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RECUPERO DI VECCHI IMMOBILI IN NOME DELL’INNOVAZIONE

A Matera dell’ex stabilimento Barilla non si sa cosa fare: nel frattempo a Corato un vecchio molino diventerà un centro di ricerca internazionale

Siamo a Matera, più precisamente in via Cererie, nei pressi dello storico e centrale rione di “Piccianello”, punto di partenza delle tradizionali celebrazioni in onore della Santa Patrona locale, Maria Santissima della Bruna. In quello stesso quartiere, da decenni, sorge la fabbrica del Carro trionfale che ogni due luglio porta in processione per le vie della Città la statua della Madonna. A pochissimi metri da quella fabbrica, da qualche anno ristrutturata e resa più sicura, sorge uno stabilimento di enormi dimensioni: l’ex pastificio della Barilla, fabbrica ormai chiusa da decenni. Migliaia di metri quadrati in quello che potremmo definire quasi pieno centro cittadino, che appartengono ancora a privati e che tuttavia potrebbero essere utili all’Amministrazione per fare qualcosa di innovativo e utile per la Città e perché no per l’intera Regione Basilicata. Ne è un esempio l’ex complesso dei Molini e Pastifici Basile di Corato, nel Barese, il cui progetto di riqualificazione presentato qualche mese fa ha suscitato curiosità e stupore in più di qualcuno. Si tratta di un grosso progetto che consentirà a quello spazio di diventare sede di un polo di ricerca, sviluppo e alta formazione per il territorio, e un punto di riferimento, nazionale e internazionale, per la collaborazione tra impresa e università. Ed è infatti proprio dal Politecnico di Bari che è partita l’idea di creare un “Innovation hub” per il settore agroalimentare che prenderà il nome di “Agrifood Hub”. Un progetto definito pubblico- privato per sostenere il quale si stima l’investimento di circa 12milioni di euro. Gli organismi coinvolti, oltre il Politecnico di Bari, sono il Molino Casillo spa, l’Università “Aldo Moro”, l’Università del Salento, la Coldiretti Puglia, l’stituto “A.Oriani- L.Tandoi”, il Comune di Corato e la società B.F. spa. Tante partecipazioni pubbliche e private, ciascuna con il proprio investimento, che oltre a migliorare l’offerta formativa delle Università e degli Istituti coinvolti, accresceranno il loro prestigio a livello locale, nazionale ed internazionale. L’ex stabilimento della Barilla a Matera non ha nulla in meno rispetto a quello di Corato; tantomeno l’Università della Basilicata, il Comune di Matera, la Coldiretti Basilicata, la Regione Basilicata e tutti i vari enti che potrebbero strizzare l’occhio verso il recupero di uno stabilimento talmente grande che pare proprio strano sorga in pieno centro cittadino. Nello scorso Novembre si erano svolte le ultime trattive d’asta per l’acquisto di terreno ed immobile di via Cererie. La base di partenza era di 7milioni e per quel che si sa, è andata in bianco. Secondo alcune voci il prezzo minimo di acquisto potrebbe essere stato abbassato a poco più di 5milioni di euro, ma questo non ha ugualmente permesso al Comune di partecipare all’asta per rilevare l’impianto. Intanto, durante la programmazione prodotta in Consiglio Comunale a fine anno scorso ed in previsione del prossimo trimestre, pare che l’Assessore comunale con delega alla Città e al Territorio, Rosa Nicoletti, abbia inserito l’acquisto e il ripristino con altra destinazione d’uso dello stabilimento Barilla, interessando al progetto la Regione Basilicata e chiedendole un investimento cospicuo di fondi europei per realizzare l’opera. Tuttavia l’dea di nuova “destinazione d’uso” dello stabile e dell’area pare essere ancora confusa nella mente degli Amministratori materani: centro polifunzionale, area di servizi, parcheggi, metrotramvia, una serie di idee progettuali ancora lontane da potersi definire una chiara visione politica della Città e delle sue aree urbane. Quindi una domanda sorge spontanea: la Basilicata, Matera hanno davvero qualcosa in meno rispetto alla Puglia e alle sue Città, oppure è la politica Lucana che non è in grado di trattare la propria terra con la giusta attenzione e cura che merita?

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