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LETTERA A MELONI, FIRMANO GLI ARCHITETTI

Il Presidente dell’Ordine Leon spiega perché aderiscono insieme ad altri 101 Ordini territoriali

«È vero che un ritardo nell’approvazione del Codice avrebbe messo a rischio gli obiettivi del PNRR, ma è anche vero che la sua celerità mette a rischio la qualità progettuale dei lavori». 

Con queste parole, Gerardo Antonio Leon, Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Potenza, spiega perché anche l’ente Potentino è firmatario, insieme ad altri 101 (su 105) Ordini territoriali della lettera aperta inviata alla presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e pubblicata gli scorsi giorni dal Corriere della Sera.

Anche se il “Risultato” – come dice il Ministro alle infrastrutture Salvini – viene prima di tutto, anche prima dei principi di concorrenza e trasparenza – «Siamo molto preoccupati perché le novità introdotte dall’Esecutivo vanno nella direzione contraria alla qualità della progettazione, segnando un ritorno al passato su alcuni temi strategici – prosegue Leon.

Si chiude il mercato dei lavori pubblici alle strutture professionali medio piccole rilanciando l’appalto integrato e relegando il progetto ad un ruolo marginale. Avevamo scongiurato questo sistema che ora ritorna. Non è la giusta soluzione per accorciare i tempi burocratici, anche perché l’esperienza ci racconta, che con l’appalto integrato aumentano notevolmente i ricorsi in tribunale, rallentando la pratica.

Si ridimensiona l’affidamento dei servizi di progettazione attraverso i concorsi in due fasi.

Sparisce la centralità del progetto dai processi di trasformazione del territorio. La fase della progettazione è fondamentale all’interno del processo, non basta accelerare le procedure, ma occorre che le diverse fasi rispondano ad un obiettivo primario, cioè quello di raggiungere la qualità dell’opera in coerenza con gli obiettivi europei.

E ancora, con il calcolo delle competenze professionalivi è un ritorno al passato perché non vi è traccia del ‘Decreto Parametri’ (DM 17 giugno 2016) che dovrebbe essere lo strumento principale di riferimento per il calcolo delle competenze nell’affidamento dei servizi di architettura e ingegneria, che andrebbe aggiornato così come previsto dalla normativa vigente.

Inoltre è importante mantenere le regole sui “conflitti pubblici” perché possono andare a finire a persone legate a chi li affida.

Nella nota inviata alla Meloni, gli architetti chiedono dunque al Governo un ripensamento e si rendono disponibili al confronto: “un progetto di qualità, una buona realizzazione di edifici, spazi pubblici e infrastrutture migliorano le nostre condizioni di vita e non possono essere posti in secondo piano rispetto a interessi economici e temporali.

Il costruito di oggi sarà il nostro abitare di domani. La riduzione o la perdita di valore o addirittura l’eliminazione dei concorsi di progettazione, nella forma più aperta e inclusiva dei giovani e dei professionisti di talento, dell’equo compenso, della leale concorrenza, del legittimo merito che la proposta di legge dimostra, vanno in una direzione diversa da quella che tutti noi auspichiamo e prospettiamo per il bene e il futuro dei nostri territori, delle nostre città e dell’intera comunità“.

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