AttualitàBasilicata

SOS BULLISMO E CYBERBULLISMO IN BASILICATA

“Fondamentale promuovere cultura basata sul rispetto reciproco”, ha riferito Vincenzo Giuliano

Vincenzo Giuliano, Garante Infanzia e Adolescenza di Basilicata ha riferito che: “Nella nostra Regione, ad avere problematiche legate al bullismo sono il 40,20% dei maschi e il 25,50% delle donne di età compresa tra 10 e i 14 anni. Fenomeno, questo, che si estende anche in Rete. Nel territorio lucano, si registra un aumento del fenomeno dell’adescamento in Rete, in quanto i giovani si ritrovano a chattare con soggetti sconosciuti e per lungo tempo. La nostra indagine Social, Giovani e Pandemia riporta che il 51,50% delle femmine chatta con  persone che non conoscono mentre i maschi che chattano con un estraneo sono 47,66%. Il 2,83% dei maschi e 1,37% delle femmine ha fatto più di una volta qualcosa che le era stata chiesta da uno sconosciuto, mentre a fare ciò che veniva richiesto almeno una volta vi è 2,40% dei maschi e il 2,40% delle femmine“.

L’obiettivo predominante che ha mosso l’iniziativa di questa indagine è quello di far sentire i ragazzi più al sicuro, ascoltati, soprattutto da parte delle Istituzioni e indurli a comunicare, a confidarsi con gli insegnanti, genitori e adulti di riferimento; nello stesso tempo anche a prevenire tali fenomeni attraverso la promozione di una cultura che impedisca comportamenti prevaricatori. Realizzare una rete tra docenti, genitori, educatori e adulti di riferimento costituisce la strada maestra su cui orientarsi“, ha proseguito Giuliano.

Educare, già dalla prima infanzia, i ragazzi alla pro socialità, all’empatia, all’accoglienza, alla comprensione della diversità come risorsa, dev’essere una costante per promuovere e costruire una cultura basata sul rispetto reciproco, sulla solidarietà, sul bene comune, sulla cooperazione. Occorre però un nuovo patto tra scuola e famiglia che devono remare in un’unica direzione. La scuola come luogo di crescita non solo cognitiva ma personale, emotiva e culturale; la famiglia indirizzando i ragazzi a farsi carico del prossimo, al confronto costruttivo, a saper litigare, a non usare violenza, stimolando tutte le loro capacità di comunicazione per indurli a non chiudersi in loro stessi ma a chiedere aiuto“, ha concluso il Garante.

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