AttualitàBasilicata

BASILICATA INSEGNA, NORDIO APPRENDE

Da Antimafia e Procure lucane indagini à gogo e indagati raddoppiati ma risparmiato 1 milione. Per il Ministro costano troppo, da Potenza la lezione spiegata dal Pg D’Alterio

Tra Governo Meloni e Magistratura generalmente intesa, sia requirente che giudicante, sono da giorni in corso contrasti sul tema delle intercettazioni quali mezzo di ricerca della prova nelle inchieste penali. In estrema sintesi, il pensiero del Ministro della Giustizia Carlo Nordio è costano troppo e bisogna ridurle.
Il tema intercettazioni è stato specificatamente affrontato dal Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, Armando D’Alterio, nel corso del suo intervento durante la cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario svoltasi presso il Palazzo di Giustizia di Potenza. Nel periodo di riferimento che va dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022, in Basilicata le intercettazioni hanno avuto un costo di 1 milione e 993 mila euro.
Il dato, se confrontato con quello dell’anno precedente, mostra un decremento del numero dei procedimenti fruenti di intercettazioni, da 124 a 60, con decremento del costo complessivo distrettuale: da 2 milioni e 832 mila e 795 euro a, per l’appunto, 1 milione 993 mila e 835 euro. A Potenza, la maggior fetta di spesa: 1 milione e 717 mila euro.
Nettamente inferiori i costi di Matera, poco più di 126 mila euro e Lagonegro, 149 mila e 735 euro. Come ha ricordato il Procuratore Generale D’Alterio, il territorio lucano è «caratterizzato da un sistema mafioso endemico».
Mentre, nel periodo 2017-2018 per reati di competenza Direzione distrettuale antimafia (Dda) era stata esercitata l’azione penale nei confronti di 15 indagati, nel periodo attuale, invece, si è arrivati all’esercizio dell’azione penale nei confronti di 314 imputati, mentre i soggetti attualmente iscritti per reati di competenza Dda sono cresciuti dai 782 del 2017 agli attuali 1766. Le misure cautelari adottate, sempre per reati di competenza Dda, sono state 17 a carico di 191 indagati, mentre pende richiesta a carico di altri 90 indagati.
Tali risultati, ha specificato D’Alterio, «sono stati consentiti anche dal corretto ed efficace utilizzo delle intercettazioni di conversazioni, cui gli Uffici requirenti correttamente ricorrono con frequenza pari al numero e gravità delle fattispecie, sia per i reati di criminalità organizzata, sia, com’è necessario che sia, in presenza dei presupposti di legge, per i gravi reati contro la pubblica amministrazione, ed altre parimenti gravi fattispecie, siano o meno connesse a delitti di mafia».
«È ovvio- ha rimarcato il Procuratore Generale D’Alterio – che i fondamenti della cultura aziendalistica non possono de plano applicarsi all’amministrazione della Giustizia, nella quale l’impegno per contrastare gravi fenomeni delittuosi non può a priori matematicamente fondarsi sulle previsioni di spesa», ma bisogna considerare che «circa la metà della spesa nazionale annua è, in media, riferibile agli Uffici di Napoli, Roma, Milano, Palermo e Reggio Calabria».
Per la lotta alle mafie, i fondi servono.
«Tuttavia – ha sottolineato il Pg – se si tiene conto, oltre che degli irrinunciabili effetti repressivi dello strumento, anche dei risultati economici agevolati dalle intercettazioni, si evidenzia che il bilancio in materia è estremamente attivo, tenuto conto dell’esito, economicamente più elevato in raffronto, delle confische di patrimoni illeciti che lo strumento consente, nel momento in cui disvela la fittizietà della intestazione ad incensurati di assetti economici di enorme rilevanza e la provenienza illecita degli stessi. Gli assetti confiscati a prestanomi di capimafia varrebbero di per sé a coprire decine di annualità di spesa nazionale per le intercettazioni».
Dalle indagini ai processi, la Giustizia è una serie di binari, separati ma paralleli.
Per esempio, per quanto riguarda la sezione penale del Tribunale di Matera, nei procedimenti con rito collegiale le definizioni nell’anno giudiziario 2021-22 sono state 36, «notevolmente» diminuite rispetto ai due anni precedenti (32 nel 2020-21, 41 nel 2019-20) determinando così, in uno con le aumentate sopravvenienze, una variazione delle pendenze di +41,11%
Il Presidente facente funzioni del Tribunale di Matera ha giustificato il dato quale conseguenza di diversi fattori fra cui le modifiche normative introdotte dalla legge 69 del 2019 con l’aumento della pena edittale prevista per il reato punito dei maltrattamenti in famiglia, essendo pendenti dinanzi al collegio 15 processi con contestazione di maltrattamenti in famiglia aggravati, il maggior numero di procedimenti aventi ad oggetto il delitto di indebita percezione di contributi pubblici, essendo pendenti 14 processi per indebita percezione del reddito di cittadinanza, ma soprattutto «l’aumento di maxi processi di criminalità organizzata istruiti dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza, riguardanti reati associativi commessi nel Metapontino, molto complessi per il notevole numero di imputati e di capi d’accusa».

Ferdinando Moliterni

3807454583

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti