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DIRETTORE, CON PRIORE ANCORA INTOPPI

Parco Appennino lucano, i controlli del Ministero sulla terna mettono in fuga uno dei 3

Scattano i controlli del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ed uno dei 3 “papabili” all’incarico di Direttore si dà alla macchia: al Parco nazionale dell’Appennino lucano del presidente Giuseppe Priore accade anche questo. A quasi 1 anno dalla fine del Commissariamento dell’Ente, iniziato nel dicembre del 2018 e terminato nel febbraio dello scorso anno con le nomine del Consiglio direttivo, ancora in itinere la procedura per l’individuazione del Direttore. Nonostante il già considerevole lasso temporale trascorso, ancora intoppi che ne hanno allungato ulteriormente i tempi. Quella del direttore del Parco è come una maledizione. Nel 2018, a far emergere una situazione disastrata anche per via, come accertò il Ministero, dello stato di totale «illegittimità che permea l’intera organizzazione dell’Ente investendo a tutto tondo l’attività amministrativa nel suo complesso», fu il caso dell’architetto Vincenzo Fogliano. Faceva il direttore facente funzioni ed era stato inserito nella terna consegnata al Ministro per la scelta del direttore a seguito di Avviso pubblico che fu annullato proprio perchè Fogliano non aveva ancora il requisito fondamentale: l’iscrizione all’albo ministeriale degli idonei all’esercizio dell’attività di diretto- re di Parco nazionale. Dopo pochi mesi, defenestrato Fogliano, il Commissariamento del Parco per tutte le gravi irregolarità gestionali rilevate. Circa 4 anni dopo, col presidente Priore ancora sbavature. Come curiosità del nuovo Avviso pubblico, la non candidatura di Fogliano che adesso, almeno il requisito all’albo citato, lo aveva, e la candidatura, invece, di un soggetto che ci ha provato pur non essendo iscritto all’albo dei direttori. Ad ogni modo, trasmessa dal Responsabile del procedimento la lista dei pretendenti alla poltrona, dopo aver valutato i profili, il presidente Priore e il Consiglio direttivo hanno deciso, lo scorso settembre, di proporre al Ministero la seguente terna: Igino Chiuchiarelli, Marco Delorenzo, attuale direttore f.f. del Parco, e Giuseppe Luzzi. Da Roma, acquisita tutta la documentazione ed effettuata la necessaria attività istruttoria, hanno risposto, a dicembre, tutto in ordine, ma… Il Ministero ha chiesto al presidente Priore e al Consiglio direttivo di trasmettere una serie di dichiarazioni riguardanti i 3 candidati all’incarico di Direttore del Parco. Le basi. Dichiarazioni quali, per esempio, l’aver rivestito o meno, negli ultimi 2 anni, cariche in partiti politici o organizzazioni sindacali, e altro sulla inconferibilità, ovvero incompatibilità. Delorenzo e Luzzi hanno prodotto ciò che serviva, Chiucchiarelli no: lui ha trasmesso la dichiarazione di indisponibilità a ricoprire l’incarico di Direttore del Parco. Inesperienza o distrazione di Priore&Co., trasmesso quanto richiesto dal Ministero al Ministero stesso che non ha potuto far altro che ricordare l’ovvio: come la relativa normativa prescrive, il direttore del Parco è nominato, con decreto, dal Ministro dell’ambiente, scelto in una rosa di tre candidati. Due non fanno una terna. E così un’altra ventina di giorni per ricomporre una rosa di tre candidati: dentro Domenico Nicoletti in luogo di Igino Chiuchiarelli. Forse è tutto o forse no, s’attendono nuove dal Ministro Gilberto Pichetto Fratin. Stesso Ministro che, dato il cambio di Governo, potrebbe anche propendere per un cambio di azione sulla pratica Priore. Dalla trasparenza più no che sì, a varie vicende gestionali fino ai post sessisti del presidente, plurime le circostanze da vagliare.

A. CARPONI

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