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SAN CHIRICO R., AL VIA RESTAURO CONSERVATIVO

Si tratta di affreschi della grotta dell’Abbazia di Sant’Angelo al Monte Raparo, un vero “Monumento nazionale”

Importante novità per il Comune di San Chirico Raparo, ed è il sindaco Vincenzo Cirigliano ad annunciare che «sono iniziati i lavori di restauro conservativo degli affreschi che si trovano presso l’accesso della Grotta all’Abbazia di Sant’Angelo al Monte Raparo.

Un altro tassello per la valorizzazione del nostro Monumento nazionale. Tutto questo grazie al Piano Integrato della Cultura “Synthesis”, finanziato dalla Regione Basilicata che ha coinvolto Armento e San Chirico Raparo».

Edificata sulla grotta, l’Abbazia è stata dichiarata Monumento Nazionale nel 1927. È stata oggetto di lunghi e complessi lavori di restauro, che hanno interessato sia il corpo di fabbrica che la grotta sottostante.

Il complesso monumentale rientra, inoltre, tra i siti di interesse ambientale del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese. La grotta conserva un affresco raffigurante San Michele, nonché numerose gallerie e vasche rituali, bagnate dalla fonte Trigella, ed è caratterizzata dalla presenza di stalagmiti e stalattiti.

Si tratta di una «testimonianza possente del monachesimo italo-greco nel Mezzogiorno, l’abbazia che si trova nel cuore della Basilicata, a circa sei chilometri dall’abitato di San Chirico Raparo. L’insediamento monastico venne fondato nel X secolo ad opera di un gruppo di monaci basiliani, che utilizzarono la grotta di Sant’Angelo al Monte Raparo come primo rifugio, per i riti legati al culto di San Michele, fondandovi il cenobio originario».

Ora, il restauro conservativo degli affreschi grazie al PIC “Synthesis” che vede protagonisti i comuni di Armento e San Chirico Raparo, uniti dal culto e dalle tracce italo greco.

I due comuni, infatti, detengono elementi di rara importanza riferibili alle migrazioni di San Vitale da Castronovo e San Luca di Demenna (o di Armento), entrambi siciliani che hanno fondato o sviluppato presidi in Basilicata e qui sono scomparsi, lasciando le proprie tracce e generando il culto.

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