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LA LEZIONE POLITICA CHE ARRIVA ALLA BASILICATA

TACCO&SPILLO

C’è da dire senza nemmeno arrotolarsi più di tanto in interpretazioni da psicoanalisi politica che in Lombardia e Lazio è finita nell’unico modo in cui poteva finire e cioè col trionfo del centrodestra a trazione meloniana e con le ossa rotte di PD, M5S e Terzo Polo che nemmeno messi faustianamente tutti assieme avrebbero toccato palla, vista la soglia del 50% superata da Fontana e Rocca, pur con l’ombra democratica di un’affluenza da terzo mondo. Ora la cronaca della giornata sarebbe già tutta qui se a colorarla di comicità non ci avesse pensato il solito Letta con la storiella dell’Opa sul PD respinta a Conte e Calenda, refrain pasticciato e lunare come quando s’arriva a gioire, per masochismo e cupio dissolvi, persino della propria caduta. Eppure al di là della metafisica dell’abisso in cui sono sprofondate le opposizioni, alla Basilicata arriva una bella lezione per smuovere l’asfittica scena della politica regionale ed avvertire che ormai le bischerate sono finite. Lo sappia bene il governatore Bardi che da mesi vivacchia in cerca di una maggioranza che non c’è e che strizza l’occhio perfino all’ex grillino Giorgetti pur di avere qualche alzata di mano in più, ma lo sappia anche il centrosinistra che smetta di correre per perdere e si lasci dietro le sue facce smorte e fuori tempo massimo con cui pure pretende di ritornare. Dulcis in fundo il Terzo Polo che, una volta per tutte, la finisca d’indossare le vesti d’Amleto stando a spasso un po’ qua e un po’ là nella politica del nulla. Scrive Calvino:“Le lezioni non si danno, si prendono”.  

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