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«UNA COSA MAI VISTA NELLA STORIA»

Il presidente anisap Cicchetti: «bisogna proteggere il diritto alla salute». Blocco della sanità convenzionata, Cannizzaro a Cronache: «Gravi conseguenze per i cittadini»

«Nella storia non è mai successo che le strutture private accreditate abbiano interrotto le proprie prestazioni». Esordisce così il dott. Michele Cannizzaro, noto medico quanto politico lucano, che in queste ore, insieme ai tanti altri professionisti della sanità privata accreditata, ha incrociato le braccia stoppando le prestazioni e preparandosi a chiedere gli ammortizzatori sociali anche per i suoi addetti. «Sospensione dell’offerta di prestazioni sanitarie per insostenibilità economica» tuona per conto delle associazioni delle strutture private che hanno istituito una cabina di regia per lo stop ai servizi ed hanno nominato lui – presidente Cicas – come portavoce. «Noi da sempre – incalza Cannizzaro – abbiamo effettuato prestazioni al di sopra del tetto assegnato. Mi spiego meglio: se il tetto assegnato era 100, la maggior parte delle strutture sanitarie ogni anno, negli anni passati, ha erogato prestazioni pari a 120/140. Gratuitamente. Poiché le tariffe sono ferme al 1996 – spiega – la pandemia unita alla crisi energetica, non ha fatto che aggravare le spese per ogni struttura e per ogni azienda. Condizione, ad oggi, non più sostenibile alla luce della quale abbiamo pregato la Regione di remunerarne tutte le prestazioni effettuate nel 2022». Insomma, la sanità privata accreditata punta il dito contro il governo regionale e si prepara ad un inizio anno decisamente caldo. D’altra parte, in ballo non ci sono solo i servizi resi ma an- che i posti di lavoro. Quelli che toccano più della metà dei 600 addetti che operano nel settore. Per circa 320 di loro, infatti, potrebbe partire, nelle prossime settimane, la richiesta di ammortizzatori sociali. Per questo i sindacati avrebbero convocato una serie di assemblee che dovrebbero portare anche ad una forte mobilitazione davanti alla Prefettura di Potenza, con la richiesta di un incontro con il prefetto Campanaro. Il rischio, però, non è solo la mobilità per i lavoratori ma il fallimento di alcune aziende. Nel mentre ciò che sta accadendo nel pratico è la sospensione di ogni prestazione sanitaria privata in attesa della riunione con la Regione e con la Asp per fare il punto della situazione e provare a vedere riconosciuto il pagamento delle prestazioni erogate negli ultimi tre mesi nonostante il tetto al budget. «La sospensione dell’offerta di prestazioni sanitarie per insostenibilità economica, causerà gravi conseguenze per la salute dei cittadini lucani – spiega Cannizzaro – oltre a gravare anche sulla stabilità delle imprese interessate comportando una crisi occupazionale per tutti i lavoratori del comparto. Ma è inevitabile. Quello che accadrà in questo nuovo anno, ca- so unico tra le regioni italiane, è senza precedenti ed è la conseguenza delle scellerate scelte della Regione Basilicata. Le decisioni del governo regionale hanno realizzato un caos tale per cui la scelta delle strutture sanitarie private è in verità una scelta obbligata, senza alternative. Il problema è di insostenibilità economica: non è tecnicamente e concretamente possibile esercitare un’attività senza la normale remunerazione». «Negli ultimi tre mesi del 2022 le strutture accreditate hanno erogato prestazioni specialistiche per il servizio pubblico che non sono state pagate – continuano ancora Cannizzaro – Già questo ha comportato un grande danno alla stabilità delle aziende del settore. Inoltre, per il 2023, non c’è traccia di alcun genere di programmazione e il rischio di ritrovarsi nella stessa situazione, se non peggiore, non è più un rischio. Ad oggi è una certezza. In queste condizioni la convocazione pervenuta dal dipartimento Salute per il giorno 11 gennaio 2023 è, evidentemente, fuori tempo massimo, se non strumentale, rispetto alle richieste urgenti di tutte le associazioni inviate alla Regione sin dal 14 dicembre. Abbiamo quindi, preso atto che la Regione, nelle persone dell’assessore Fanelli e del presidente Bardi, hanno probabilmente un diverso modo di valuta- re l’urgenza della situazione che invece avrebbe meritato un incontro immediato», enfatizza Cannizzaro il quale conclude lanciando «cogliendo l’occasione di quest’intervista a Cronache per volgere un appello alla sensibilità del presidente Bardi» invitandolo a «prendere in mano la situazione, subito – incalza – cercando di trovare una soluzione insieme a tutti noi, nell’interesse dei lucani a cui lui ha sempre dimostrato di tenerci tanto. È un appello accorato il mio nell’interesse dei pazienti. Lo affermo soprattutto da medico – prosegue Cannizzaro – ma giungere a prendere tali posizioni è stata davvero una dolorosa quanto obbligata». Il braccio di ferro, dunque, si sposta alla prima decade di gennaio. Nel frattempo, la sanità privata accreditata è decisa ad andare avanti per far sentire la sua voce. Con lo stop ai servizi, con la sensibilizzazione dei lucani e con la mobilitazione degli addetti. Con in testa il dott. Cannizzaro come portavoce, confermando il suo esser “pronto a gesti eclatanti”, così come preannunciammo nello Speciale di Cronache.

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