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IL CDX SI FERMA A 10

Regione, il paradosso: non esiste una maggioranza per governare, né un numero sufficiente per far cadere la Giunta. Con il no di Bardi stesso e di Cicala, la mozione di sfiducia non passa: ma che fatica

È finita 9 a 10 la votazione sulla mozione di sfiducia a Bardi, ad evidenziare che non esiste una maggioranza per governare (dovrebbe essere 11) né un numero sufficiente per far cadere la Giunta Regionale. Si continua nella palude dell’immobilismo, in una fase di stanca e di attesa messianica di qualcosa che dovrebbe accadere ma non accade. Piro non vota con la coalizione di Governo, Giorgetti non vota con l’opposizione. Sostanzialmente una vittoria di Pirro da parte di Bardi, una dichiarazione di impotenza da parte delle opposizioni, da oggi non si può parlare più né di maggioranza né di minoranza ma solo di statico pareggio tra coalizione di Governo ed op- posizione.

L’IMBARAZZO DELLE OPPOSIZIONI

Che la situazione fosse tragicomica lo si poteva percepire già da inizio seduta. Il Presidente Cicala per ben tre volte deve chiamare qualcuno ad intervenire, quasi che nessuno avesse il coraggio di chiamare la carica di Cavalleria contro la Giunta Regionale. Tocca a Polese il compito di rompere il ghiaccio, lo fa ricordando l’excursus di questa mozione, le vicende che hanno caratterizzato l’ultimo mese di attività istituzionale e la sua volontà di non lasciare che le vicende giudiziarie inquinassero il dibattito politico. Lo fa in punta di fioretto, come nel suo stile, con la capacità di entrare nel merito delle questioni che è il tratto distintivo del suo modo di concepire il suo ruolo. All’opposizione in Regione come in Provincia, Italia Viva ha votato favorevolmente ad alcuni provvedimenti di Giordano così come ha fatto e farà con eventuali provvedimenti di Bardi che dovesse condividere.

LA CARICA DI PITTELLA, IL DISCORSO DEL BIVACCO DI CIFARELLI, LA LUCE DEI BAGNI DI PERRINO

La carica di cavalleria, come al solito la lancia Marcello Pittella che, oltre ad elencare il numero di problemi evidenzia il tratto antropologico nell’invitare il Governatore ad alzare la testa e guardarlo negli occhi. Cerca ancora i fantasmi del fascismo, invece, Cifarelli che addirittura accusa Bardi di aver trasformato l’aula in un bivacco di manipoli. Certo che anche nella descrizione del Governatore, l’opposizione dovrebbe intendersi e provare a tracciare un ritratto unitario e quanto meno similare. Si decida l’opposizione se Bardi è il nuovo Mussolini o se è un uomo che non ti guarda negli occhi, il bivacco di manipoli a testa bassa ci risulta difficile da immaginare anche nelle più fervide fantasie. Evidentemente c’è un problema di visibilità nel Consiglio Regionale o, forse di luminosità della struttura, come evidenziato dal Consigliere Perrino dei Cinque Stelle che si è impegnato a spiegare che le luci nei bagni del palazzo sono sempre accese. Evidentemente aspira a un ruolo di capo di gabinetto, nel senso a tecnico del termina.

LEONE CONTRO PITTELLA, QUARTO DI POLITICA

Se l’opposizione si presenta tra il serio e il faceto, divisa tra la visione di Bardi in orbace e la sua testa china con un approfondimento necessario sulle luminosità dei bagni, non meno surreale è ciò che accade nella maggioranza. In FDI, il primo a parlare è Rocco Leone che rimprovera a Pittella che durante il suo governo c’erano sindaci figli e sindaci figliastri. Il capogruppo in aula Tommaso Coviello, oltre al solito attacco a Vizziello e Zullino, rei di essere caduti nella trappola delle opposizioni, si prodiga in una differenziazione tra le minoranze che sembra un un giusto riconoscimento alla “opposizione respirabile” di Italia Viva. A riportare la politica al centro è il segretario regionale Quarto che, invece, dichiara il suo voto contrario alla mozione sulla base delle squisite motivazioni politiche con una sollecitazione a completare e realizzare il cambiamento. Questo partito a tre facce in Basilicata, cui si aggiungono le facce parlamentari poco fa onore alla tradizionale graniticita’ della politica della destra italiana, forse sarebbe il caso di coordinarsi meglio.

LA GARA A CHI È PIÙ LEGHISTA, PIRO PRENDE LE DISTANZE DA BARDI

Tra il duo Vizziello-Zullino e il capogruppo Cariello va in onda la gara a chi è più leghista, resteremo con il dubbio di sapere se è più leghista il capogruppo fedele alla linea di Governo o il duo dissidente fedele alla linea di lotta. Non sappiamo quanto la Lega ce l’abbia duro, certo è frammentata. Il Partito di Bardi si spacca, se Bellettieri fa il giannizzero alzando la voce fino a perderla nel ritenere infondata qualsiasi critica in una riedizione moderata del credere, obbedire, combattere di tutt’altro avviso è l’atteggiamento di Piro. Il Consigliere di Lagonegro non interviene in Aula (se non per fatti del lagonegrese in replica a Pittella) e non vota né a favore né contro la mozione.

LA REPLICA DI BARDI

Nella replica di Bardi c’è tutto il generale e il suo modo di essere: critica le opposizioni, fa elogio del suo agire, solidarizza a posteriori con tutti gli indagato, differenzia le opposizioni in modo da strizzare l’occhio a chi è più mite. Il Consiglio Regionale non ci è sembrato un bivacco di manipoli ma un’opera buffa in cui tutti recitavano a soggetto, rasserenati dalla certezza che il voto anticipato è scongiurato e lo stipendio certo per qualche altro mese. La coalizione di Governo forse dovrebbe smetterla di parlare del passato, dopo quattro anni non è più una scusa credibile. L’opposizione smetterla di fingere di essere uomini nuovi senza responsabilità di Governo e magari immaginare una strategia. Fdi, partito guida della maggioranza, dovrebbe iniziare a dettare la linea e non farsi più servile adoratrice di decisioni altrove prese. Ma questo è un auspicio che difficilmente troverà realizzazione, del resto oggi è sembrata un’inutile perdita di tempo che non appassiona più nessuno.

Di Massimo Dellapenna

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