioranza politica al Governo notoriamente più interessata all’argomento. Eppure la Basilicata non sembra avere le idee chiare. Anzi. Cosa succederebbe alla nostra regione pare non l’abbiano capito neanche i consiglieri regionali. Quello andato in scena ieri è stato l’ennesimo scontro sul nulla, più che rimanere sul tema si è acceso un dibattitto sulle posizioni politiche. Alla fine, come sempre, non si è riusciti neanche a votare per un tema così delicato una risoluzione proposta dal capogruppo del Pd Cifarelli, ovviamente per mancanza del numero legale. Provando a fare un po di chiarezza bisogna sottolineare che il disegno di legge preparato dal Ministro Calderoli approvato all’unanimità dal Consiglio dei ministri e potrà ora iniziare il suo iter parlamentare. L’iter è molto complicato. Coinvolge, a più riprese, il Governo, diversi ministeri, la Regione richiedente, la Conferenza Stato-Regioni e il Parlamento. Il tutto per arrivare alla stipula di un’intesa, che deve poi essere approvata a maggioranza assoluta dalle Camere. Passando dalla forma alla sostanza, il Ddl pone due questioni fondamentali, fortemente intersecate tra loro: il finanziamento delle funzioni assegnate alla Regione richiedente l’autonomia differenziata e i celeberrimi Lep.

BARDI: «INSENSATO TRASFERIRE OGNI MATERIA A REGIONI»

Ad aprire il dibattito in Aula, il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, il quale ha illustrato la filosofia del Ddl che reca disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario (articolo 116, terzo comma, Costituzione). Nel lungo intervento del governatore lucano particolare rilevanza ha avuto il passaggio sulla necessità, sin da ora e già in sede di legge quadro, di «definire le materie che possono essere trasferite tramite intesa. Non sembra avere senso trasferirle tutte. Occorrerebbe limitarsi a quelle che, se trasferite, potrebbero essere gestite meglio ad un livello istituzionale più prossimo al territorio ». «Non sembra avere senso trasferirle tutte» ha tuonato Bardi, che ha posto l’accento della sua relazione principalmente sui Livelli Essenziali delle Prestazioni. «Occorrerebbe limitarsi a quelle che, se trasferite, potrebbero essere gestite meglio ad un livello istituzionale più prossimo al territorio», ha aggiunto ricordando che «la Lombardia e il Veneto hanno chiesto l’autonomia in tutte le 23 materie di cui al 117 comma 3, l’Emilia Romagna per 15. Regioni anche molto organizzate possono gestire tutte queste materie? Ma soprattutto, con le risorse trasferite poi a queste regioni, come si fanno a garantire i Lep?». «Autonomia – ha detto – significa prima di tutto tutelare gli interessi e le prerogative dei territori, assumendosi l’onere dell’autogoverno o della responsabilità verso la propria comunità».

VIZZIELLO: «UN ITER PERVERSO»

«Purtroppo, il Ddl sull’autonomia scavalca il Parlamento nella misura in cui prevede che saranno uno o più Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri a determinare i LEP, affidando quindi ad un atto amministrativo e non alla legge, la disciplina di fondamentali diritti soggettivi». Lo ha detto il consigliere regionale di Basilicata Oltre, Giovanni Vizziello, per il quale «Il prodotto finale di questo perverso iter legislativo rischia di trasformare il Bel Paese in un accrocchio di tanti staterelli a cui è consentito di scegliere le materie sulle quali chiedere ‘condizioni e forme particolari di autonomia’, ignorando che alcune materie hanno una dimensione sovraregionale, nazionale o addirittura europea che non può essere frammentata tra una regione e l’altra, pena l’indebolimento a tutto svantaggio dei cittadini».

