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LA MOZIONE PENTASTELLATA: «NO ALLE TRIVELLE IN MARE»

Lomuti e Turco in Basilicata per chiedere un’«inversione di rotta»

«Il ritorno delle trivellazioni nell’Adriatico e nello Ionio voluto dal governo Meloni rappresenta l’ennesima scelta inutile e propagandistica di un Governo che mette a rischio l’ambiente per ottenere un ipotetico volume di idrocarburi, sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico nazionale solo per qualche mese e senza alcuna reale convenienza economica per il Paese»: è questo quanto affermato, in sintesi, al margine della conferenza stampa svoltasi in via Verrastro a Potenza ieri mattina dai portavoce nazionali del Movimento 5 Stelle Arnaldo Lomuti – membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana – e Mario Turco – Senatore della Repubblica Italiana – in sinergia con i consiglieri della Regione Basilicata Gianni Perrino e Gianni Leggieri. «Un’azione che non possono più accettare e su cui è necessaria – affermano gli esponenti pentastellati – una presa di posizione da parte anche della Regione Basilicata al fine di tutelare il territorio lucano e dei suoi mari».

IL QUORUM SUPERATO IN BASILICATA

Va ricordato che nel 2016, in occasione del referendum per l’abrogazione della norma che estendeva la durata delle concessioni per estrarre idrocarburi in zone di mare (entro 12 miglia nautiche dalla costa) sino all’esaurimento della vita utile dei rispettivi giacimenti, la Basilicata fu l’unica regione in Italia che raggiunse, seppur di poco, il quorum del 50% più uno dei votanti. E su questo pone l’accento anche l’On.Lomuti che considera il Decreto-legge recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili, per il rilancio delle politiche industriali approvato nel Consiglio dei Ministri lo scorso novembre «un provvedimento inutile nonché dannoso poiché – spiega – non persegue lo scopo che si prefigge, ossia quello di trovare più gas possibile per far fronte alla crisi energetica in corso. I nostri giacimenti – prosegue Lomuti – sono sufficienti per appena un anno e mezzo. E poi è dannoso perché espone i nostri mari ad un serio e pericoloso danno ambientale».

LA MOZIONE

Noi siamo partiti da un presupposto: la nostra regione è stata l’unica a raggiungere il quorum al referendum abrogativo per l’estrazione di idrocarburi in zone di mare. Ora chiediamo a Bardi che rispetti la volontà popolare e di farsi promotore verso il governo di centrodestra per contrastare concretamente il proliferare di trivelle in mare e di farsi promotore anche di un’iniziativa di incontri per discutere insieme sulla questione energetica insieme alle altre Istituzioni: Comuni, Regioni, Stato, Associazioni territoriali per comprendere quale sia la strada migliore da percorrere in linea con il rispetto dell’ambiente attraverso la linea della transizione ecologica ed energetica che abbiamo già iniziato ad intraprendere», conclude l’On. Lomuti. Il Movimento Cinque Stelle dunque si impegna a depositare anche presso il Consiglio regionale lucano una mozione, in cui sollecita il governatore Vito Bardi a farsi portavoce presso il Governo della contrarietà della Basilicata ad autorizzare nuove trivellazioni, e a intraprendere ogni azione legittima per contrastare il rilascio di nuove concessioni. L’appello del M5S fa parte un’iniziativa ben più ampia congiunta a tutti i livelli, che interessa non solo il territorio lucano, ma anche le altre regioni italiane per scongiurare la ripresa delle attività di ricerca di idrocarburi in mare e di tracciare una linea di azione comune sulla cosiddetta transizione energetica. I pentastellati, dunque, continuano in tal modo a dare voce «con forza» a tutela dell’ambiente e dei mari, facendo fronte comune regionale quanto nazionale per tutelare il mare, il territorio e i cittadini. «Già nel prossimo Consiglio regionale – annuncia durante la conferenza stampa il consigliere Perrino – presenteremo la mozione». Un tentativo – l’ennesimo – per dire di no alle trivellazioni che giunge dal Parlamento nazionale sino al “parlamentino” regionale lucano, come in tutte le altre regioni italiane – sia quelle che si affacciano sul mare Adriatico sia sullo Ionio – in cui il Movimento sta provando ad avanzare una proposta «giustificata dalla non convenienza economica – spiega l’On. Mario Turco – perché estrarre gas nei nostri mari significa raccogliere granelli di sabbia per costruire un castello di sabbia». «C’è poco gas – prosegue Turco – non sufficiente al fabbisogno energetico italiano per altro molto costoso. Oltre che essere decisamente contrari a questo Piano di indipendenza energetica annunciato da Meloni e che noi valutiamo uno slogan vuoto di contenuti». «Il Governo – conclude Turco – ha sbagliato evidentemente strada. Quella più ragionevole è quello delle rinnovabili rispetto al gas. Bisogna prendere contezza che il mondo sta procedendo verso un’altra direzione co- sì come l’Europa e il tal senso – conclude l’On. Turco – il Governo italiano rischia di portarci indietro nel tempo anziché proiettati verso un futuro sostenibile».

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