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LA CORSA ALLA SEGRETERIA PD DI BONACCINI: «SE VINCO, CAMBIAMO INSIEME IL PARTITO»

Il candidato alla guida dei dem a Potenza. Dal lavoro alla sanità: ecco le sue proposte. E sul partito: «Serve che funzioni per tornare tra la gente». Ad accoglierlo Margiotta che lancia l’appello sulla Basilicata: «Bisogna far decollare il dibattitto, si badi ai contenuti più che alle contrapposizioni»

Per Stefano Bonaccini, la sala congressi del Grande Albergo di Potenza, ieri sera era piena. Ad attendere il candidato alla segreteria nazionale Pd c’erano almeno 100 persone: attivisti, militanti, simpatizzanti e curiosi pronti a lasciarsi sedurre dall’uomo che punta sui territori, sulla forza della prossimità in politica. Fa tappa a Potenza il “Tour dei 100 Comuni” del candidato alla segreteria del Partito democratico. Quinta volta al Sud, la seconda in Basilicata dopo Matera. Bonaccini al centro del suo discorso ha messo il lavoro con temi come il salario minimo; la sanità con la proposta di togliere il numero chiuso alla facoltà di medicina, e l’ambiente. Ma anche la forma che avrà il partito qualora vincesse la segreteria. Una visione dei democratici italiani che riescano a superare quelle antiche divisioni interne. «Se la destra fa una cosa buona e dieci negative – ha detto il governatore dell’Emilia Romagna – parla di quella cosa buona all’infinito, noi invece – ha aggiunto facendo una autocritica interna – se ne facciamo nove buone e una no, abbiamo la capacità di trattare solo quella». Concetto ribadito ai giornalisti: «Io credo – ha detto Bonaccini – che ci sia bisogno di un partito che funzioni. Abbiamo bisogno di ritrovare prima ancora che ai nomi eccellenti ma rivolgerci alle persone in generale. Io più che sui nomi e cognomi mi focalizzerei sui contenuti. Faccio questa corsa per vedere chi riuscirà a guidare questo partito. Speriamo di portare più gente possibile alle primarie: sarà una grande festa della democrazia». «Se diventerò segretario un po’ di cose le dobbiamo cambiare: mai più sei mesi per un congresso. Sembriamo marziani rispetto alla gente normale; mai più candidati scelti in quattro in una stanza a Roma e non attraverso il consenso dei nostri elettori. Al prossimo giro, se sarò segretario, per scegliere i candidati in Parlamento userò lo strumento delle primarie. Così se sbagliamo, sbagliamo tutti insieme» ha ciosato Bonaccini. In prima fila diversi big del partito lucano che lo ricordiamo andrà al Congresso regionale in concomitanza con quello nazionale. Tra i primi a raccogliere con entusiasmo la visita potentina di Bonaccini, l’ex senatore e sottosegretario e dirigente dem Salvatore Margiotta: «Ritengo sia il candidato migliore per rilanciare il Partito Democratico, tenere insieme le diverse culture su cui si fonda la nostra comunità politica, evitare spaccature dannosissime e ritornare a parlare in modo chiaro ai cittadini, salvaguardando anche il profilo riformista del partito. Bene che il suo tour sia partito dal sud; un segnale importante che va colto con attenzione. Questo è un governo che con i suoi primi passi sta lanciando un messaggio molto pericoloso che rischia di indebolire il tessuto sociale e produttivo del Mezzogiorno. La bozza di riforma Calderoli spacca il Paese. Ma è importante anche perché negli ultimi anni il Pd ha fatto fatica al Sud ed è evidente la necessità di ripensare politiche e strategie di rilancio del partito in questi territori». «Per quanto riguarda la Basilicata bisogna far decollare il dibattito congressuale, badare ai contenuti più che alle contrapposizioni tra fazioni, ricercare il massimo di unità possibile attorno al profilo più adatto. La nuova stagione che ci attende non consente passi falsi: solo un Pd forte potrà essere elemento di coagulo di un’alleanza progressista larga, coesa, che l’anno prossimo ci riporti alla guida della Regione» conclude Margiotta.

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