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DEM, DIALOGANDO SI LITIGA: VA BENE

Bonaccini, De Micheli e Schlein: confronto tra Lombardi, Lupo e Santarsiero

Di Massimo Dellapenna

Per qualcuno è il segno evidente di una vitalità democratica, ai nostri occhi è apparso l’ennesima puntata dello psicodramma interno al Partito democratico, cartina di torna sole di un Partito che in Italia ma, soprattutto in Basilicata, non riesce a trovare una quadra, una progettualità e continua a parlarsi addosso. L’unico momento in cui Vito Lupo, Carmine Lombardi e Vito Santarsiero, rispettivamente rappresentanti della mozione De Micheli, Bonaccini e Schlein sono stati d’accordo ai microfoni di Cronache 76 nella puntata di “Oltre il Giardino” condotta da Paride Leporace è stato quando hanno ringraziato le forze dell’ordine per l’arresto di Matteo Messina Denaro. Su tutto il resto i punti di frattura sono stati molteplici e talmente ampi da far sembrare il congresso di Partito una resa dei conti tra visioni assolutamente inconciliabili.
LA MOZIONE DEGLI AMMINISTRATORI
Abbiamo dato conto della mozione presentata dagli amministratori locali che chiedevano un maggiore protagonismo e dinamismo del Partito con un ricambio della classe dirigente. Sollecitati da Paride Leporace i tre leader delle correnti del PD hanno cercato di accaparrarsene la paternità “morale”, pur essendo apparsi inconsapevoli delle forze che lo hanno promosso e delle intenzioni del gruppo di amministratori che lo hanno sottoscritto. Carmine Lombardi ha detto di condividere interamente il contenuto del documento degli amministratori, Vito Lupo si è richiamato ad un protagonismo dei territori da riscoprire, più profonda l’analisi di Vito Santarsiero (non a caso l’unico dei tre che ha ricoperto importanti ruoli amministrativi di Sindaco di Potenza, Presidente della Provincia di Potenza e Consigliere Regionale) che ha evidenziato come il Partito e gli amministratori svolgano attività diverse, abbiano ruoli diversi, si relazionino in modi diversi dovendo il primo essere di supporto ai secondi. E’ evidente, in questo riferimento, il richiamo alla sua opposizione ideale alla candidatura di Bonaccini che, ha detto lo stesso Santarsiero, rischia di trovarsi ad essere contemporaneamente Presidente di Regione e Segretario del Partito, in una condizione che non gli consentirà di governare bene né l’uno né l’altro, soprattutto in un delicato momento di rinascita.
TRE VISIONI DIVERSE DEL PARTITO DEMOCRATICO
Quello che è emerso dal dibattito è che ci sono tre differenti visioni del Pd. Carmine Lombardo, in nome della mozione Bonaccini, ha richiamato l’esigenza di una centralità autentica del Partito che possa portare ad una rigenerazione vera per tornare ad essere popolare. Vito Lupo, per la mozione di De Micheli, ha parlato di un nuovo Statuto dei Lavoratori e di un nuovo meridionalismo che parta dagli investimenti come moltiplicatore. Santarsiero, invece, ha evidenziato come gli iscritti del Partito siano oggi in gran parte dei cooptati con un richiamo neanche troppo velato ai “signori delle tessere”. Mentre il Pd avrebbe bisogno di area nuova. Una differenza di visione che è anche contemporaneamente causa ed effetto della situazione e del posizionamento tattico. Come ha onestamente ammesso Santarsiero, infatti, la sua mozione non trova grandi entusiasmi nella classe dirigente ma ne trova nel popolo della sinistra.
SI LITIGA SU POTENZA
Ma è sulla città di Potenza, sulla realtà della sinistra lucana che lo scontro interno al Partito Democratico tocca punte di contrapposizione che sembrano più vicine a quelle tra maggioranza e opposizione che da confronto interno. Se Carmine Lombardi ritiene che la Città di Potenza non abbia mai avuto un livello così basso di amministrazione, tanto da essere abbandonata a se stessa senza prospettiva di futuro e senza amministrazione di presente, Vito Santarsiero insiste sulla totale mancanza di opposizione a Potenza con un centrosinistra ed un Pd che nulla dicono sui soldi che la Regione continua a dare alla città senza alcun progetto. Pesa ancora la frattura interna al Pd sul dissesto, quando il Partito democratico votò in Consiglio Comunale a Potenza per la dichiarazione di dissesto provocata dall’amministrazione Santarsiero. Una valutazione che secondo Santarsiero fu tutta politica, in cui il Pd potentino avvallò una critica ed un attacco alla sua sindacatura, alla sua amministrazione. Una valutazione squisitamente tecnica, invece, secondo Carmine Lombardi che, evidentemente, ritiene che quel dissesto ci fu e che, quindi, non si possono tacere le responsabilità del Pd e del suo sindaco Santarsiero. Una guerra di tutti contro tutti, dunque, che non lascia in pace il passato e che non lascia intravedere nulla di buono per il presente e per il futuro. Intanto il centrodestra procede al Governo della Città, della Nazione e della Regione e lo fa senza psicodrammi collettivi, senza litigi interminabili, senza né primarie né congressi ma con grandi leader e azioni politiche che parlano ai cittadini e non all’interno del partito. Una lezione che il Pd ha difficoltà ad apprendere.

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