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“AZIONE” CONTROCORRENTE

Al Sud è opposizione al csx e maggioranza col cdx in Calabria. E in Basilicata: personalismi?

Di Massimo Dellapenna

La Basilicata da sempre è un luogo di anomalie, di storie complesse che intersecano il dato politico con quello personale, in cui il risultato elettorale è sempre un po’ il giusto mix tra collocazione di rapporti e consento politico, di stima all’uomo e di consenso d’opinione. Non è fatto di oggi ma di sempre, basti pensare che alle elezioni dell’Assemblea Costituente mentre in tutta Italia lo scontro politico si consumava tra la Democrazia Cristiana, il PSIUP e il PCI in Basilicata la sfida era tra la neonata DC di Colombo e l’Unione Democratica Nazionale che, contro una media nazionale del 6.78% raggiungeva nella nostra regione il risultato più alto d’Italia del 22,84%. Il voto, come facilmente immaginabile, non era al programma dell’Unione Democratica Nazionale ma all’uomo Francesco Saverio Nitti che, nella sua Basilicata poteva decidere il destino del suo partito e ottenere risultati elettorali straordinari su sé stesso.

LO STRANO CASO DI AZIONE

Una situazione analoga può valere per Azione. Il Partito di Calenda, insieme a Italia Viva al Senato della Repubblica ha preso in Basilicata il 12% dei voti, una percentuale doppia rispetto alla media nazionale. Sicuramente merito della capacità di persuasione di Calenda e di Renzi e del loro programma politico ma anche del consenso personale di Pittella che ha deciso di candidarsi guidando la lista del terzo polo. Un risultato straordinario che non ha portato eletti ma ha determinato la non elezione di De Filippo e che ha dimostrato la forza e il radicamento politico dell’ex governatore, capace ancora di spostare consenso a seconda del suo posizionamento personale.

UN PARTITO SU STRATEGIA PERSONALE

Il rischio adesso è che Azione, che nel frattempo in Basilicata ha aumentato i punti di differenziazione strategica rispetto all’alleato Italia Viva, si trasformi in un partito territoriale e strategia e dominio personale. I segnali ci sono tutti a partire dalla posizione in controtendenza del guerriero di Lauria rispetto alle posizioni assunte dal suo stesso partito nelle regioni confinanti. Azione, infatti, è all’opposizione del centrosinistra in Puglia e in Campania mentre è in maggioranza con il centrodestra in Calabria. In Basilicata, invece, Marcello Pittella resta sicuramente il più intransigente oppositore di Bardi in Consiglio Regionale, una posizione sicuramente coerente con il mandato elettorale ma che stride sia con le posizioni aperturiste di fatto di Italia Viva, sia con le collocazioni strategiche del suo stesso partito nelle regioni vicine. E’ come se esistesse Azione di Calenda con la sua strategia nazionale e il partito di Pittella con una strategia tutta personale, diversa da quello dell’alleato Italia Viva e diversa da quella che Renzi e Calenda stanno facendo insieme in tutta Italia.

CONTRO BARDI NON NECESSARIAMENTE CONTRO IL CENTRODESTRA(?)

Leggere tra le righe è il compito del commentatore politico, non sempre si riesce a leggere bene ma almeno si ha il dovere di provarci. Al congresso della CGIL Marcello Pittella ha fatto capire chiaramente che non intende fare il donatore di sangue al PD, si ritiene giustamente derubato ed umiliato e ha la legittima pretesa di ottenere anche una “vendetta” politica. La chiave di lettura è quella di dire che o lui è il leader della coalizione di centrosinsitra o la coalizione si farà senza di lui. Dalla sua parte la dimostrazione che, con ogni probabilità, sarà eletto consigliere regionale in qualsiasi lista, anche dovesse farne una tutta sua e senza una coalizione. Certezza che non in molti hanno in questa fase, sia a destra che a sinistra. Quello che non si trova, invece, tra le dichiarazioni di Pittella è una polemica contro il centrodestra, anzi in qualche occasione il guerriero di Lauria ha fatto intendere che è sicuramente contro Bardi ma non è contro il centrodestra lucano. La sua provenienza socialista, del resto, gli consentirebbe senza troppi giri pindarici e in coerenza con la collocazione di tanti socialisti italiani, anche un posizionamento nel centrodestra. Mentre il Partito Democratico gioca al risico delle tessere, delle correnti e dei congressi fittizi, intanto, Pittella si muove. Come il satrapo di un partito personale tesse alleanze e strategia, compone liste e chiude accordi, accresce il suo consenso come pochi sanno fare. Che tutto ciò sia vincente o utile lo si vedrà in seguito, certo è che il centrosinistra tra il PD che gioca al congresso della burocrazia, il partito personale di Pittella che si muove da solo, Italia Viva che sta con un piede in maggioranza e uno all’opposizione e il Movimento Cinque Stelle che naviga a vista sta preparando la seconda vittoria del centrodestra in Basilicata.

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