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POTENZA, FOLLINI RACCONTA UN INEDITO MORO

Nel suo nuovo libro “Via Savoia. Il labirinto di Aldo Moro” dipinge il fondatore della DC come un outsider

Marco Follini – esponente di spicco dell’UDC, che ha abbandonato per fondare il movimento politico Italia di Mezzo, confluito nel processo costituente del Partito Democratico – racconta nel suo nuovo libro edito da “La Nave di Teseo” “Via Savoia. Il labirinto di Aldo Moro”

la parabola umana e politica del fondatore, tra gli altri, della Democrazia Cristiana fin dai primi passi a Roma, dov’era arrivato dalla Puglia grazie alla sua delicata intraprendenza.

Moro è dipinto dalla penna di Follini come un outsider che conquista il suo partito e il paese, eppure in quell’uomo che si muove così abilmente nelle stanze del potere abita un animo tormentato e fragile, che non è stato quasi mai raccontato.

Un carattere che lo rende “scomodo” perché mai silenziosamente allineato, e segna una differenza che pagherà con il rapimento e gli ultimi dolorosi 55 giorni di prigionia, in cui Moro si rende conto di non essere solo ostaggio delle Brigate rosse ma anche di uno stato che scoprirà essere troppo diverso da sé. Lui che era un uomo del dialogo, convinto che nessuno, mai, dovesse essere abbandonato a se stesso.

 

 

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