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L’AQUILA, IL BOSS IN CARCERE TRA TV E CAFFÈ

Arrabbiato per le notizie che apprende dai telegiornali, riferiscono sanitari e agenti

Se non fosse il killer spietato che ha seminato morte e dolore in Sicilia, e non solo, lo si potrebbe definire un “detenuto modello”. Matteo Messina Denaro dal 16 gennaio, quando è stato arrestato a Palermo, è nel carcere aquilano. È malato e deve essere sottoposto a cure oncologiche e in particolare a chemioterapia. Il boss, secondo quanto si apprende da sanitari e agenti è molto arrabbiato per le notizie che sente dai telegiornali, sottolineando che sul suo conto “vengono raccontate balle, ed è tutto frutto di fraintendimenti”. Per adesso il boss, latitante per quasi 30 anni, è curato in carcere in una cella a fianco a quella dove è ristretto. La sua giornata tipo inizia intorno alle 8, si rifà il letto come tutti, si fa portare il rasoio che poi restituisce. Di solito non fa colazione, ma verso le 10 gli viene portato un fornellino con cui si fa il caffè. Subito dopo prende le medicine che gli sono state prescritte. Intorno a mezzogiorno c’è il pranzo. Nel pomeriggio gli viene concessa l’ora d’aria, da solo. A cena una minestrina leggera. Da bere solo acqua, viste le sue condizioni. Il detenuto, fanno sapere, cura molto la sua igiene e indossa una tuta anche se non molla mai il suo giubbotto di montone, quello che indossava al momento dell’arresto. Nella cella è stato portato un apparecchio televisivo, che si spegne automaticamente a mezzanotte, ed è sorvegliato da due agenti.

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