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UN CANDIDATO, 2 VINCITORI

Alla fine listone unico per Lettieri e Speranza accontentato sui 20 posti. Congresso Pd, da Partito Regione a Partito paese. La restaurazione: s’allarga l’Assemblea per far felici tutte le correnti

POTENZA. È stata una lunga notte quella appena trascorsa in casa dem. Dopo l’interminabile e turbolenta trattativa la quadra per arrivare al Congresso regionale è stata trovata. Ci sono voluti ben tre rinvii per poi giungere all’incirca intorno alle 2 ad un accordo che tenesse contenta almeno la maggior parte dei rappresentanti del partito.

CANDIDATO UNICO LETTIERI CON SOLO UNA LISTA A SUO SOSTEGNO
Una nottata irrequieta quella che ha dovuto gestire il commissario regionale Enzo Amendola, tra personalismi, prese di posizioni e minacce di rotture. Insomma, alla fine è arrivata la quadra per il tanto atteso accordo: la designazione di Giovanni Lettieri (sindaco di Picerno) come candidato “unitario” per la segreteria regionale e un “listone” unico a suo sostegno per indicare i nuovi membri dell’Assemblea.
Sulla scelta di Lettieri il primo a commentare positivamente la notizia è stato l’onorevole Amendola: «Si riparte con vocazione unitaria, a difesa delle comunità e per un necessario rinnovamento. Con il congresso una nuova passione per l’alternativa progressista in Italia e in Basilicata».

LA PARCELLIZZAZIONE DELL’ATOMO
Se sulla scelta di indicare Lettieri come candidato unico i dem hanno discusso ben poco è stato sui posti assegnati ad ogni corrente (come abbiamo riportato nell’edizione di ieri) che lo scontro si è alzato. La riunione è apparsa più come un congresso scientifico dove ogni singola corrente era pronto a mettere in atto la “parcellazione” dell’atomo.
La protesta degli amministratori locali di avere un ruolo più attivo in assemblea con un aumento almeno del 15% dei posti e quella dei Giovani democratici di avere una loro personale rappresentanza all’interno dell’Assemblea non è stata neanche presa in considerazione.
I Giovani democratici si sono visti infatti negare una loro rappresentanza senza troppi giri di parole. Più “fortunati” gli amministratori dem che ognuno in base al proprio capocorrente ha avuto la possibilità di essere inserito nella lista dei nuovi aspiranti per l’Assemblea. Insomma, pur non avendo una quota riconducibile a loro hanno in ogni caso ottenuto qualche postazione.
A leggere i nomi dei componenti della lista emergono chiare due cose: la rappresentanza principale del partito sarà affidata a Cifarelli, De Filippo e Margiotta e che gli speranziani ottengono il loro “peso” già al primo atto ufficiale in case dem.
La rappresentanza più bassa spetterà (come successo d’altronde già nella scorsa assemblea) a Chiurazzi e Lacorazza.

IL PUGNO DI FERRO DEGLI SPERANZIANI E L’AUMENTO DEI COMPONENTI DELL’ASSEMBLEA
Ad alimentare lo scontro tra vecchie e nuove componenti del partito è stata ancora una volta la composizione della nuova assemblea regionale. Da un lato le pretese di chi in questi anni si è sentito da parte dall’altra quella degli speranziani che non avrebbero accettato un ruolo marginale minacciando di bloccare (proprio nella terra natia del loro leader Roberto Speranza) l’ingresso nella loro vecchia casa se non fossero state accolte le loro richieste.
E così per chiudere il tanto atteso accordo sul “listone” unico si è scelto di modificare il regolamento. Se nella scorsa Assemblea i posti da assegnare erano 104 questa volta saranno 112. Infatti per giungere ad un accordo si è scelto di non dare nessuna quota né agli amministratori locali né ai giovani democratici. I posti a loro eventualmente assegnati sarebbero stati “decisi” dai capicorrente di riferimento.
L’aumento dei membri dell’Assemblea è stato, però, necessario per evitare una spaccatura con i membri di Art.1. Gli 8 posti in più sarebbero stati inseriti per permettere agli speranziani di avere 20 postazioni come da loro richiesto, non una in meno. La proposta di lasciare l’Assemblea a 104 membri e di assegnare 8 postazioni in seguito ad Art.1 (in altri organismi dem) non è stata accolta dagli speranziani. E così per evitare una frattura insanabile la scelta più ovvia per i dem è stata quella di aumentare i posti in Assemblea.

LA DENUNCIA DEI GIOVANI DEM: «NON PARTECIPEREMO AL CONGRESSO»
Purtroppo nel processo di restaurazione tanto decantato dai dem se per gli ex vicini di casa speranziani si è deciso di modificare un regolamento altrettanto non è stato fatto per la giovane classe dirigente dei Giovani democratici. Se infatti Art.1 e amministratori locali hanno in ogni caso trovato un loro personale successo nella trattiva per i Giovani dem è stato esattamente l’opposto. Tornano a far sentire con forza il loro disappunto: «Prendiamo atto con rammarico che lo ‘spirito unitario’ di questo congresso regionale ha tenuto fuori una generazione intera, che da anni lavora con dignità ed orgoglio per il nostro partito, dagli organismi dirigenti. Le alchimie e i calcoli di corrente hanno determinato che no, per i giovani non c’era spazio se non attraverso l’indicazione dei capi. ‘Poi, al massimo, verrete recuperati in quota dopo’, ci è stato detto». «La verità è che non poteva in alcun modo passare il principio per cui, in un congresso unitario, ci fosse spazio non per cento (sarebbe stato troppo!) ma per almeno una ragazza o un ragazzo che entrasse senza concessioni o permessi di alcuno nell’assemblea regionale del Partito Democratico di Basilicata -aggiungono-. Nella notte appena trascorsa, la classe dirigente del PD Basilicata ha prodotto l’ennesima restaurazione. E sarà compito del segretario, a cui va il nostro augurio di buon lavoro, togliersi di dosso questo dato di fatto». Annunciando in fine: «Come avevamo annunciato, noi non parteciperemo a questo congresso regionale. Speriamo di sbagliarci ma così non si può andare avanti ma solo tornare indietro. La politica è altrove, noi vi aspettiamo li». Una assenza non da poco per un partito che ha ormai fatto suo il leitmotiv “Il rinnovamento del Pd”.

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