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CICALA, NE SCAPPA UN’ALTRA

Subentrata a Delleani già fuggita dal Consiglio in Giunta, dopo 6 mesi la funzionaria Nardozza lascia. Corruzione e trasparenza, problemi alla Corte del Re: anno nuovo, già prime dimissioni incassate

Consiglio regionale della Basilicata, col presidente Carmine Cicala problemi alla corruzione e trasparenza: dopo appena un semestre dall’inizio dell’incarico, già ha rassegnato le dimissioni dallo stesso, la responsabile Rossana Nardozza. Il Re, seduttore, e non sedotto, ma ugualmente abbandonato. Il caso del responsabile prevenzione corruzione e trasparenza del Consiglio, rappresenta un buono spunto di partenza per la variegata panoramica sulla lunga serie di congedi da Cicala. Nardozza, lo scorso agosto era subentrata nel ruolo alla dirigente Maria Grazia Delleani, poichè quest’ultima decise di salutare presidente e Consiglio accettando l’incarico dirigenziale, presso la Giunta Regionale, all’Ufficio speciale della Presidenza, “Autorità di Audit dei fondi strutturali dell’Unione Europea”. A sua volta l’incarico di responsabile della trasparenza fu affidato a Delleani poichè chi lo stava svolgendo, Arturo Agostino, venne nominato, da Cicala, Dg del Dipartimento Segreteria generale del Consiglio. Lo stesso Agostino, a lui l’incarico triennale di Dg fu conferito nell’agosto del 2019, dopo neanche un anno, a maggio del 2020, ringraziò il Re «per l’importante opportunità professionale offertagli», rinunciò allo stipendio di molto superiore ai 100mila euro annui, ed anche lui rassegnò le dimissioni. Lo stesso fece, un mese dopo, Nicola Conte. Il suo incarico di assistenza all’attività istituzionale di Cicala sarebbe potuto durare fino alla durata effettiva del mandato politico del presidente del Consiglio regionale. Non si può, infine, non citare un altro caso clamoroso: le dimissioni con effetto immediato comunicate nel febbraio del 2021 dall’ex portavoce di Cicala, Eleonora De Paolis Foglietta, che guadagnava 4 mila e 300 euro mensili. Le dimissioni della funzionaria amministrativa Nardozza, che da referente dell’Ufficio trasparenza e controlli interni, si è occupata al Consiglio dall’agosto scorso, in qualità di responsabile per la prevenzione della corruzione e della trasparenza, della verifica della tenuta complessiva del sistema al fine di contenere fenomeni di cattiva amministrazione, come si evince dal sintetico e non esaustivo elenco citato, sono cronologicamente soltanto le ultime di una corposa serie. Dg del Consiglio e presidente, rispettivamente Domenico Tripaldi e Carmine Cicala, hanno lasciato che si consumasse la «delegittimazione del mio operato», come contestato dalla Nardozza, che, conseguentemente, anzi «coerentemente », come la stessa ha precisato, ha deciso di liberarsi dal ruolo. Al di là delle dimissioni, la vicenda meriterebbe l’applicazione di un’analisi tecnica e non, come è stato fatto, di un atteggiamento incurante. Senza entrare nel merito della ragione, a Nardozza sono state addebitate “colpe” che appaiono paradossali per un sistema burocratico come dovrebbe essere quello del Consiglio regionale. Appare emblematico il caso dell’insistere, come fosse un vezzo della funzionaria, nell’utilizzo di «schede excel di ardua comprensione», quando le schede excel che al Consiglio faticano a comprendere sono modelli dell’Autorità anticorruzione Anac ed o format approvati dalla Conferenza delle Assemblee legislative. Ammesso che esistano metodi più agevoli, e non è in dubbio il dato, appare se non grave, comunque anomalo, che Nardozza abbia dovuto ricevere critiche perchè a via Verrastro le schede excel Anac sono se non geroglifici, quasi. Quello delle schede excel è solo un esempio, ma gli altri sono di analogo tenore. Problemi di trasparenza alla corte del Re Cicala: nuovo anno, già prime dimissioni incassate.

Ferdinando Moliterni

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