IL BOSS, L’EOLICO E LA BASILICATA
Dopo le mira di Messina Denaro sugli affari del vento pure in regione chiesti lumi: da Italia Nostra l’allarme
L’ inchiesta sugli affari di Matteo Messina Denaro, che sta facendo emergere inquietanti ipotesi di interessi del boss nel settore dell’eolico, conferma le perplessità di Italia Nostra sulle politiche di incentivazione delle rinnovabili. Carlo Ripa di Meana lo chiamava l’affaire eolico: una gallina dalle uova d’oro che, grazie agli incentivi più alti d’Europa, ha fatto gola alla malavita organizzata. Come ripetutamente denunciato da Italia Nostra, dietro al proliferare delle richieste di impianti eolici presentate a Terna e ai tanti progetti improbabili e raffazzonati, che giustamente vengono respinti dalle Commissioni e dal MiC, si annidano purtroppo anche aziende riconducibili alla malavita. Invece di sparare contro il lavoro certosino e massacrante delle Commissioni VIA e delle Soprintendenze, il mirino va spostato sulla credibilità e qualità delle aziende proponenti, con la costituzione di un Albo analogo a quello per le grandi infrastrutture pubbliche. Ora, si potenzino i controlli sui progetti e si nazionalizzino gli impianti eolici collegati a interessi mafiosi. Non usa mezzi termini Antonella Caroli, Presidente nazionale di Italia Nostra nel definire i rapporti tra eolico e delinquenza organizzata. Una denuncia che dovrebbe essere presa molto sul serio in una Regione come la nostra saccheggiata dagli impianti eolici che sono stati e sono anche la fortuna di alcuni imprenditori e la dannazione di tanti cittadini.
IL PIANO PAESAGGISTICO, I CONTROLLI SULL’EOLICO
Al netto di ogni considerazione giudiziaria e degli interessi sull’eolico che sembrerebbero emergere anche nella vicenda di Matteo Messina Denaro, a detta di Italia Nostra, ci piacerebbe sapere che fine ha fatto il piano paesaggistico che l’ex assessore Rosa aveva pronto poco prima di essere cacciato dalla Giunta? E il piano di controlli sull’inquinamento acustico da Pale Eoliche che l’Arpab sotto la Direzione di Tisci aveva avviato, è proseguito o si è fermato? Sono domande che è lecito porre e alle quali ci piacerebbe avere delle risposte perché certo non si può non evidenziare come, proprio in materia di controlli sull’eolico, in qualche modo la politica abbia cambiato indirizzo e linea d’azione dopo il cambio di guida in assessorato e in Arpab.
CHI GUADAGNA SULL’ENERGIA ALTERNATIVA?
Italia Nostra è un’associazione di difesa dell’ambiente che si è caratterizzata negli anni per un lavoro non ideologizzato ma molto tecnico a difesa del territorio e dell’ambiente, ecco perché la denuncia sui rapporti tra interessi malavitosi e energia alternativa non può essere preso sotto gamba o sottaciuto. La nostra è una Regione dove il mix tra scarsa produttività marginale dei terreni e crollo demografico con conseguente abbandono del territorio rurale, ha reso la speculazione sull’energia alternativa un interesse diffuso che non ha badato molto alla tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e del paesaggio. Un interesse diffuso che, ci dice oggi Italia Nostra, anche alla luce di quanto sta emergendo dalle indagini conseguenti all’arresto di Matteo Messina Denaro, rischia di essere di appetito anche della malavita organizzata. La magistratura, le forze dell’ordine ma anche la politica dovrebbero aprire gli occhi e vigilare per evitare che venti nuovi possano trasformare la nostra Regione in terra di operazione poco trasparenti. Un attività che il Dipartimento Ambiente guidato da Rosa e l’Arpab diretto da Tisci avevano avviato, ci piacerebbe sapere se il cambio della guardia ha cambiato anche la direzione di marcia.
Di Massimo Dellapenna