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CLAPS, OLTRE LA FICTION LA REALTÀ

Verità processuali, punti fermi e spunti aperti: ospiti Tisci, Coviello e Amendolara

La fiction Rai sulla morte di Elisa Claps è stato l’oggetto della puntata di Oltre il Giardino andata in onda su Cronache 76. Intervistati da Paride Leporace, l’avv. Antonio Tisci, l’avv. Cristiana Coviello e il giornalista Fabio Amendolara. Ma è stato proprio Paride Leporace che, con la sua immensa conoscenza del mondo del Cinema ha fornito dotte anticipazioni sulla struttura della fiction nella quale non ci sarà Elisa Claps se non nel ricordo e non sarà presente la scena dell’omicidio. Paride Leporace ha anticipato che la struttura cinematografica è architettata sul confronto tra l’umile famiglia dei Claps e la potente famiglia dei Restivo sulla scena di una città nella quale l’omicidio fa da sfondo.

I RESTIVO NON SONO POTENTI

Una ricostruzione che non ha convinto Fabio Amendolara che, pur avendo più volte scritto inchieste sulla morte e l’occultamento di cadavere di Elisa e avendo subito per questo una perquisizione e un’indagine, ha detto che la famiglia Restivo non è mai stata una famiglia potente della città. L’avvocato Coviello ha parlato sul punto di «filiera corta», di relazioni interpersonali che hanno condizionato le indagini perché agli occhi degli inquirenti alcune piste sono sembrate non credibili.

LE RESPONSABILITÀ DELLA CHIESA

Ovviamente il dibattito si è cristallizzato anche sulle responsabilità della Chiesa. Tesi che non convince Tisci secondo il quale l’Italia è da troppo tempo vittima del teorema Pasolini che, in piena stagione stragista, disse di conoscere i mandanti delle stragi ma di non poterlo provare. Una tesi, secondo Tisci, è vera se è provata e chi asserisce di conoscere una verità alternativa a quella giudiziaria ha il dovere di produrre prove a sostegno della propria tesi, inoltre non esistono responsabilità collettive ma dei singoli. Di tutt’altro avviso Cristiana Coviello che, pur dicendo che da avvocato, non può che rispettare la verità processuale tale verità è incompleta e certamente qualcuno deve dare spiegazioni sulle coperture.

APRIRE LA TRINITÀ?

Ovviamente la discussione si è incentrata sull’opportunità di aprire al culto la Chiesa della Santissima Trinità. «Le mura della Chiesa certamente non hanno colpa, non ha colpa il Santissimo Sacramento, l’Italia è piena di luoghi dove si sono commessi omicidi aperti al pubblico», la pensa così Antonio Tisci, che aggiunge che anche la pretesa di chiedere la verità alla Chiesa come prezzo da pagare per autorizzare la riapertura è una richiesta irrazionale perché significa pretendere che la propria opinione sia una verità incontrovertibile. «Il Santo Padre ha chiesto scusa per i sacerdoti pedofili, lo ha chiesto come Padre non per una responsabilità diretta – ha detto l’avv. Coviello – la Chiesa Potentina potrebbe chiedere scusa come responsabilità di qualche suo figlio che ha sbagliato».

LA CITTÀ VUOLE VOLTARE PAGINA?

Le interviste in città sembrano dare l’idea di una Potenza che vuole voltare pagina. La fiction va bene, serve per parlarne ma non può essere il permanente della descrizione della città, sembrano dire i cittadini intervistati. Quasi che per tutti sia arrivato il momento di lasciarsi alle spalle una brutta storia, del resto le cronache sono pieni purtroppo di omicidi e il tempo lenisce la ferite collettive. Potenza sembra aver voglia di illudersi di avere un centro in cui non si perde neanche un bambino, figuriamoci se può essere uccisa un’adolescente.

Di Massimo Dellapenna

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