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CARA BEFANA CHE CI ASCOLTI ANCORA…

TACCO&SPILLO

Non senza una punta civettuola d’orgoglio, soprattutto per chi come Cronache ha difeso ad oltranza i valori del genius loci e del copyright lucano dall’assedio dei forestieri portati in dote da Vito Bardi, possiamo dire che alla fine gli highlander campani, almeno quelli della prima ora come Calenda, Grauso, Ferrara ed Esposito sono finiti tutti dimissionari. Ora che l’operazione d’intelligence pubblica denominata “smantellamento napoletano” sia il risultato di un ravvedimento operoso o magari del tutto accidentale di Vito Bardi o come invece più compiutamente sospettiamo sia ascrivibile alla bellicosa cazzimma della Befana lucana, a cui pure ci siamo votati per toglierceli di torno, conta davvero poco per la lezione che pure si deve trarre mentre si parla di spoils system e del succulento bottino di guerra che si vuole avere quando in giro si respira la solita aria d’onnipotenza politica. Così nonostante il clamore salvifico dei “combattenti napoletani” e malgrado i loro stipendi stellari, quello che è ritornato indietro alla Basilicata sono  anche figuracce d’ogni tipo oltre un certo numero d’inchieste penali e contabili che pure non bisognerebbe prendere tanto alla leggera. Pare risentire la filastrocca epifanica per il 2023:“La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte”.

 

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