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CSX CONFUSO CONTRO CDX RITROVATO

Martedì in consiglio regionale la mozione di sfiducia al gen ormai al riparo dai colpi bassi. Citazioni, social e spinte in avanti sulla segreteria nazionale: sinistro caos

Martedì prossimo si riunirà il Consiglio regionale: all’ordine del giorno la mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Giunta regionale, Vito Bardi, firmata da 10 consiglieri regionali tra cui i 2 ex maggioranza, Massimo Zullino e Giovanni Vizziello, più la non più in Assise, la pentastellata Carmela Carlucci, alla quale è subentrata, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato, Gino Giorgetti che dalla stessa era stato estromesso dell’Aula nel gennaio del 2020 sempre a seguito di ricorso alla Giustizia amministrativa. La maggioranza di centrodestra ha recuperato, dopo la decisione del Gup di Potenza che, nell’ambito dell’inchiesta dell’Antimafia del capoluogo sulla sanità lucana e sulle comunali di Lagonegro, gli ha revocato le misure cautelari, Francesco Piro e Rocco Leone. Sull’ex assessore regionale alla Sanità, Leone, difficile ipotizzare anche una minima possibilità che possa schierarsi contro il presidente Bardi, nonostante gli screzi pubblici e passati tra i due. A differenza di Piro, benché anche lui sospeso dalla carica per via del divieto di dimora a Potenza, questa la misura cautelare che non ha più, Leone non ha mai neanche lontanamente accennato all’ipotesi dimissioni, volendo arrivare fino alla scadenza naturale dell’attuale legislatura. Il forzista Piro, invece, da ricordare che è stato sottoposto a misure cautelare inizialmente più pesanti, prima la restrizione nel carcere di Potenza, poi gli arresti domiciliari e infine l’obbligo di dimora a Lagonegro, attualmente è in totale libertà, se siede ancora in Consiglio, lo deve alle opposizioni. Lui le dimissioni le aveva rassegnate. Soltanto che nel Consiglio convocato per le surroghe, da votare anche le dimissioni di Cupparo, poi diventate effettive, l’Agricoltura ancora non ha un assessore regionale, ebbe la meglio, al momento decisivo, la mancanza del numero legale. Le due incognite, con probabilità differenti, sono i voti di Giorgetti e Piro. Il primo, per coerenza, anche se al rientro è uscito dal Movimento 5 stelle, per via del caso Carlucci, dovrebbe votare a favore della sfiducia. Potrebbe subentrare il fattore umano, nel senso che dopo quasi 3 anni di battaglie giudiziarie per riottenere il banco in Consiglio, il voto favorevole al tutti a casa suonerebbe come una beffa personale. C’è chi ha dubbi su Piro, che si è dichiarato risentito per non esser stato politicamente difeso dalle accuse della Procura di Potenza, ma pochi ci credono che realmente voterà favorevole alla sfiducia del presidente Bardi. Alla fine, l’esito più scontato è un nulla di fatto. All’ordine del giorno anche la proposta di legge sull’introduzione del reddito energetico, oltre che in discussione eventuali atti nel frattempo licenziati dalle Commissioni consiliari permanenti.

A. Carponi

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