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INAUGURATA A BALVANO LA SEDE DELLA CRI

L’Amministrazione comunale ha messo a disposizione i locali augurando buon lavoro ai nuovi volontari

L’amministrazione comunale di Balvano annuncia con orgoglio l’inaugurazione della sede della Croce Rossa Italiana, in via Guglielmo Marconi. «Da questo momento la CRI stessa ha un nuovo ramo; e ci saranno i fiori. Per l’occasione il Sindaco, Ezio Di Carlo, ha coniato un nuovo motto: CRI è vivere per donare. Da parte dell’Amministrazione comunale, che ha messo a disposizione i locali, la massima collaborazione e un caloroso e sincero in bocca al lupo».

Alla cerimonia, hanno preso parte il Presidente della Croce Rossa Comitato Melandro Gerardo Tedesco ed il Presidente Regionale Michele Quagliano. Ad elargire la benedizione il parroco Don Pompeo.

Dal Comitato Melandro sottolineata la «grande emozione per le donne e gli uomini di Croce Rossa nel vedere che gli ideali e i principi del fondatore Henry Dunant dopo circa 160 anni continuano a coinvolgere sempre nuovi volontari, ed ora anche quelli di Balvano che iniziano a divulgare l’idea della più grande organizzazione Umanitaria al mondo e a prestare la loro opera per il territorio di Balvano e per dove ci sarà bisogno di aiuto. Congratulazione e buon lavoro da tutta la grande famiglia CRI ai nuovi volontari e alla nuova sede territoriale del Comitato Melandro».

L’Associazione della Croce Rossa Italiana, organizzazione di volontariato, ha per scopo l’assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto. Associazione di alto rilievo, è posta sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica.

La Croce Rossa Italiana ha una storia antica: il 24 giugno 1859, nel corso della 2° Guerra di Indipendenza italiana, a Solferino si consuma una delle battaglie più sanguinose dei XIX secolo, sulle colline a sud del Lago di Garda. Trecentomila soldati appartenenti a tre eserciti distinti (francese, sardo-piemontese e austriaco) si scontrano, lasciando sul terreno circa centomila fra morti, feriti e dispersi. Castiglione delle Stiviere è il paese più vicino, a sei chilometri da Solferino, dove esisteva già un ospedale e la possibilità di accedere all’acqua, elemento fondamentale nel soccorso improvvisato ai novemila feriti che, nei primi tre giorni, vengono appunto trasportati a Castiglione. Lì si trova anche un cittadino svizzero, Jean Henry Dunant, venuto ad incontrare per i suoi affari Napoleone III. Egli si ritrova coinvolto nella terribile carneficina, aggravato dall’”inesistenza” della sanità militare. Rimane talmente colpito dalla situazione che decide di descrivere quanto stesse accadendo in quello che diventerà, poi, il suo testo fondamentale: “Un Souvenir de Solferino”, tradotto in più di 20 lingue. Dall’orribile spettacolo nasce in Dunant l’idea di creare una squadra di infermieri volontari preparati, il cui operato potesse dare un apporto fondamentale alla sanità militare: la Croce Rossa. Dal Convegno di Ginevra del 1863 (26-29 ottobre) nascono le Società Nazionali di Croce Rossa e la quinta a formarsi è proprio quella italiana.

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