POLESE: «VOGLIO VEDERCI CHIARO»

«Il tema – ha detto Mario Polese di Iv- RE – è molto molto serio e credo che non serva a nessuno utilizzare in maniera un po’ raffazzonato e intempestivo la vicenda dell’autonomia per obiettivi politici di basso cabotaggio. Ed eviterei anche la strumentalizzazione al contrario di chi si mette a fare barricate ideologiche e politiche contro l’autonomia differenziata semplificando il tutto in appartenenze e casacche di partito o peggio di appartenenza territoriale, facendo leva su un sentimento divisivo tra Sud e Nord del Paese. Voglio specificare, inoltre, che non ho alcuna posizione pregiudiziale, tanto è che ho anche apprezzato le prime posizioni espresse dal presidente Bardi perché credo che una opportunità prevista dalla nostra Costituzione vada indagata fino in fondo. Per questo ribadisco però, che voglio vederci chiaro, mettendo sul piatto della bilancia tutti i pro e tutti i contro dell’autonomia differenziata in Basilicata con dati e numeri e non solo opinioni per poter ragionare in maniera oggettiva e, soprattutto, per essere pronti a cosa fare nel momento in cui la legge dovesse essere approvata e le altre Regioni dovessero attivarla».

ALIANDRO: «L’AUTONOMIA ACCORCIA LE DISTANZE TRA CITTADINO E POTERE»

«Al di là delle singole ideologie, mi sento di dire – ha detto Gianuario Aliandro della Lega – che siamo tutti, nessuno escluso, chiamati a ragionare nell’interesse esclusivo della Basilicata e dei lucani. Quindi trasponendo il discorso dell’autonomia differenziata sul piano della nostra Regione, possiamo sicuramente affermare che per la Basilicata dovremmo partire dalla produzione, dal trasporto e dalla distribuzione di energia, visto che abbiamo gas, petrolio, sole, vento e acqua: una ricchezza dal valore inestimabile. Quanto ai servizi sanitari e scolastici, nessun arretramento con i LEP e i costi standard. Anzi, accadrà il contrario, considerando che oggi paghiamo milioni di euro per la cosiddetta migrazione sanitaria. L’autonomia accorcia le distanze tra cittadino e potere decisionale e fornisce l’occasione di valutare fino in fondo gli amministratori, responsabilizzando il loro operato».

GIORGETTI: «UNA PORCATA»

«Non mi soffermerò sul concetto di autonomia differenziata, che sappiamo bene essere un tema propagandistico per la Lega e una ‘mancetta’ elettorale che Fratelli d’Italia deve ‘pagare’ per trattenere la Lega in maggioranza. Piuttosto è necessario sradicare il pregiudizio che il nord regge il peso economico del sud, come se il nord producesse e il sud assorbisse gran parte delle risorse». Così ha esordito il consigliere regionale del Gruppo Misto, Gino Giorgetti che si è poi soffermato, tra l’altro, sui livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi che – ha sottolineato – devono essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale.

SILEO: «OCCASIONE PER LA BASILICATA»

«Un tema così fondamentale per il futuro del Paese e della Basilicata chiama tutti alla responsabilità e non a posizioni di bandiera. Il nostro Paese e la nostra regione hanno una impellente necessità di riforme, soprattutto in termini di sburocratizzazione, per stare al passo degli altri paesi europei». Lo ha affermato la consigliera regionale del Gruppo Misto, Dina Sileo, precisando che “Il divario tra Nord e Sud affonda le radici in tempi tutt’altro che recenti ma è vero anche che la capacità di amministrare con efficacia ed efficienza determina lo stato di benessere di una regione. Autonomia significa anche più responsabilità. La Basilicata ha peculiarità tali che impongono ai decisori politici di valutare il percorso dell’autonomia. Sarebbe per la Basilicata un’occasione enorme trarre maggiore beneficio dalle proprie risorse e riappropriarsi di quanto è stato tolto con il cosiddetto ‘Sblocca Italia’».

CIFARELLI: «INSANA FRAMMENTAZIONE TERRITORIALE»

«Oggi, in seduta straordinaria convocata grazie alle opposizioni, siamo chiamati ad esprimerci su una gigantesca proposta legislativa dai piedi di argilla in quanto potenziale portatrice (in)sana di frammentazione territoriale ed egoismi localistici nonché indifferente al divario esistente tra Nord e Sud del Paese». Sono le parole del consigliere del Pd, Roberto Cifarelli, il quale non ritiene bastevole rivendicare la centralità nazionale delle nostre risorse energetiche per guadagnare autorevolezza sui tavoli che contano.

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